Appuntamento giovedì 24 novembre, alle 16, nel polo pedagogico di via Margreth 3

Lo scrittore Boris Pahor all'Università di Udine

Ospite della facoltà di Scienze della formazione
nell’ambito dei seminari di letteratura slovena

Evento letterario all’Università di Udine con lo scrittore Boris Pahor, ospite della facoltà di Scienze della formazione giovedì 24 novembre, alle 16, nell’aula 18 del polo pedagogico di via Margreth 3 a Udine. L’incontro, aperto a tutti, si terrà nell’ambito dei seminari di letteratura slovena coordinati da Roberto Dapit, professore di Lingua e letteratura slovena. Parteciperanno anche gli studenti leggendo dei brani, in italiano e in sloveno, tratti dai libri dell’autore. Per l'occasione sarà allestita una mostra dei libri di Pahor in entrambe le lingue.
 
Boris Pahor ha vissuto in prima persona la realtà disumana provocata dai regimi totalitari del Novecento. «Nei suoi incontri con il pubblico – spiega Dapit – predilige rivolgersi ai giovani non soltanto per testimoniare la tragedia europea di un'epoca, ma soprattutto per riflettere insieme a essi sulla libertà e quindi sul ruolo svolto in questo senso dalla letteratura e dall’arte». Lo scrittore diventa così «custode dei valori dell'esistenza – sottolinea Dapit – oltre che di un ampio segmento della memoria collettiva del Novecento da cui la storia e la cultura europee non possono prescindere».
 
Boris Pahor è nato nel 1913 a Trieste dove attualmente vive. Già in contatto con le organizzazioni antifasciste dalla fine degli anni Trenta, durante la seconda guerra mondiale si unisce alle forze della Resistenza attive nel Litorale sloveno, ma viene arrestato e deportato nei campi di concentramento nazisti. Simili esperienze rappresentano la materia di quasi tutta la sua ampia opera letteraria (romanzi, novelle, scritti memorialistici) in lingua slovena. Dopo il rientro a Trieste si laurea in lettere presso l’Università di Padova dedicandosi all'insegnamento della letteratura italiana nella scuola superiore slovena della città natale.
 
Pahor è stato insignito di importanti premi e onorificenze, anche a livello internazionale. In particolare, nel 1992 ha ricevuto il Premio Prešeren, massimo riconoscimento per i risultati ottenuti in campo artistico in Slovenia, mentre nel 2007 gli è stata attribuita la Legion d’Onore da parte del Presidente della Repubblica Francese. Più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, nel 2009 anche la cattedra di Lingua e letteratura slovena dell’Università di Udine ha proposto il nome di Boris Pahor.
 
Della sua affermazione a livello internazionale sono prova anche le traduzioni in numerose lingue europee. Nel panorama letterario sloveno contemporaneo Pahor di distingue perché è l’autore più tradotto in lingua italiana. Benché nel nostro paese i lettori lo abbiano scoperto tardi (è tradotto in italiano dagli anni Novanta), il romanzo Necropoli è stato particolarmente apprezzato da critica e pubblico tanto che, nel 2008, ha ottenuto il Premio Internazionale Viareggio-Versilia. Negli anni successivi l'opera di Pahor si arricchisce notevolmente di traduzioni in italiano. Si veda, ad esempio, Una primavera difficile (2009), Qui è proibito parlare (2009), Piazza Oberdan (2010), fino alla recentissima Dentro il labirinto (2011).

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