Coinvolto il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali

Team dell'ateneo al lavoro con il G124 di Renzo Piano per “rammendare l'Italia”

Il know how dei ricercatori udinesi nel progetto 2016 per il recupero delle aree inquinate del comparto urbano di Marghera (Ve)

 Il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (DI4A) dell’Università di Udine è stato coinvolto dal G124, progetto promosso dal senatore a vita Renzo Piano, nell’elaborazione di una ricerca sulle tecnologie di bonifica dei suoli attraverso l’uso di specifiche piante e arbusti e l’elaborazione di un di un piano di interventi di fitorimedio per il territorio di Marghera (Ve). Queste attività rientrano nel progetto di G124 “Marghera terreno fertile Dalle buone pratiche collaborative a politiche condivise su ambiente, socialità e lavoro in tempo di grandi cambiamenti”, che ha l’obiettivo di stimolare politiche di tutela e gestione partecipata dei beni comuni partendo dalla riattivazione di aree ed edifici dismessi, per promuovere la gestione condivisa del patrimonio inutilizzato di Marghera.

G124, attivo dal 2013 e sostenuto dall’indennità del senatore a vita, è costituito da giovani architetti che elaborano proposte progettuali di riqualificazione delle periferie, secondo quella “teoria del rammendo”, ideata dall’architetto di fama mondiale, intesa come antidoto al degrado nazionale. Ogni anno un diverso gruppo di architetti si occupa del “rammendo” delle città attraverso piccoli progetti partecipati. Dopo le periferie di Torino, Roma, Catania e Milano, nel 2016 lo scenario è quello di Marghera.

Il progetto di G124 “Marghera terreno fertile – Dalle buone pratiche alle politiche” è guidato da Raul Pantaleo dello studio TAMassociati e vi lavorano gli architetti Laura Mazzei, Anna Merci e Nicola di Croce. «La riattivazione dei beni comuni, e tra questi delle numerose aree inutilizzate sul territorio, mette in primo piano – spiega il gruppo G124 - il tema ambientale, e soprattutto le conseguenze dell’inquinamento di Porto Marghera sui suoli pubblici e privati. L’attuale fase di transizione post-industriale impone una riqualificazione ambientale inquadrata in una più ampia visione di recupero socio-economico sostenibile, che manifesta la necessità di immaginare tempi lunghi di recupero, lontani dalla velocità dell’antropocene».

Per creare consapevolezza ambientale e per diffondere il messaggio che una riqualificazione eco compatibile è possibile e accessibile a tutti, il G124 ha attivato una ricerca sulle tecnologie di bonifica dei suoli attraverso l’uso di specifiche piante e arbusti con il gruppo dell’Università di Udine – composto da Luca Marchiol, responsabile scientifico, Alessandro Peressotti, Giorgio Alberti e Guido Fellet - che si sta occupando, in particolare, della progettazione di moduli di fitorimedio e di servizi ecologici del verde urbano, manifesto di una gestione partecipata del territorio.

«Il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali – spiega il direttore Paolo Ceccon – ha messo a disposizione i propri know how e competenze tecniche in quanto sostiene i principi ispiratori di G124, e vuole, nello specifico, contribuire in modo fattivo alla progettazione degli interventi di fitorimedio previsti dal progetto. Tra le tematiche di ricerca e didattiche del nostro Dipartimento, vi è proprio il tema della riqualificazione e risanamento ambientale di aree degradate, e abbiamo una competenza pluriennale di ricerca e sperimentazione in situ sul tema del fitorimedio».

«Svolgeremo – precisa Luca Marchiol - sopralluoghi e campionamenti di terreno e analisi chimico-fisiche dei suoli, studieremo le modalità di esecuzione degli interventi, individueremo le specie arboree-arbustive più idonee alle finalità dell’intervento di fitorimedio e sorveglieremo le fasi operative degli interventi».

Le aree di intervento di G124 – sigla che indica la stanza 24 al 1° piano di palazzo Giustiniani assegnata al senatore a vita Renzo Piano, divenuta una “bottega di architettura”, sono quelle parti di città dove si concentrano aree abbandonate o dismesse, dove il rapporto tra servizi e persone si è fortemente alterato, in cui gli spazi dedicati alla socialità sono stati riempiti nel tempo da emarginazione e abbandono.

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