A Casa Cavazzini fino al 27 agosto

Paradoxa: le ultime frontiere dell'arte cinese si tingono di buio

In mostra le opere di tre giovani artisti che approfondiscono il tema dell’oscurità

Torna anche quest’anno nel capoluogo friulano Paradoxa, progetto triennale di approfondimento delle forme attuali dell’arte contemporanea estremo-orientale. L’evento, giunto alla seconda edizione, è prodotto dal Comune di Udine–Civici Musei assieme all’ERPaC–Ente Regionale per il Patrimonio Culturale con il patrocinio dell’Università di Udine.
 
Curato da Denis Viva, Paradoxa è focalizzato sul leit-motiv dell’oscurità e propone opere di tre artisti cinesi già affermati a livello internazionale: Cheng Ran, Xie Nanxing e Chen Wei. I lavori dei tre rappresentanti del Paese del dragone saranno esposti fino al 27 agosto a Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, con installazioni che spaziano dalla pittura alla fotografia, fino alla video art.
 
L’edizione 2017 di Paradoxa, inaugurata in concomitanza con il Far East Film Festival - il più grande festival cinematografico europeo del cinema asiatico giunto alla diciannovesima edizione – è particolarmente interessante per un allestimento semioscuro, realizzato in collaborazione con l’artista pordenonese Ludovico Bomben, che ha l’obiettivo di provocare un’iniziale perdita di punti di riferimento spaziali alla quale lo spettatore si adegua dopo qualche minuto trascorso all’interno delle sale.
 
Viene inoltre approfondito il tema dell’oscurità nell’arte e nella cultura cinese che da sempre costituisce uno dei temi classici associati ai fondamenti bipolari della cultura filosofica e religiosa della Cina: la luce crepuscolare e il buio diventano elementi espressivi imprescindibili che si fondono con la tradizione e l’intimità, in contrasto con il futuro radioso e con il collettivismo.
 
Xie Nanxing (1970) realizza le sue opere dopo complessi passaggi che prevedono la ripresa filmica del soggetto, la sua proiezione sul monitor televisivo e lo scatto fotografico del monitor stesso, catturando i riflessi dell’ambiente circostante, per poi riportarlo su tele di grandi dimensioni attraverso la pittura a olio.
 
Chen Wei (1980) è uno tra i più importanti fotografi cinesi attuali. La sua ricerca consiste nel trovare oggetti, soggetti o condizioni particolari per poi metterli in scena nel suo studio in ambientazioni enigmatiche, costruite con particolare scrupolosità, in modo da ottenere una realtà sospesa.
 
Il videoartista Cheng Ran (1981) stratifica riferimenti culturali provenienti dal cinema, dalla musica e da varie arti e li manipola completamente, in modo da portare lo spettatore disorientato all’interno dell’opera.