Giovedì 26 gennaio al Centro Balducci di Zugliano

Tortura fuorilegge

Con Luigi Manconi, Alessandra Ballerini

Cos’è e a cosa serve la tortura ai nostri giorni? Perché viene addirittura giustificata in casi di massima sicurezza? L’integrità della persona, sia fisica che psicologica, non è più una condizione imprescindibile della dignità umana? Giovedì 26 gennaio, alle ore 20.30, al Centro Balducci di Zugliano (piazza della Chiesa), introdotti da Pierluigi Di Piazza, Luigi Manconi, senatore e presidente della Commissione per i diritti umani e Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, interverranno sulla delicata e attualissima questione della tortura, pratica che agli albori del XXI secolo troviamo purtroppo ancora diffusa in molti contesti del nostro Occidente democratico. Tortura fuorilegge è anche una raccolta di brevi saggi realizzata da Multiverso (Forum editrice) e dedicata a Giulio Regeni che ha raccolto voci provenienti da realtà, studi e istanze differenti intorno al tema della tortura. Messa fuori legge dalle convenzioni internazionali – ma non Italia – che hanno dato vita ai ‘comitati contro la tortura’ affiancati da organizzazioni non governative come Amnesty International, questa ha trovato riparo all’ombra delle istituzioni, nei carceri, nei campi di internamento, negli ospedali psichiatrici, ovunque un inerme si trovi nelle mani del più forte. Il reo è il più delle volte lo Stato e la lotta è impari. La domanda è allora: si può accettare la tortura per difendere la democrazia? Se lo Stato usa il potere assegnatoli per fare del male e umiliare, allora si tratta di un’appropriazione indebita che trasforma la forza in tortura. Un arbitrio che noi cittadini non possiamo ammettere. L’introduzione del reato di tortura è un modo per prevenire e punire un simile arbitrio ed è una questione che riguarda tutti. La libertà, infatti, non è mai data ma sempre rinnovata e non potrà mai essere solo individuale: ogni vita è anche attraversata dalla vita sociale che ognuno di noi condivide con l’altro, determinandosi dentro un orizzonte di senso che la umanizza. Quando ciò non succede, tutti dobbiamo reagire.

 

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