L’Ateneo alla mostra internazionale “Rinascere dalla bellezza” e poi all’Unesco a Parigi

Archeologia: le scoperte nel Kurdistan iracheno in mostra al Maxxi di Roma

Esposizione multimediale del progetto “Terra di Ninive” sostenuto da Mae, Regione FVG e Fondazione Crup

Immagine di un grande rilievo assiro ricostruito in 3D

L’Università di Udine è protagonista di una sezione della mostra “Rinascere dalla bellezza” al Maxxi di Roma, che testimonia il lavoro di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e artistico dell’Iraq svolto dall’Italia dal 2003 a oggi. Un percorso multimediale (nel museo progettato da Zaha Hadid, l’archistar irachena recentemente scomparsa) tra immagini e video inediti, sonorizzazioni, animazioni 3D e ologrammi accessibile a tutti: cittadini, turisti e studiosi. La mostra, aperta fino al 22 maggio, farà poi tappa all’Unesco a Parigi. 

La sezione dedicata all’Ateneo udinese, intitolata “Il domani condiviso”, testimonia l’attività svolta dagli archeologi friulani nel Kurdistan iracheno con il progetto “Terra di Ninive” iniziato nel 2012 e sostenuto dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, la Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione Crup. Progetto che ha portato alla documentazione, conservazione e valorizzazione del sistema idraulico dell’acquedotto del re assiro Sennacherib, con la scoperta in particolare di oltre 800 nuovi siti di straordinario interesse archeologico e culturale e di 6 nuovi bassorilievi; alla documentazione per l’ingresso nella “Tentative List” dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco e alla formazione delle risorse umane locali. 

«L’acquedotto di Sennacherib – sottolinea Daniele Morandi Bonacossi, direttore del progetto “Terra di Ninive” – è una delle più grandi opere architettoniche della civiltà assira». Oltre 240 Km di canali che portavano acqua all’antica capitale di Ninive, l’odierna Mosul, e alle coltivazioni della regione. «Suoi siti e complessi monumentali maggiori – spiega Morandi Bonacossi – sono Khinis e Jerwan, nel territorio di Dohuk, ricchi di iscrizioni e bassorilievi ancora in buono stato di conservazione su cui stanno lavorando i ricercatori del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale del nostro ateneo». 

L’esposizione è organizzata dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, insieme alla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri in collaborazione con il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Per maggiori informazioni: http://www.rinasceredallabellezza.it/.

 

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