Il Safety Day a Gorizia

Evacuazione e focus sull'impatto sociale del terremoto del 1976 in Friuli e sulla prevenzione e gestione degli eventi sismici

Da sinistra Salvatore Gambitta, Nicoletta Vasta e Bernardo Cattarinussi

Venerdì 6 maggio a Gorizia nella sede di “Santa Chiara” dell’Università di Udine, in occasione del 40° anniversario del tragico terremoto che colpì la Regione nel 1976, si è tenuto l’incontro intitolato “Safety day” per il progetto “Epicentro di saperi”. Alle 10 si è svolta la prova di evacuazione simultanea in tutto l’Ateneo, che ha coinvolto studenti, professori e personale non docente. 

Successivamente si è tenuta una conferenza (video) nell’aula 3 iniziata con l’introduzione della professoressa Nicoletta Vasta che ha ripercorso i terribili momenti di quella sera del 6 maggio 1976 in cui il Friuli ha iniziato a tremare, seguita dall’intervento del professore di sociologia Bernardo Cattarinussi dal titolo “Impatti sociali di una catastrofe umana” incentrato sulle conseguenze sociali causate dall’evento del terremoto sulla popolazione. Il professore ha spiegato come la storia del terremoto del Friuli può essere divisa in tre diverse fasi psico-sociali: la fase immediatamente successiva al sisma è quella dell’emergenza, seguita da quella della ricostruzione e quella della memoria. La fase dell’emergenza vede succedersi altrettanti stadi: lo stadio dell’impatto immediato, lo stadio della reazione collettiva e lo stadio del recupero. 

I risultati delle ricerche effettuate sul campo durante la fase della ricostruzione hanno messo in evidenza alcuni dati interessanti sulle conseguenze psico-sociali del sisma sulla popolazione. Infatti è emerso come le condizioni psicologiche, come quelle fisiche, sono state percepite come in peggioramento piuttosto che in miglioramento (45% contro il 6% degli intervistati), soprattutto tra le donne, gli individui più istruiti e gli intervistati anziani. Inoltre si è messo in luce come nelle famiglie che abitavano in case temporanee, i conflitti intra-familiari erano maggiori rispetto a quelle che abitavano in case di mattoni. 

A seguire c’è stato il prezioso intervento del responsabile della Protezione civile del Comune di Gorizia Salvatore Gambitta intitolato “Come gestire un terremoto oggi” in cui ha sottolineato l’importanza della previsione del sisma e dell’attuazione di un buon sistema integrato di pianificazione e informazione su come agire in caso di eventi sismici. «Fondamentale – ha detto Gambitta – è l’aiuto dei volontari della Protezione civile nei casi di emergenza inoltre la necessità è quella di formare i giovani ad attività di volontariato in materia di protezione civile». 

In tal senso Gambitta e Vasta si sono detti favorevoli a una collaborazione che vedrebbe coinvolti gli studenti dei corsi di laurea in comunicazione dell'Ateneo friulano. 

Infine sono intervenuti alcuni studenti del corso di laurea in Relazioni pubbliche e del corso di laurea magistrale in Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni per presentare il risultato del lavoro svolto per il progetto “Safety Communication” che, nelle giornate precedenti l’incontro, li ha visti coinvolti nella riorganizzazione della segnaletica di emergenza della sede universitaria di Santa Chiara, con l’obiettivo di renderla più chiara ed efficace. 

Il lavoro del gruppo di tirocinanti ha messo in luce alcune buone pratiche comunicative che possono migliorare la leggibilità e l'efficacia della segnaletica d'emergenza e che verranno auspicabilmente adottate a livello di Ateneo, anche nella versione in inglese, a cui al momento sta lavorando un altro gruppo di studentesse del corso di Comunicazione integrata per le imprese e le organizzazioni.

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