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Future Forum: l’impegno del Friuli per un nuovo sviluppo

Dal 14 ottobre al 29 novembre, Udine al centro di una riflessione internazionale sul futuro, con esperti internazionali a dialogo con il mondo produttivo e la società civile

Si terrà a Udine, dal 14 ottobre al 29 novembre, la prima edizione del “Future Forum, Essere nuovi / Be new”, rassegna che porrà il Friuli al centro di una riflessione internazionale sul futuro, con l’obiettivo di affrontare con strumenti più adeguati i cambiamenti che attendono nei prossimi anni l’economia e la società. È amplissimo il network di enti coinvolti in Future Forum, che è dunque il risultato di un impegno corale, a partire dalla Camera di Commercio di Udine con il suo percorso d’innovazione Friuli Future Forum (www.friulifutureforum.com), dall’Università di Udine e dall’associazione vicino/lontano, passando attraverso la Regione Fvg e il Comune di Udine e istituzioni come Friuli Innovazione, Catas, tutte le associazioni di categoria, le scuole, i distretti, e con la collaborazione di Rai Fvg e Messaggero Veneto. E soprattutto le partnership internazionali che partecipano all’intero progetto: Institute for the Future di Palo Alto, OCSE (Organizzazione per la la cooperazione e lo sviluppo in Europa) e Copenhagen Institute for Future Studies. 

Future Forum si concretizzerà in incontri, conferenze, workshop, case history e dibattiti in varie sedi e luoghi della città (con iniziative anche nelle scuole udinesi, nell’area montana e nella bassa friulana), per sviluppare, nel corso di più settimane, visioni e riflessioni sul futuro e su come cambieranno modi, stili, sistemi e regole nei prossimi quindici-venti anni, rivolgendosi con particolare attenzione al mondo delle imprese, della formazione, delle professioni, del lavoro. Sono stati chiamati a confrontarsi i massimi esperti delle maggiori organizzazioni internazionali, a partire da quelle partner, che dialogheranno con studiosi e ricercatori italiani attorno agli scenari che modificheranno la nostra società, rispondendo ad alcune domande chiave: nei prossimi 15/20 anni come cambieranno l’industria, le piccole e medie imprese, il welfare? Come cambieranno l’artigianato, il turismo, il green growth? Come cambieranno la trasmissione dei saperi, la scuola, la formazione, i nuovi media? Come cambieranno le città, i centri storici, con il riuso, con le forme di autogoverno? Come cambieranno la natura, l’alimentazione, la nutrizione, l’energia?

Il Forum offrirà a imprenditori, amministratori pubblici e alla società civile strumenti concreti di lavoro e azione sui territori grazie al confronto con esperti dei massimi think tank mondiali: una settimana per ciascun tema, per dimostrare che non basta sperare in un domani migliore, ma bisogna essere capaci di costruirlo giorno dopo giorno, idea dopo idea, rischio dopo rischio.

«Future Forum è espressione in un progetto, Friuli Future Forum, di attività e iniziative annuali tutte dedicate agli scenari futuri e all’innovazione. Percorso che la Cciaa di Udine ha avviato tre anni fa, quando la crisi investiva strutturalmente il sistema produttivo del Fvg», afferma il presidente camerale Giovanni Da Pozzo. «A fianco dei consueti strumenti di sostegno alle imprese abbiamo dunque voluto sperimentare un progetto originale, per promuovere una maggiore cultura dell’innovazione nel sistema produttivo, offrendo agli imprenditori, come alla società civile, occasioni di confronto con chi nel mondo sta costruendo futuro e superando la crisi con nuove modalità. La rassegna delle prossime settimane diventa momento speciale di questo percorso, realizzato con un lavoro di squadra fra istituzioni, esprimendo un territorio intero che si impegna per il futuro, e mettendo a disposizione del sistema produttivo e dei cittadini l’esperienza di alcuni fra i più noti e apprezzati “esperti di futuro” a livello mondiale, che stanno lasciando il segno indicando nuovi modelli di sviluppo».

«Future Forum invita a guardare il futuro, come recita il titolo, a “Essere nuovi/Be new”», spiega il project manager Renato Quaglia. «Il futuro non basta attenderlo, bisogna partecipare a costruirlo giorno dopo giorno. Essendo nuovi già da oggi. Ecco perché un programma che non si concentra in pochi giorni spettacolari, ma in un più durevole e costante lavoro di proposta e confronto, condotto con gli attori principali del sistema produttivo, dell’educazione, dell’impresa e della ricerca».

Le cinque domande che affronterà il Forum, dedicando una settimana a ciascun tema:

Come cambieranno il lavoro, l’industria, le piccole e medie imprese, il welfare? (14-18 ottobre – a cura di Guido Nassimbeni, Renato Quaglia, Paolo Ermano , Roberto Calugi):

La crisi attuale ha mostrato quanto poco siano stati pianificati i cambiamenti e lo sviluppo dei processi di gestione della piccola e media impresa, quanto il sistema sia dipendente dal credito, quanto sia decisivo trovare nuovi modelli per lavoro, industria, impresa e welfare. Quali tipi di relazioni industriali si imporranno? Che idea di organizzazione imprenditoriale e produttiva dovremo mettere in campo nei prossimi 15-20 anni?

Risponderanno a queste domande, fra gli altri: il Ceo del Copenhagen Institute for Future Studies Claus Kjeldsen, che dialogherà con il direttore del dipartimento per l’Imprenditorialità, le Pmi e lo Sviluppo locale dell’OCSE Sergio Arzeni nella conferenza d’apertura della rassegna, volta a scoprire “Quale sarebbe il futuro migliore?”;l’autore e giornalista del New York Times Richard Donkin che dialogherà con l’economista Andrea Fumagalli nell’incontro “La fine delle pensioni e il reddito di cittadinanza”; l’ideatore del programma multimediale “Italiani di frontiera”, che racconta storie di Italiani capaci di tentare nuove imprese, Roberto Bonzio; l’amministratore di Banca Prossima Marco Morganti che con Barbara Lunghi, Responsabile dei Mercati per le PMI della Borsa Italiana e Alessandra Bechi, Direttore Ufficio Tax & Legal e Affari Istituzionali dell’AIFI, rifletterà su come la forma “banca” non è più adeguata ai nuovi contesti e sulle nuove forme di credito che si affermeranno nella conferenza “Come finanziare il futuro?”; l’economista Bruno Lamborghini, che nel workshop “Futuro del lavoro e lavoro del futuro – da Adriano Olivetti alla società della conoscenza” spiegherà il passaggio dalla società industriale a quella informatica, da una realtà materiale a una in cui tutto è immateriale; l’Economista della Venice International University Enzo Rullani che assieme all’economista Fulvio Mattioni delineerà i “Nuovi orizzonti per le aggregazioni d’impresa della Bassa friulana”.

Come cambierà il modo di fare impresa per artigianato, turismo, ambiente, green growth? (21-25 ottobre – a cura di Daniele Pitteri, Guido Nassimbeni, Luca Nardone):

Quali saranno i lavori del futuro? Quali competenze richiederanno? Sarà ripetizione delle stesse logiche del presente, oppure dovremo pensare a figure del tutto inedite capaci di rendersi disponibili per un lavoro pluriprofessionalizzato? E la banda ultralarga quanto e come inciderà sul mondo del lavoro e dell’impresa?

Interverranno, tra gli ospiti: l’analista dell’OCSE e direttore del Programma di Ricerca dell’Università di Oxford Angela Wilkinson,che spiegherà come elaborare scenari possibili per capire ognuno il proprio futuro nell’incontro “Prevedere il proprio scenario per costruire il proprio domani”; lo scrittore di fantascienza e teorizzatore del movimento cyberpunk Bruce Sterling, che in “Le forme del futuro”sosterrà la pericolosità dell’uso e dello sviluppo inarrestabile della tecnologia, che già condiziona la nostra esistenza e detta i nostri comportamenti; il sociologo Bertram Niessen,ideatore e project manager della piattaforma per progetti di innovazione culturale “cheFare”, che interverrà su “Manifatture digitali e trasformazioni socio-culturali”; il presidente del Touring Club Franco Iseppi terrà la conferenza “IL FUTURO E’ GIA’ QUI (ma non tutti lo vedono). Le nuove frontiere del turismo e lo sviluppo delle imprese e dei territori”; il giornalista ed esperto di innovazione Riccardo Luna, l’esperto di editoria digitale Giuseppe Granieri e Marco di Ciano di Living Labs Puglia terranno la conferenza “Tra infrastruttura tecnologica e innovazione: dal fablab al livinglab”.

E ancora: il saggista e giornalista scientifico Giovanni Caprara; Sergio Campodall’Orto del politecnico di Milano; l’esperto di progettazione culturale Andrea Pollarini;dall’AREA Science Park di Trieste il direttore Innovation Factory Fabrizio Rovatti e il direttore Servizio Trasferimento Tecnologico Stephen Taylor.

E inoltre, dal 21 ottobre al 9 novembre, l’iniziativa “FabLab Udine, Prove tecniche di makers!”, promossa da Comune di Udine (Progetto Pitagora, Adriatic Ipa), Confartigianato Udine e Future Forum, con una serie di workshop dedicati soprattutto ai più giovani, studenti delle scuole superiori e universitari, che non si accontentano di guardare, ma vogliono mettersi alla prova costruendo qualcosa, sperimentando di persona il mondo dei maker e degli artigiani del futuro, tra stampanti 3D, Lim a basso costo per le scuole, laboratori di robotica, single board computer, Arduino e Raspberry pi.

Come cambieranno la trasmissione dei saperi, la scuola, la formazione, i media, le tecnologie di connessione e interazione? (4-13 novembre 2013 – a cura di Armando Massarenti):

Il futuro non prevede, nei prossimi 15 anni, nuove rivoluzioni tecnologiche, eppure la complessità degli strumenti di cui già disponiamo richiede una nuova rivoluzione, questa volta delle modalità di utilizzo, per la trasmissione di contenuti adeguati alle potenzialità di cui disponiamo. Nuovi metodi educativi dovranno adattarsi a nuovi modelli formativi, per permettere alle nuove generazioni di conservare e sviluppare capacità critiche e selettive nell’acquisizione del sapere.

A discutere sul tema: dal Copenaghen Institute for Futures Studies Carsten Beck,che terrà la conferenza “Nuovi modi di imparare, nuove tecnologie, nuovi modi di lavorare”; il sociologo Derrick De Kerkhove, uno dei massimi studiosi mondiali di comunicazione e nuove tecnologie, con “Il battito del web. Come le emozioni in rete motivano l’attivismo politico, informativo e pubblicitario”; il professore di Internet Governance dell’Oxford Internet Institute all’Università di Oxford, Viktor Mayer-Schoenberger, che parlerà di “BIG DATA: una rivoluzione che trasformerà l’economia e la società”, evidenziando le implicazioni positive dell’eccesso di dati (combattere le malattie, contrastare il cambiamento climatico, risolvere misteri della scienza) e anche quelle negative, con le loro implicazioni preoccupanti per la società; l’economista Alberto Cottica, che nella conferenza “Wikicrazia – Democrazia nell’era della rete” sosterrà che le forme di governo, in futuro, saranno fatte da partecipazione popolare e condivisa, esattamente come Wikipedia è un modello di costruzione del sapere che parte dal basso; il sociologo e scrittore Alberto Abruzzese dialogherà con il vice presidente per l’Education di Confindustria Ivanhoe Lo Bello sul tema “La formazione oltre la scuola, oltre l’impresa”; con il giornalista Luca Debiase e il blogger Stefano Quintarelli la conferenza “Udine città della luce. La rete come acceleratore per le imprese del territorio”.

E ancora: sul tema “La scuola digitale. Book in progress” Salvatore Giuliano, Mario Rotta e Agostino Quadrino; per “Le frontiere di tecnologie 3D, makers e big data nelle visioni di alcuni protagonisti” con Maurizio Caporali, Mirko Daneluzzo, Alberto Barberis, Antonio De Lorenzo. Senza dimenticare, l’8 e 9 novembre, l’Udine3D Forum, promosso da Confartigianato Udine, i 20 workshop tecnici sui principali software di disegno e modellazione 3D (www.udine3d.it).

Come cambieranno le città, i centri storici, la pratica del riuso, i modi dell’autogoverno, le forme collaborative? (18-22 novembre – a cura di Alessandro Verona):

Quale sarà il destino dei centri storici delle città medio-piccole? E quello delle aree periferiche dei territori? Il tema del riuso dei materiali diventerà la regola di un nuovo sistema di valori per la società uscita dalla crisi del XXI secolo? Quali saranno le nuove forme collaborative su cui si reggerà il patto di cittadinanza? E fin dove si spingeranno i modelli di autogoverno delle città e dei territori dopo il superamento del concetto di nazione?

Ne parleranno: l’esperta di politiche urbane e analista dell’OCSE Debra Mountford, che, oltre a condividere il kit di strumenti che ha creato per dare sviluppo economico ad aree marginali del pianeta, proporrà una conferenza dal titolo “Il futuro delle politiche urbane. Le proiezioni OCSE sulle politiche urbane”; il vincitore del Goldman Environmental Prize 2013 Rossano Ercolini parlerà de “Il futuro è senza rifiuti”; un incontro dal titolo “Riuso e design” con Lionel Devlieger del collettivo belga ROTOR, che smonta edifici destinati ad essere abbattuti per riutilizzarne tutto quello che riescono a recuperare (dai fili elettrici, alle viti, allo stesso cemento sbriciolato), e che ha la curatela della prossima Triennale di Architettura di Oslo; dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea Paola Annoni su “Se i territori corrono, le imprese corrono. Il rapporto sulla competitività regionale della Commissione Europea”; Francesco Cazzaro, Claudio Cipollini e don Antonio Loffredo che si interrogheranno sui nuovi modi di autogestione per i cittadini nella conferenza “Le esperienze di trasformazione urbana che cambieranno le nostre città”; Dilip Rahulan, Executive Chairman della Pacific Control Systems con Michele de Nigris dell’Energy Lab Fundation che parleranno di “Smart Cities”; Raffaele Trapasso dell’OCSE e Giuseppe Dematteis del Comitato direttivo del Consiglio italiano per le scienze sociali dialogheranno nella conferenza “Programmare la vita di montagna”.

E ancora: Andreas Dellske di Forum di Vauban; il teorico della learning city e long life learning Norman Logworth, Cristina Conti, Rossano Ercolini, Antonello Caporale.

Come cambieranno la natura, il biotech, il cibo, la nutrizione, l’energia? (25-29 novembre 2013 – a cura di Michele Morgante):

Mai come in quest'epoca ci siamo resi conto di quanto critico e pericoloso può essere il nostro rapporto con la natura. Il futuro che ci attende è un futuro basato su un nuovo accordo fra le esigenze dell'umanità e quelle dell'ambiente, fra le esigenze dei popoli e la disponibilità delle risorse, tra etica e progresso scientifico. Le staminali produrranno quello che oggi non pare rinnovabile? Le ricerche sul DNA porteranno a nuovi tipi di cibo e di prodotto? Come verrà prodotta la molta energia che continua ad occorrere e sta finendo? Potremo sfamare tutti? Come? Cosa cambierà nelle nostre abitudini e nella nostra società?  Si interrogheranno su questo tema: l’antropologa sociale dell’Institute for the Future di Palo Alto Brinda Dalal, consulente delle 500 imprese americane che stabiliscono il Dow Jones USA, che parlerà di “Tecnologia, industrie, natura: il mix per il futuro”; la studiosa Ivana Capozza, che presenterà il nuovo: “Ambiente e sviluppo, habitat e abitanti. Report OCSE sull’ambiente, il paesaggio, il clima in Italia”; il vice presidente del colosso mondiale della produzione alimentare DuPont Agricultural Biotechnology Barbara J. Mazur che dialogherà sul futuro dell’alimentazione con il Rettore dell’Università degli studi di Scienze Gastronomiche  Alberto Capatti e Kurt Schmidinger di FUTURE food; Giulio Colomba di Slow Food e Guido Scienza di IGA si confronteranno nella case history “Il vino del futuro”; Raffaella Rumiati e Stefano Baroni della SISSA di Trieste si confronteranno su “Cibo e neuroimaging”.

 
Il programma sarà aggiornato su www.friulifutureforum.com

Per gli incontri aperti al pubblico e iscrizioni: info@friulifutureforum.com

FONTE: CAMERA DI COMMERCIO DI UDINE

 

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