Convegno su aspetti funzionali, cognitivi, storici ed estetici della manoscrittura

La scrittura a mano nell'era digitale: esperti a confronto

Appuntamento sabato 18 aprile, dalle 9, nella sala Gusmani di palazzo Antonini

La scrittura a mano è ormai obsoleta? È importante che i bambini imparino a scrivere con carta e penna? In che modo le tecniche di scrittura influenzano la capacità di pensare? Sono alcuni degli interrogativi di cui si discuterà al convegno “Manoscrittura: aspetti funzionali, cognitivi, storici, estetici” che si terrà all’Università di Udine sabato 18 aprile, dalle 9 alle 13.30, nella sala Gusmani di palazzo Antonini (via Petracco 8).

Il programma degli interventi sarà scandito in due sessioni. I lavori della prima mattinata, moderati dal responsabile scientifico del progetto, Antonella Foi, si apriranno con la relazione di Guglielmo Antonutto su “Scrittura e motricità”. Seguiranno l’intervento di Laura Pani, dal titolo “Quando si scriveva solo a mano: appunti di paleografia”, e quello di Michela Bertoli sull’”Importanza attuale della manoscrittura” . Nella seconda sessione, moderata da Guglielmo Antonutto, Giampaolo Pes parlerà di “Tecniche calligrafiche”. A seguire, la relazione di Antonella Foi, che tratterà della “Scrittura su tablet”, e infine, la lezione magistrale di Franco Fabbro sul “Ruolo della scrittura manuale nel ‘Libro rosso’ di Carl Gustav Jung”. L’ultima parte dell’incontro sarà riservata alle conclusioni e a un momento di discussione.

Non vi è ancora disponibilità di ricerche scientifiche su ampia scala degli esperimenti didattici già in atto nelle scuole tedesche, negli Stati Uniti e in Finlandia, dove dal 2016 in poi l’insegnamento della scrittura a mano diverrà facoltativo, ma già autorevoli autori hanno espresso dubbi sull’operazione.

«L’utilizzo della tastiera – spiega Fabbro – ha il potere di ridurre le nostre potenzialità e di influenzare la formazione dei nostri pensieri. In altre parole la tecnologia ci sta cambiando. Nell’era della comunicazione digitale il pensiero si fa breve e si impoverisce. Scrivere a mano, invece, costituisce un insostituibile strumento di apprendimento perché stimola il cervello e provoca una maggiore concentrazione e precisione. Lo dimostra l’esperimento del professor Benedetto Vertecchi che ha coinvolto quasi 400 bambini: man mano che si abituavano a usare la penna, visto che in molte scuole primarie si stanno diffondendo le tastiere, ci sono stati miglioramenti nell’accuratezza e ricchezza del linguaggio, nella struttura della frase e addirittura nell’ortografia».

Il convegno è promosso dalla sezione di Udine dell’Associazione grafologica italiana e dal corso di laurea in Scienze della formazione dell’ateneo friulano, con il patrocinio dell’Associazione grafologica italiana nazionale, della Provincia di Udine e del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

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