Wildeman: «L’istruzione offre una chiave di lettura sul mondo fuori dai nostri confini»

Il presidente della University of Windsor in Ontario, esperto di biotecnologie, sarà a Udine per il G7 Università

Alan Wildeman
Specialista in biotecnologie, il dottor Alan Wildeman parteciperà al G7 di Udine come Presidente della University of Windsor in Ontario, ruolo che lascerà nel 2018 dopo dieci anni di espansione dell'ateneo canadese.

Dottor Wildeman, quali sono le sue aspettative per il G7 University?

C'è un gran bisogno, ed è una grande sfida, far sì che l'istruzione universitaria sia accessibile a chiunque la voglia perseguire. L'istruzione è uno degli strumenti che offrono una chiave di lettura sul mondo fuori dai nostri confini. Per questo dobbiamo fare in modo che le barriere all'accesso siano minimizzate. Dobbiamo continuare a fare il possibile per usare le piattaforme tecnologiche che permettono stabilire interazioni tra studenti e docenti in modi nuovi. Ci deve essere uno sforzo concertato per esaminare cosa insegniamo. Un curriculum che non forma cittadini più informati e non fornisce skills applicabili in un mondo che cambia rapidamente porterà gradualmente alla percezione che l'istruzione non è rilevante e di conseguenza sempre meno prioritaria per finanziamenti da parte dei gioverni. E' mia intenzione riportare in Canada le prospettive dei miei colleghi su questi temi.

Con una previsione di 400 milioni di studenti nel 2030, ritiene che il messaggio politico "Education and College Education for all" sia un obiettivo realistico in un mondo globalizzato, ma al tempo stesso polarizzato, come quello di oggi?
Ne sono convinto. Se non cerchiamo di arrivarci, vedremo il perpetuarsi di una società economicamente stratificata, dove chi ha avuto una educazione continuerà a godere di opportunità non disponibili agli altri. Questo obiettivo sarà realistico solo se tecnologia e innovazione nel sistema educativo, associati all'azione di governi che ne fanno una priorità, riusciranno a metterlo alla portata di tutti.

L'e-learning viene considerata una via possibile per bilanciare gli alti costi dell'istruzione universitaria. Cosa fa Windsor in questo settore?
Aumentiamo continuamente il numero dei corsi disponibili online. Quando gli approcci di insegnamento online sono sviluppati e messi a disposizione nella maniera giusta, non si annacquano i contenuti e la qualità dei corsi e, allo stesso tempo, le probabilità di imbrogli da parte degli studenti sono minimizzate. L'unico problema dei corsi online è la difficoltà a integrare esperienze concrete sul luogo di lavoro e altre forme di apprendimento basate sul tirocinio.

Le migrazioni sono un grande tema politico, sociale e umanitario dei nostri tempi. Il Canada ha adottato un approccio diverso da quello, ad esempio, degli Stati Uniti. Qual è l'impatto sulle politiche di accettazione a Windsor?
La nostra università dà il benvenuto a studenti da tutte le parti del mondo. Abbiamo messo in piedi politiche e procedure che rafforzano i nostri valori e il nostro impegno all'equità. Di recente abbiamo preso speciali iniziative per contribuire all'insediamento di profughi siriani e aumentato il numero degli spazi a disposizione di studenti profughi per contribuire ad una migliore accoglienza.

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