Venerdì 25 giugno alle 11 nella sala convegni di palazzo Antonini

L’italiano nell'era della globalizzazione, tavola rotonda all'Università di Udine

Nell’ambito del corso per i discendenti da emigranti friulani in Sudamerica

Qual è lo stato di salute della lingua italiana nel mondo e quale posizione occupa nel cosiddetto mercato globale delle lingue? Nonostante si collochi al ventesimo posto nella graduatoria per numero di parlanti, perché l’italiano si posiziona sesto nella classifica delle lingue più studiate? Su questi temi verterà la tavola rotonda “Destini e fortune dell’italiano nell’era della globalizzazione” che si terrà venerdì 25 giugno alle 11 nella sala convegni di palazzo Antonini in via Petracco 8 a Udine. Organizzato dal dipartimento di Glottologia e Filologia classica, l’incontro si inserisce nel quadro delle attività formative del corso di perfezionamento “Valori identitari e imprenditorialità”, avviato dall’Università di Udine per dodici giovani laureati sudamericani discendenti da emigranti friulani nell’ambito del Progetto Firb 2009-2012 “Perdita, mantenimento e recupero dello spazio linguistico e culturale nella 2° e 3° generazione di emigrati italiani nel mondo: lingua, lingue, identità. La lingua e cultura italiana come valore e patrimonio per nuove professionalità nelle comunità emigrate”. Interverranno Massimo Vedovelli, rettore dell’Università per Stranieri di Siena e capofila del progetto nazionale Firb, Flavio Pressacco dell’Università di Udine, Monica Barni dell’Università per Stranieri di Siena e il vicepresidente di Confindustria Udine Matteo Tonon. Moderatore sarà Raffaella Bombi, direttore del corso di perfezionamento, mentre le conclusioni saranno affidate a Vincenzo Orioles, coordinatore per Udine del Progetto Firb.
 
L’appuntamento è aperto a docenti, corsisti, studenti e a tutti gli interessati «a un tema ricco di risvolti – spiega Bombi - che scavalcano i confini delle appartenenze disciplinari per investire lingua, economia, politica. Affrontare il problema generale dell’identità della nostra società, del nostro Paese, significa innanzitutto ragionare sull’impegno che le istituzioni dedicano alla promozione della lingua italiana nel mondo e in particolare presso le comunità emigrate». Questo sforzo «è largamente inferiore – prosegue Bombi – a quello profuso da Paesi come Francia, Inghilterra, Spagna e Germania che mettono in gioco risorse consistenti, mentre è diffusa la consapevolezza della mancanza di una reale politica linguistica italiana come linea strategica che attribuisca il giusto peso al nostro ruolo internazionale. La diffusione dell’italiano nel mondo non si esaurisce con una questione squisitamente linguistica, ma va posto nei termini del posizionamento complessivo del sistema-paese entro uno scenario competitivo non solo di idiomi e culture, ma anche di società e economie».
 
Inaugurato il 31 maggio scorso, il corso di perfezionamento “Valori identitari e imprenditorialità” giunge con questa tavola rotonda «a uno snodo cruciale – sottolinea Bombi –. Si concludono infatti le attività didattiche frontali e on line ed è tempo di proporre un bilancio alla vigilia della fase degli stages aziendali». «I destini dell’italiano all’estero – dice Orioles - vanno nella direzione di un’attenzione a tutti i processi in grado di governare la diffusione dell’italiano nel mondo con particolare attenzione ai corsi di alta formazione universitaria che si reggono su progetti di qualità attenti all’innovazione e in grado di tenere un profilo alto in termini qualitativi e di offerta culturale».

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