Apertura mercoledì 29 alle 9 nella sala della Torre della Fondazione Carigo

Al via a Gorizia la XXIV edizione di FilmForum con Jan-Christopher Horak

Studiosi da tutto il mondo a confronto sulla crisi della contemporaneità. Il direttore del prestigioso UCLA Film and Television Archive di Los Angeles presenta il restauro di Killer of Sheep di Charles Burnett

Cinque giorni di incontri, tavole rotonde, anteprime nazionali e performance artistiche trasformeranno dal 29 marzo al 2 aprile la città di Gorizia in un luogo di scambio culturale e confronto sul mondo del cinema grazie alla 24° edizione di FilmForum, la manifestazione cinematografica unica nel panorama internazionale promossa e organizzata dal Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, in collaborazione con l’Associazione Palazzo del Cinema/Hiša filma. Dal 2009 FilmForum è gemellato con la manifestazione tedesca CineFest di Amburgo e si avvale di un qualificatissimo partenariato con 12 Atenei europei e nordamericani che saranno presenti a Gorizia con oltre un centinaio tra docenti e studenti.
 
I filoni portanti della riflessione su cui si incentra l’edizione 2017 saranno la storia di una civiltà di immagini senza nomi, la migrazione e i migranti del cinema, il ripensamento del postmoderno e dei media digitali che porteranno i partecipanti a interrogarsi sulle trasformazioni epocali che hanno condotto alla crisi simbolica e materiale della contemporaneità. Tre i momenti fondamentali in cui si articoleranno le cinque giornate: il Convegno Internazionale di Studi sul Cinema, la scuola di formazione dottorale XV MAGIS Spring School e la rassegna di cinema, video e arti visive con proiezioni serali e anteprime al Kinemax di Gorizia. Ospite d’eccezione della rassegna sarà Jan-Christopher Horak, direttore del prestigioso UCLA Film and Television Archive di Los Angeles, studioso di origine tedesche ed est-europee da sempre attivo negli Stati Uniti, nonché uno dei primi ricercatori a investigare il retroterra di alcuni dei grandi nomi entrati a far parte degli Studios, come Ernst Lubitsch o Douglas Sirk.
 
Numerosi gli ospiti d’onore e gli eventi rivolti al grande pubblico dalle sale del Kinemax di Piazza Vittoria. Mercoledì 29 marzo alle 21 il pubblico cinefilo poterà assistere alla proiezione di Le Fer à cheval di Camille de Morlhon, opera del 1909 recentemente restaurata e, a seguire, all’anteprima del restauro di Killer of Sheep (1977) di Charles Burnett, titolo manifesto della “scuola” di cinema afroamericano degli anni Settanta che porta la firma di uno degli esponenti più significativi della cosiddetta L.A. Rebellion.
 
INAUGURAZIONE
 
FilmForum, organizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e di altri enti locali, sarà inaugurato mercoledì 29 marzo alle 9 nella sede della Fondazione Carigo in via Carducci 2 a Gorizia (Sala della Torre), con i saluti del rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni, del sindaco di Gorizia Ettore Romoli, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Gorizia Gianluigi Chiozza, del presidente del Consorzio per lo sviluppo del Polo universitario di Gorizia Emilio Sgarlata, del vicepresidente della Camera di Commercio Venezia Giulia Gianluca Madriz, del direttore del Centro Polifunzionale di Gorizia Nicoletta Vasta, del direttore del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale Andrea Zannini e dei coordinatori scientifici di FilmForum Leonardo Quaresima, Simone Venturini, Diego Cavallotti, Simone Dotto (Università di Udine). 
 
Terminata la presentazione si aprirà il Convegno Internazionale di Studi sul Cinema dedicato al progetto pluriennale di ricerca “Una storia del cinema senza nomi” sotto il coordinamento di Leonardo Quaresima, presidente del corso di laurea in Dams e in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media dell’Università di Udine. Nel 2017 continua infatti l’ambizioso lavoro collettivo di rivisitazione della Storia del Cinema, inaugurato durante l’edizione 2015 di FilmForum, che quest’anno si avvale della collaborazione di ricercatori e docenti dalle Università di Stoccolma, Losanna, Montréal, Goldsmiths (Londra), Pompeu Fabra (Barcellona), Bergamo, Sorbonne Nouvelle – Paris 3 e Lille 3, al lavoro su temi eterogenei, dall’industria del cinema indiano alla storia del “gesto cinematografico”, nel tentativo comune di guardare al cinema dei decenni passati senza l’ingombrante presenza dei grandi autori.
 
CONVEGNO INTERNAZIONALE 
 
Nel 2014 FilmForum ha lanciato il progetto pluriennale e internazionale di una “Storia del cinema senza nomi” che, partendo dall’idea di ridiscutere le nozioni di autore, stile, genere, ha ampliato lo spettro della ricerca agli altri processi che contribuiscono alla definizione di una storia del cinema o anche di ciò che oggi si intende come cinema.
 
Tecnologie e montaggio. Nella mattina del 29 marzo (sala della Torre, Fondazione Carigo) Andrè Gaudreault, tra gli esponenti più in vista della cosiddetta New Film History, parlerà del ruolo delle tecnologie nella storia del cinema insieme ad André Habib (Università di Montrèal), Benoît Turquety (Università di Losanna) e Jean-Baptiste Massuet (Università Rennes 2). I temi trattati spazieranno dai film d’animazione degli anni ’30 alle considerazioni sull’esperienza dello spettatore, fino ad arrivare alle forme “nostalgiche” di consumo di oggetti tecnici (come la macchina da presa in super8 rimessa recentemente in commercio dalla Kodak). Seguirà una riflessione a due condotta da Trond Lundemo (Università di Stoccolma) e Pasi Väliaho (Goldsmiths College di Londra) sul montaggio come pratica cardine non solo del processo industriale cinematografico, ma anche come metafora per il modo in cui raccontiamo e costruiamo la storia del cinema, selezionando alcuni momenti alle spese di altri.
 
Il gesto e il cinema indiano. La sessione pomeridiana si svolgerà dalle 15 alle 19 nel Centro Polifunzionale di Gorizia (via Santa Chiara 1). Barbara Grespi coordinerà la discussione insieme a un gruppo di giovani studiosi dell’Università di Bergamo (Lorenzo Rossi, Tommaso Isabella, Giuseppe Previtali) sulla gestualità che si accompagna all’atto di mostrare, realizzare o assistere a uno spettacolo cinematografico. Seguirà un focus sul cinema indiano, curato da Amandine D’Azevedo e Tèresa Faucon (Università Sorbonne Nouvelle, Parigi 3), dove si affronteranno le ancora poco conosciute origini dell’industria di Bollywood e la sua persistente “contemporaneità”, a confronto con le modalità di esposizione delle gallerie d’arte di oggi.
 
XV MAGIS SPRING SCHOOL
 
Nella sua XV edizione, la scuola di formazione dottorale Magis Spring School proporrà una riflessione sul post-moderno. Più di cinquanta giovani studiosi dagli atenei di tutto il mondo si incontreranno per approfondire il tema “There is no Turning Back - Re-thinking the Post-Modern”, affrontando la paradossale e intrigante sfida di dare un valore storico proprio a quel periodo che, con le teorie di Fukuyama e Lyotard, aveva decretato la Fine della Storia. I lavori verranno articolati all’interno delle diverse sezioni, anime storiche della rassegna, che saranno presentate mercoledì 29 alle 13 nella sede della Fondazione Carigo (sala della Torre): Cinema and Contemporary Arts; Film Heritage; Media Archaeology; Porn Studies; Post Cinema.
 
Con gli atenei di Stoccolma e di Losanna, FilmForum ha dato vita al Material Archival Studies Network, finalizzato alla circolazione dei dottorandi nei rispettivi atenei per occasioni di esposizione dei progetti di ricerca e dei loro risultati: quest’anno ci sarà un percorso formativo pensato appositamente per gli studenti di dottorato e i giovani ricercatori interessati alle tematiche legate alla ricerca negli archivi cinematografici.
 
Al cinema migrante e alla “grande narrazione” di Hollywood, cui hanno partecipato storie individuali di registi e professionisti del cinema in fuga dall’Europa in guerra, sarà dedicata la lezione-laboratorio di Jan-Christopher Horak per gli studenti (mercoledì 29 alle 15, Polo Santa Chiara). La sua pluridecennale attività di ricerca ha riguardato, da un lato, il modo in cui il contributo di questi artisti ha portato nuove istanze politiche ed estetiche al cinema americano, partecipando anche alla realizzazione dei film di propaganda anti-nazista, e, dall’altro, il modo in cui i cineasti europei in esilio hanno costruito un “altro cinema europeo”. L’intervento dello storico, affiancato da Hans-Michael Bock del Centro Studi Cinegraph di Amburgo, andrà a ridiscutere le geografie del cinema anni ’30 e anni ’40: mentre Hollywood viveva il suo momento di massimo splendore e le industrie cinematografiche nazionali europee venivano l’una contro l’altra armate, l’esilio di registi, attori e professionisti cominciava a disegnare le traiettorie di una cultura del film “transnazionale”.
 
PROIEZIONI AL KINEMAX
 
Doppia proiezione nelle sale Kinemax di Piazza Vittoria per la serata inaugurale di FIlmForum. Mercoledì 29 marzo alle 21 verrà proiettato Le Fer à cheval di Camille de Morlhon, una produzione Pathé del 1909 recentemente recuperata grazie all’operazione di conservazione e restauro condotta dall’Associazione Hommelette presso il laboratorio L’immagine Ritrovata di Bologna, in collaborazione con Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, uno dei più importanti centri di ricerca e restauro a livello internazionale. Il recupero della pellicola è stato condotto da Marcello Seregni della Cineteca Italiana/Università Statale di Milano, laureato del Dams udinese che ha intrapreso una carriera di successo nel settore.
 
Nella noia della campagna, una giovane nobile sogna ricevimenti e incontri da favola. Cupido la accontenta e il destino, tra rapimenti e duelli, farà il suo corso. Ritrovato casualmente all’interno di un lotto di pellicole nitrato acquistato su eBay nella primavera del 2011, Le Fer à cheval è un’avventura sentimentale in costume ricca di riprese in esterni e splendidi colori in Pathécolor. È uno dei titoli della sterminata produzione di Camille de Morlhon (regista e sceneggiatore francese dell’epoca del muto tra i meno conosciuti ma tra i più prolifici del tempo. A introdurre il film saranno Rossella Catanese (Università La Sapienza, Roma) e Alice Rispoli (Associazione Culturale Hommelette), tra gli autori del recente volume dedicato al restauro del film L'immagine colore. Le fer à cheval un film Pathé a cura di Marcello Seregni (ArtDigiland 2016).
 
A seguire si terrà l’anteprima nazionale del restauro di Killer of Sheep (1977) di Charles Burnett. Introdotto da Jan-Christopher Horak e Hans-Michael Bock, in occasione del suo quarantennale verrà proiettata l’edizione digitale restaurata del film-manifesto della “scuola” di cinema afroamericano degli anni Settanta. La proiezione di Gorizia rappresenterà l’unica occasione italiana di assistere a una parte del lavoro di recupero condotto dagli archivi dell’UCLA di Los Angeles, già protagonista di una rassegna intitolata L.A. Rebellion – Creating a New Black Cinema che è stata ospitata, fra gli altri, anche dal MOMA di New York.

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