I risultati dell’indagine Almalaurea fra 27 università italiane

Studioso, lavoratore e giramondo: ecco l'identikit del laureato a Udine

Si laurea con il 103 anche se il 73% lavora durante gli studi

Si laureano in media a 27,3 anni, con un voto di laurea pari a 103,3 e una media agli esami di 26,2, ben il 73% ha già avuto esperienze lavorative e il 13,5% ha avuto esperienze all’estero durante gli studi. È questo l’identikit del laureato all’Università di Udine tracciato dall’indagine Almalaurea, predisposta dall’Osservatorio statistico dell’Università di Bologna grazie all’intesa con 38 atenei italiani ed il contributo del ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Una fotografia che vede i giovani neo-dottori dell’ateneo friulano un passo più avanti rispetto ai colleghi del resto dell’Italia: in media, infatti, i giovani si laureano a 27,9 anni, con un voto di laurea pari a 102,7 e una media agli esami di 26,2, ma solo il 64,6% ha avuto esperienze lavorative e solo l’8,5% è andato all’estero durante gli studi.

La performance dei laureati a Udine è confermata anche nel confronto con i laureati triennali, ovvero quelli post-riforma universitaria. In questo caso a Udine l’età della laurea scende a 24,9 anni (a fronte dei 26,7 della media italiana), il voto di laurea è pari a 103, 2 (102,3 la media italiana), il punteggio agli esami è di 26,2 (in Italia 26,1), diminuisce il numero degli studenti lavoratori che si attesta sul 53,1% (in Italia il 60,9) ma cresce notevolmente la percentuale di chi fa esperienza all’estero (18,6% a fronte del 12,4% del resto dell’Italia).

 Insomma, i giovani che si laureano a Udine non si limitano a terminare gli studi con risultati al di sopra della media nazionale , ma completano la loro esperienza universitaria anche con quella lavorativa o di studio all’estero. Complessivamente nell’ateneo udinese i laureati nel 2003 sono stati 2.470, dei quali 1.351 per i corsi di laurea “tradizionali”, ovvero quelli prima della riforma, 767 per le lauree triennali, 310 per le lauree specialistiche e 42 per le lauree specialistiche a ciclo unico (come Medicina).

 Al lavoro subito. Sarà proprio a causa dell’esperienza lavorativa già acquisita che il 59,4% (a fronte del 43,2% italiano) dei laureati tradizionali e il 33,6% (a fronte del 30,6% italiano) dei laureati triennali non intendono proseguire negli studi, ma vogliono subito trovare un lavoro (non ha preferenze il 47% dei laureati tradizionali e il 45,4% di quelli triennali). Le aree aziendali preferite dai laureati tradizionali sono quelle del marketing, comunicazione e pubbliche relazioni e dell’organizzazione (entrambe al 72%), subito seguite da ricerca e sviluppo (71%) e risorse umane (70%), mentre quelli triennali prediligono di gran lunga il settore della ricerca e sviluppo (70%). Tutti cercano le stesse cose: innanzitutto acquisizione di professionalità, seguita da stabilità, sicurezza e carriera. All’ultimo posto il tempo libero. Ma il 93% vorrebbe un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

 La scelta universitaria? Giusta. Promosse le lauree triennali: l’86,1% (a fronte dell’83,7% italiano) dei laureati triennali si iscriverebbe di nuovo alla stessa università e allo stesso corso di laurea. La riforma sembra così aver accontentato anche le ultime perplessità: dei laureati tradizionali, infatti, un pur molto buono 80,6% si riscriverebbe alla stessa università e allo stesso corso, a fronte però di un 83,3% italiano, mentre il 15% cambierebbe corso di laurea (l’11,3% la media nazionale). Complessivamente promossa anche l’esperienza universitaria. Ai laureati è piaciuto sia il rapporto con gli altri studenti che con i docenti. Ottengono appena la sufficienza le strutture universitarie (un dato uniforme in tutta Italia): aule, biblioteche, ma soprattutto laboratori potrebbero essere migliorati secondo i neo-dottori.

 La carica delle donne. Aumenta la presenza femminile (813 laureate donne e 538 uomini) all’università di Udine, ma non solo. Le neo-dottoresse dell’Ateneo friulano sono anche più brave rispetto ai colleghi maschi. Si laureano prima (27 anni contro i 27,8 degli uomini), con un voto più alto (105,2 contro 100,3 degli uomini), hanno una media più alta agli esami (26,8 contro 25,4), frequentano di più le lezioni (78,2% contro 77%), lavorano anche di più durante gli studi (73,4% a fronte del 72,5%) e hanno avuto maggiori esperienze all’estero (14,7% a fronte dell’11,7% degli uomini). Performance confermata (e in alcuni casi anche migliorata, addirittura il 25,5% delle donne hanno studiato all’estero a fronte del 9,2% dei colleghi uomini) anche per le lauree triennali.