Ingresso gratuito alla Fondazione Carigo fino al 26 febbraio

“Altrove 1915-1918”. Le storie dei profughi in mostra a Gorizia

Il dramma degli isontini costretti a vivere nel campo stiriano di Wagna

A partire dal maggio 1915 gli abitanti di molti paesi dell’Isontino, allora territorio asburgico, furono evacuati o costretti a fuggire. Il dramma vissuto da queste persone viene testimoniato e ricordato dalla mostra “Altrove 1915-1918. Memorie dal campo di Wagna e altre storie di profughi”, allestita nella sala espositiva della Fondazione Carigo in via Carducci 2 a Gorizia fino al 26 febbraio. Nel momento storico attuale, in cui nuovi conflitti costringono altre popolazioni ad abbandonare le proprie case e la terra natia per cercare rifugio e protezione altrove, la mostra realizzata dal Consorzio Culturale del Monfalconese e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia è quanto mai attuale. 
 
Ben 240 mila persone dal fronte austro-italiano si spostarono, a seguito di evacuazioni forzate o spontaneamente, verso le aree interne dell’Impero Asburgico, e circa 630 mila profughi – compresi i friulani e i veneti fuggiti dopo Caporetto – in momenti diversi trovarono ricovero nel Regno d’Italia. Le loro destinazioni furono differenti, ma il destino unico: l’allontanamento dalle proprie case e dai propri affetti e lo straniamento che ne conseguì.
 
Come ha evidenziato il curatore Paolo Malni, la mostra tratta di «storie oggetto di un lungo silenzio storiografico, ma di una tenace memoria popolare. Sono testimonianze diverse, come diversi furono i contesti in cui i profughi vennero gettati dalla violenza della guerra, ma accomunate dall’esperienza dello sradicamento, dell’essere costretti a vivere lontani dalle proprie case e dalle proprie patrie, fra genti di culture diverse, in luoghi sconosciuti. In una parola: altrove».
 
L’allestimento consiste in un ricco apparato iconografico e accurati approfondimenti storici, dove sono illustrate le condizioni di vita dei profughi a partire dalle prime evacuazioni e dal loro trasferimento sui carri bestiame verso Leibnitz, in Stiria, fino alla Boemia e alla Moravia. Al centro dell’esposizione spicca la testimonianza del campo profughi che sorgeva accanto al villaggio di Wagna (Stiria) dove ventimila profughi trascorsero gli anni della guerra stipati in baracche di legno che ospitavano fino a 400 persone ciascuna. Oltre alla fame e alle precarie condizioni igienico-sanitarie, la gestione del campo era condotta in maniera autoritaria con dure restrizioni alla libertà di movimento.
 
“Altrove 1915-1918” si serve anche di testimonianze scritte e registrazioni sonore dei
diretti protagonisti. Gli approfondimenti si soffermano sulle testimonianze provenienti dai campi di Gmünd, di Steinklamm, di Mistelbach e di Pottendorf. In quest’ultimo trovarono rifugio profughi istriani e isontini, in particolare di San Lorenzo Isontino e San Martino del Carso. Una sezione è dedicata agli internamenti attuati dall’Austria verso irredentisti italiani, sloveni e croati.
 
Per il presidente della Fondazione Carigo, Gianluigi Chiozza, questo progetto espositivo «promuove la conoscenza di un aspetto importante, ma poco noto, del primo conflitto mondiale e mette in luce le conseguenze che i fatti bellici ebbero sulla vita delle persone nel nostro territorio». La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile da mercoledì a venerdì dalle 16 alle 19, il sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18. Sono previste anche visite guidate il sabato e la domenica alle 16.30. Per informazioni tel. 0481/537111. 

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