Comune e Università di Udine

Una sinergia per lo sviluppo della città

 La nascita dell’Università ha cambiato il volto di Udine, che ormai può essere definita una città universitaria. Soprattutto negli ultimi 20 anni la presenza dell’Ateneo ha trainato idee, scelte, iniziative del contesto udinese. Il Comune di Udine ha cercato di camminare insieme all’Ateneo, seguendo le sue attività e sostenendo molti suoi progetti, credendo nell’importanza di avere un’università in città.

Per riflettere sul rapporto e sulle relazioni tra Università e Comune, abbiamo chiesto all’assessore comunale all’Innovazione con delega all’Università, Gabriele Giacomini, di illustrarci le iniziative comuni ai due enti.
 
Assessore Giacomini, uno degli interlocutori di riferimento del comune è l’Università di Udine. In che termini il comune collabora con l’Ateneo friulano?
 
Il Comune e l’Università di Udine hanno una rete di relazioni molto stretta e questa collaborazione si realizza, oltre che dal punto di vista formale, anche in numerosi progetti concreti. A livello istituzionale, abbiamo collaborato su molteplici iniziative, come Friuli Doc, il festival Vicino/Lontano, Conoscenza in festa oppure la Fiera del lavoro Alig. Tutte queste sono iniziative in cui c’è una collaborazione non soltanto formale, ma sincera e proficua. Un altro esempio di collaborazione istituzionale ormai consolidata è la partecipazione a Friuli Innovazione, il promotore di imprese del territorio friulano, in cui vengono cresciute le imprese nuove e innovative; la maggioranza delle quote di Friuli Innovazione vengono garantite dall’Università, dalla Camera di Commercio e dal Comune di Udine.
Abbiamo pensato di avviare un piano di tirocini che vedono come soggetto ospitante e soggetto finanziatore il Comune di Udine e come soggetto promotore l’Università. Abbiamo firmato un accordo con il rettore e il suo delegato al placement, Marco Sartor, all’inizio del 2014 ed è già da due anni che ospitiamo circa una quindicina di tirocinanti laureati all’Ateneo friulano nella struttura comunale. Il Comune ha scelto di ospitare tirocinanti laureati all’Università di Udine per premiare quello studente che decide di scegliere Udine non soltanto come sede universitaria ma anche come città in cui vivere.
Un altro progetto interessante che stiamo avviando è un progetto di supporto alle start-up: un bando in cui il Comune di Udine, il Comune di Tavagnacco e l’Università di Udine si metteranno insieme e supporteranno progetti innovativi, come le spin-off dell’Ateneo, o le imprese incubate a Friuli Innovazione. L’iniziativa permetterà a cui vuole aprire un’attività innovativa di farlo con le competenze dell’Università di Udine, ma con il supporto del comune di Udine.
 
In futuro come pensate di continuare questa sinergia?
 
Questa sinergia verrà proseguita nell’ambito di un’importante iniziativa che è stata avviata pochi mesi fa, a inizio autunno, che è il tavolo di coordinamento “Udine 2024”, promosso dal Comune, dalla Camera di Commercio e dall’Università. Il progetto prevede che i vertici di questi tre enti - il presidente della Camera di Commercio Da Pozzo, il sindaco di Udine Honsell e il rettore De Toni -, siedano allo stesso tavolo con incontri programmati circa ogni 4 mesi per affrontare le questioni della città, come la mobilità, la ricerca, l’innovazione, lo sviluppo economico. È significativo che questi tre enti si siano messi insieme e vogliano continuare questa strategia in maniera così stretta. Secondo il modello della tripla elica, per guidare lo sviluppo di una città devono essere presenti e devono farlo in maniera coordinata la parte politica, quindi l’amministrazione, il comune di Udine, il mondo delle imprese e dell’economia, in questo caso la Camera di Commercio, e l’aspetto della formazione e della ricerca, rappresentato dall’Università di Udine. Anche l’Ocse riconosce nel modello a tripla elica un modello vincente per lo sviluppo del territorio.
 
Riflettiamo ora sul rapporto università, studenti, città di Udine. Pensa che la presenza dell’Università abbiamo cambiato il volto della città? In che modo?
 
Io penso che l’Università di Udine sia stata fondamentale per cambiare il volto della città e ritengo di non far torto ad altre istituzioni dicendo che è l’istituzione che negli ultimi 20-30 anni ha caratterizzato di più la città di Udine. È stata fondamentale perché, nel momento in cui il Friuli e Udine hanno smesso di essere la città dei militari e delle caserme, dopo la caduta del muro di Berlino e in seguito alla scelta dell’Italia di avere un esercito di professionisti, con la sua presenza ha riempito la città di studenti. Lo sviluppo dell’Università soprattutto negli anni Novanta e Duemila è molto significativo perché attualmente siamo in una società caratterizzata dalla conoscenza. L’idea, le conoscenze, le competenze sono un valore aggiunto molto importante, competitivo. I territori competono tra loro e vincono i territori che riescono al meglio ad avere le competenze migliori, a fare innovazioni, a fare ricerca, a vedere le cose in maniera migliore, a sperimentare nuove forme di sviluppo, non soltanto materiale, ma anche di idee, simboli, cultura. L’Università di Udine è un riferimento prezioso per la città, che non dobbiamo dare per scontato e di cui dobbiamo essere orgogliosi.
 
Quali servizi ha attivato il comune per accogliere in città gli studenti universitari?
 
La città di Udine conta su un’offerta culturale e su servizi veramente innovativi. Udine può contare su cinema, teatro, musica, ha un servizio bibliotecario fra i più importanti in regione e un sistema museale che spazia dalla storia antica fino alla storia contemporanea.
Abbiamo fatto investimenti diretti in particolare ai giovani. Lo sviluppo della banda ultra larga questa primavera ha raggiunto quasi il 100% della copertura dell’intera città, con 240 km di fibra ottica stesi, grazie ad un investimento del Comune di circa due milioni di euro. Udine è tra le prime città d’Italia ad aver completato la cablatura in fibra ottica, che significa poter offrire dei servizi di livello alto ed innovativo a imprese e privati.
Un servizio interessante è “Udine free”, la rete wi-fi pubblica libera della città di Udine. Questo servizio era stato attivato nel 2010 in via sperimentale in piazza XX settembre, ma gli hotspot sono passati da 4 nel 2013 a 23 nel 2014, a 33 nel 2015. Ora “Udine free” copre i luoghi principali di aggregazione del centro storico della città, con la presenza di hotspot in molte delle piazze e delle vie del centro.
Dallo scorso 15 maggio è inoltre disponibile per dispositivi mobili Apple e Android “UdineVicina”, l’app del Comune di Udine, che contiene diversi servizi, come Smartcity, la sezione in cui si può calcolare in maniera facile in base a dove ci si trova l’utilizzo dei mezzi pubblici, in cui si può conoscere in tempo reale la disponibilità di bike sharing, che può essere utilizzato dagli studenti per muoversi; per chi viene da fuori in automobile è disponibile anche in tempo reale il dato sui parcheggi in struttura e poi ovviamente ci sono tutte le informazioni sui musei, sugli eventi, sugli incontri. Da qualche mese anche l’Università di Udine collabora nella redazione delle notizie di “Udinevicina”.
 
Come amministrazione comunale, cosa pensate di fare per migliorare e incentivare l’immagine di Udine “città universitaria”?
 
Bisogna investire molto nell’offerta culturale, nelle biblioteche, nei musei, nel teatro, nel divertimento, ma anche negli eventi e nelle iniziative culturali. Bisogna continuare a sviluppare il più possibile i servizi innovativi e le offerte che riguardano le forme di lavoro. Segnalo che la città di Udine ospita anche realtà di co-working: a Friuli Innovazione sono attivate 8 postazioni di co-working, mentre la Banca di Manzano ha deciso di mettere a disposizione gratuitamente un proprio spazio in piazzale XXVI luglio ai giovani, ai professionisti, agli studenti appena laureati, che vogliono avviare un’attività. Il co-working è una forma molto interessante perché permette di abbattere i costi dell’affitto di un ufficio (nel caso della Banca di Manzano il costo per il primo anno è zero), ma permette anche di avviare dei progetti interessanti grazie al confronto di idee nate da competenze diverse.

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