Da mercoledì 3 a venerdì 5 maggio

Studente di Ingegneria meccanica del campus di Pordenone al Cern di Ginevra

Conoscerà i più importanti esperimenti al mondo
nel campo della fisica delle alte energie

        Studia Ingegneria meccanica al campus di Pordenone e ha dimostrato precocemente, al suo secondo anno di studi, un interesse innato per la fisica. L’università di Udine ha deciso di premiarlo, facendolo rientrare in quella stretta cerchia di studenti scelti che dal 3 al 5 maggio si recheranno al Cern, European organization for nuclear research, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, al confine tra Svizzera e Francia, alla periferia ovest di Ginevra. Parliamo di Eugenio Florean che ha già manifestato l’interesse di fare la propria tesi di laurea con il docente Mario Paolo Giordani che attualmente collabora all’esperimento Atlas che coinvolge duemila tra scienziati e ingegneri di 34 Paesi con l’obiettivo di esplorare la frontiera della fisica delle particelle elementari. 

        «Per poter spingere la ricerca oltre i livelli attuali – spiega Giordani in partenza per Chicago per partecipare all’esperimento CDF, il rilevatore di collisioni protone-antiprotone al Fermilab, il laboratorio dedicato ad Enrico Fermi – c’è la necessità di avvalersi di un team di ingegneri trasversali a tutte le aree, dagli elettrici, agli idraulici, agli elettronici, agli ingegneri civili e meccanici. Mi auguro che lo studente del Centro polifunzionale sia il primo di una lunga serie di giovani interessati a quel filone dell’ingegneria che si occupa della ricerca. L’ambiente è di quelli competitivi e c’è spazio solo per le eccellenze, ed è per questo che diviene fondamentale creare una squadra di studenti che potranno diventare i ricercatori del domani, oppure inserirsi con alta professionalità in ambito aziendale, facendo tesoro dell'esperienza nell'ambito della ricerca». 

        Florean, assieme ad una trentina di studenti scelti delle università di Udine e Trieste a Ginevra, assisterà alle presentazioni degli esperimenti collocati sull’LHC, il più grande acceleratore di particelle del mondo che, con i suoi 27 chilometri di circonferenza, farà collidere fasci incrociati di protoni. “Si tratta di ricerca pura che non ha una immediata ricaduta pratica – spiega Giordani – tuttavia certamente negli anni avvenire potrà esistere un aspetto speculativo con applicazioni che potrebbero andare dal campo medicale all’uso più comune. Come è avvenuto con Internet, il world wide web è nato, difatti, al Cern nel 1989 per poter scambiare efficientemente dati tra chi lavorava a diversi esperimenti in laboratori distanti tra loro”. Ricordiamo che in questi ultimi anni, l’Università di Udine ha partecipato alla realizzazione del tracciatore in silicio dell’esperimento Atlas, inserendosi a pieno titolo nella schiera degli atenei più importanti al mondo nel campo della ricerca scientifica. 

        Oltre ad Atlas, che con i suoi 45 metri di lunghezza e 25 di diametro costituisce uno dei più grandi apparati sperimentali mai realizzati, a Ginevra gli studenti conosceranno anche l’esperimento Cms - un rilevatore di 12500 tonnellate e lungo 21 metri, con un diametro di 16 metri in fase di assemblaggio all’interno di una cavità sotterranea nei pressi di Cessy in Francia - e Alice, il rilevatore di 20 metri in lunghezza e 16 in altezza che verifica le collisioni tra ioni di piombo, ricreando lo stato della materia negli istanti immediatamente successivi alla formazione dell’universo in seguito al Big Bang. Alla collaborazione Cms partecipano 2300 persone appartenenti a 159 istituzioni scientifiche, mentre Alice coinvolge un migliaio di fisici, ingegneri e tecnici, provenienti da trenta diverse nazioni. Grazie all’opportunità del viaggio di studio a Ginevra e alla conseguente conoscenza di importanti esperimenti, per i migliori studenti dei due atenei in regione, il campo della fisica delle alte energie, diviene un mondo meno teorico e più reale.

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