This is real. Le Voci dell’Inchiesta 11° edizione

Dall’11 al 15 aprile a Cinemazero, Pordenone, il meglio della produzione internazionale dal mondo del documentario

 L’undicesima edizione de Le Voci dell’Inchiesta – il festival promosso da Cinemazero, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la partecipazione del Comune di Pordenone, che si svolgerà dall’11 al 15 aprile – ha svelato le sue carte, fatte di anteprime nazionali, ospiti, retrospettive, workshop, musica e, per il primo anno, dell’importante introduzione di alcuni premi. Un ricco programma di proiezioni che Cinemazero ha selezionato partendo dai principali festival internazionali, visionando centinaia di film, per arrivare a raccontare con massima capacità di osservazione una parte del mondo di oggi.

 
Si comincia mercoledì 11 aprile con una giornata che vede la collaborazione del Circolo della Stampa di Pordenone e dell’Ordine dei Giornalisti FVG, con lo straordinario ritrovamento di un reportage dimenticato di Enzo Biagi, Jugend (1966, alle ore 17.00), in cui il maestro intervista i giovani tedeschi del dopoguerra. Lo portò lui stesso sotto braccio allo storico festival del cinema d’inchiesta “Premio dei Colli”, che ha conservato questo film dimenticato finora, quando ha deciso di donarlo a Le Voci dell’Inchiesta, che lo riporta al pubblico, con la fondamentale collaborazione de La Cineteca del Friuli e del suo laboratorio digitale. Accompagna la visione l’intervento di Loris Mazzetti, storico collaboratore e amico di Biagi.
 
Perfetto contraltare è fornito dall’anteprima di Living in Demmin di Martin Farkas (ore 18.00), che ricostruisce la storia della cittadina di Demmin dove, dopo l’arrivo delle truppe sovietiche sul finire della Seconda Guerra Mondiale, oltre 900 abitanti si suicidarono, incapaci di accettare la fine del Reich, per il terrore di ritorsioni o come estremo gesto di rifiuto di una “dominazione comunista”. Oggi i neonazisti tedeschi tornano a Demmin per celebrare l’anniversario, spaccando in due il paese e riallacciando il legame con i fantasmi storici della Germania.
 
Fulcro della prima giornata però sarà la serata inaugurale che, oltre alla visione del ribaltamento di prospettive, con cinepresa rivolta ai giornalisti, proposto da Another News Story (ore 20.45), commentato dal regista Orban Wallace, vedrà la consegna del primo dei premi introdotti quest’anno: Il coraggio delle immagini, reso possibile dal sostegno dell’associazione Il Capitello. Il riconoscimento verrà consegnato a Amedeo Ricucci, inviato di guerra che dal 1993 copre i più importanti conflitti nel mondo, dalla Somalia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – a cui era accanto – alla Siria insanguinata dall’ISIS.
 
Si resta in Siria con il racconto di Aleppo’s Fall (giovedì 12, ore 17.45) accompagnato dal regista Nizam Najar, che fotografa la distruzione della città simbolo di questo orribile conflitto e riporta le contraddizioni che gli stessi componenti dell’esercito di liberazione portano con sé. Ad aiutare una lettura di questa guerra che vede il coinvolgimento di troppi protagonisti – da Assad a Putin all’eterogeneo gruppo di resistenti – ci sarà Domenico Quirico, giornalista che ha vissuto in prima persona questi drammi anche vivendo l’esperienza di una lunga prigionia.
 
A questa terra martoriata verrà dedicata anche la serata di chiusura, con Radio Kobanî di Reber Dosky, con l’approfondimento del Professor Francesco Strazzari e il concerto esclusivo del musicista curdo Diyar Üren Mehrovî, accompagnato da i Cantalicunti.
 
Le numerose anteprime nazionali selezionate dai principali festival internazionali si sono coagulate attorno a un altro tema di pressante attualità, fino a comporre una sezione dedicata alle donne, proposta in collaborazione con Carta di Pordenone, con cui si vuole dare visibilità e spazio non solo a potenti ritratti femminili, ma anche alle autrici. Se infatti lo Star System dai più recenti red carpet ha rivendicato la volontà di avere lo stesso trattamento economico, ma anche di accessibilità ai ruoli, il mondo del documentario si mostra già per sua natura più “equo”, con un esercito di registe più che agguerrite.
 
È il caso della pluripremiata Julia Bacha, che con il suo Naila and the Uprising (giovedì 12 alle 10.30, aperta alle scuole) crea un avvincente ritratto dell’attivista palestinese Naila Ayesh o della giovane Bernadett Tuza-Ritter, che proprio nel fare il film – A Woman Captured (venerdì 13, ore 18.00) – ha dato il coraggio necessario alla protagonista, una donna ungherese di 52 anni, di liberarsi dalla condizione di schiava in cui versava da oltre dieci anni. A questa proiezione si affiancherà il significativo contributo di Giulia Bosetti, giornalista di Presadiretta che ha firmato recentemente uno dei più esaustivi reportage sulla dibattuta questione delle molestie in Italia, in particolare nei luoghi di lavoro.
 
In un momento storico in cui presidenti di importanti governi ne sfidano altri sul campo delle dimensioni dei rispettivi bottoni atomici, è parso doveroso mostrare titoli come Command and Control (venerdì 13, ore 20.45), l'incredibile film di Robert Kenner del 2016 che ricostruisce magnificamente lo sventato e sconosciuto incidente atomico che nel 1980 minacciò l'Arkansas, a cui seguirà un omaggio a Bruce Conner direttamente dal MoMA di New York. Si tratta infatti di uno dei più significativi artisti del secondo dopoguerra, pioniere del found footage film, collaboratore di David Byrne e Brian Eno, di cui verrà proposto Crossroads (1976). Il titolo fa riferimento a una serie di test nucleari americani condotti al largo dell’Atollo di Bikini nel 1946. Più di settecento cineprese e cinquecento operatori filmarono le ventitré sequenze di esplosioni. Le musiche di Terry Riley e Patrick Gleeson evocano una bellezza surreale rispetto alla violenza delle immagini che fa di Crossroads una tra le più profonde meditazioni sul nucleare mai viste.
 
Altrettanto sconcertanti sono le immagini dell’anteprima di The Bomb di Kevin Ford, Smirti Keshari, Erci Schlosser (sabato 14, ore 22.30), in cui le musiche dei The Acid (RyX) fanno da sottofondo alla carrellata storica sulla bomba atomica, riproposta attraverso un’eccezionale miscela di filmati storici e contemporanei montati con ritmo travolgente.
 
Nel weekend verranno mostrate il maggior numero di opere in concorso, e titoli come il tenero Dina di Antonio Santini, Dan Sickles (premio della giuria al Sundance, domenica 15, ore 16.15); il divertente Ask the Sexpert di Vaishali Sinha (sabato 14, ore 18.00) che vedrà anche la partecipazione dello psicologo, psicoterapeuta e sessuologo Fabrizio Quattrini (già consulente per Sex Therapy di Cielo); o il curioso caso di My name is nobody di Denise Janzee (sabato 14, ore 14.45), alla presenza della regista. Senza però rinunciare a mostrare spaccati sconosciuti, come quello dell’orfanotrofio cinese di Waiting for the Sun di Kaspar Astrup Schröder (sabato 14, ore 16.30); o l’emblematica e commovente storia di Muhi – Generally Temporary di Rina Castelnuovo-Hollander e Tamir Elterman, in cui il piccolo Muhi porta il carico di dolore della sua situazione di salute precaria e quello del conflitto Israelo-Palestinese, che verrà poi analizzato da Paola Caridi, giornalista, saggista e storica che da 15 anni si occupa di islam politico in Palestina ed Egitto.
 
Non mancheranno, come negli ultimi anni, le sperimentazioni della realtà virtuale e gli approfondimenti con giornalisti di consolidata esperienza, a cui si sono affidati anche alcuni importanti workshop e masterclass, come quella di Claudio Casazza (regista documentarista) dall’eloquente titolo Fake Views, che indaga come la manipolazione delle immagini influisca sulla percezione e l’analisi del reale. E il coinvolgimento di professionisti come Roy Menarini e Erica Barbiani punta a consolidare il ruolo del festival non solo come un’occasione di visione, ma anche di costruzione di strumenti, pratici e critici (per info e prenotazioni didattica@cinemazero.it).
 
Molti gli appuntamenti mattutini, anche per le scuole, mentre per rifocillare e deliziare il pubblico quest’anno si è messo a punto un vero festival nel festival, con un appuntamento fisso al Nifty, dove tutti i giorni dalle 19.45 alle 20.45 ci saranno aperitivi con cena e concerti jazz di altissimo livello, curati da Flavio Massarutto.
 
L’undicesima edizione de Le Voci dell’Inchiesta si chiuderà domenica 15 aprile con la consegna dei premi del pubblico e della giuria, vera novità del festival, che quest’anno sarà composta dal presidente Italo Moscati (regista, scrittore e sceneggiatore), da Fabio Francione (giornalista, scrittore, curatore di rassegne) e Antonio Bellia (regista, fresco Nastro d’Argento per il documentario).

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