Convegno giovedì 27 e venerdì 28 aprile a Venzone e Udine

Il Friuli trent'anni dopo il terremoto

Il progetti dell’ateneo per la conoscenza e la difesa del territorio
Partecipano Alessandro Tesini e Guglielmo Berlasso

        Il rischio sismico del Friuli Venezia Giulia, le conseguenze demografiche del terremoto in Friuli, le novità nella progettazione e nelle tecnologie di protezione delle strutture nelle zone sismiche, la prevenzione del patrimonio storico-architettonico dal rischio terremoti, le tecniche innovative di rilevamento delle aree a rischio, gli esiti della pianificazione comunale e regionale nell’area della ricostruzione, gli strumenti e i metodi per il restauro dei beni artistici dopo il terremoto in Friuli. Sono alcune delle ricerche realizzate dagli esperti dell’università di Udine in favore del territorio nel campo della conoscenza e della difesa dai terremoti. 

        Questi ed altri studi verranno presentati nel corso del convegno “Il terremoto del 1976 – 30 anni dopo”, in programma giovedì 27 aprile, con inizio alle 9, nel palazzo comunale di Venzone, e venerdì 28 aprile in sala Ajace, a Udine, organizzato dall’università di Udine e dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Centro internazionale di scienze meccaniche (Cism), l’Associazione dei sindaci della ricostruzione e l’Associazione dei consiglieri regionali. «Molte di queste ricerche – spiega il coordinatore scientifico del convegno, Marcello Riuscetti, docente di Sismologia applicata all’università di Udine – sono state rese possibili dal cospicuo intervento della Protezione civile regionale». 

        La prima giornata, giovedì 27 aprile, a Venzone, si aprirà alle 9 con i saluti del sindaco di Venzone, Amedeo Pascolo; del rettore dell’ateneo friulano, Furio Honsell; del presidente dell’Associazione dei sindaci della ricostruzione, Franceschino Barazzutti; del rappresentante dell’Associazione dei consiglieri regionali, Roberto Dominici, e del preside della facoltà di Ingegneria, Andrea Stella. Dopo le relazioni di Teresa Crespelloni, dell’università di Firenze, e di Vincenzo Petrini, del Politecnico di Milano, i lavori proseguiranno con le presentazioni delle ricerche sul rischio sismico del Friuli Venezia Giulia (Marcello Riuscetti), sulla vulnerabilità e la riclassificazione della regione (Stefano Grimaz), e sulla simulazione in realtà virtuale del crollo del Duomo di Venzone (Luca Chittaro). 

        Nel pomeriggio, dalle 14.30, dopo l’intervento del delegato del rettore per Ricerca scientifica e tecnologica, Fabio Barbone, sono previste le relazioni sull’aggiornamento professionale avanzato al Cism dal terremoto ad oggi (Fabio Crosilla), sulle tecnologie innovative di protezione sismica delle strutture (Stefano Sorace) e sulle nuove norme in materia di progettazione in zona sismica (Gaetano Russo). Seguiranno gli interventi sulla prevenzione del patrimonio storico e architettonico dal rischio sismico (Alessandra Gubana); sui metodi dinamici per il monitoraggio e la diagnosi strutturale (Antonino Morassi), e sul progetto “Venzone” (Alberto Moretti, presidente della cooperativa Arx, Marcello Riuscetti).

Venerdì 28 aprile, alle 9, in sala Ajace, a Udine, il convegno sarà introdotto dal direttore della Protezione civile regionale, Guglielmo Berlasso. Si parlerà di vecchi e nuovi processi territoriali in Friuli a trent’anni dal terremoto (Mauro Pascolini), della banca dati “Friuli earthquake damage” (Stefano Grimaz, Mauro Di Cecca), di tecniche innovative di rilevamento e rappresentazione delle aree a rischio (Alberto Beinat, Fabio Crosilla, Domenico Visintini); della tutela e valorizzazione degli archivi degli architetti della “ricostruzione” (Ugo Falcone); di distruzione e costruzione nell’arte contemporanea con i casi del Belice, del Friuli e dell’Irpinia a confronto (Alessandro Del Puppo), e di strumenti e metodi per il restauro dei beni artistici dopo il terremoto in Friuli (Rossella Fagiani, direttore del museo storico del Castello di diramare).

Alle 12.20 circa, porteranno il loro saluto il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini; il sindaco di Udine, Sergio Ceccotti, e il rettore dell’università di Udine, Furio Honsell. Al termine dei lavori della mattinata sarà consegnato un riconoscimento speciale al padre della moderna ingegneria sismica italiana, il professore emerito Giuseppe Grandori, già presidente del comitato ordinatore che diede vita alla facoltà di Ingegneria dell’università di Udine. La sessione pomeridiana inizierà alle 14.30 con l’intervento dalla preside della facoltà di Lettere, Caterina Furlan. Si discuterà quindi di tradizione e memoria (Gianpaolo Gri), del Friuli tra vecchi e nuovi rischi nell’interazione tra fenomeni fisici e sistemi umani (Bernardo Cattarinussi), delle conseguenze demografiche dopo il terremoto del ’76 (Marino Breschi, Alessio Fornasin), delle dinamiche spaziali nel Friuli ricostruito (Salvatore Amaduzzi, Mauro Pascolini) e degli esiti della pianificazione comunale (Sebastiano Cacciaguerra) e regionale (Sandro Fabbro) nell’area della ricostruzione.

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