Università di Udine, Trieste e Sissa aderiscono all’Open Access

Open for collaboration: le pubblicazioni scientifiche più accessibili al servizio dell’innovazione

 L’Open Access è una modalità di gestione della letteratura scientifica che consente a tutti (ricercatori, studenti, imprese, cittadini, in generale chiunque abbia interesse) di venire in contatto con il mondo della ricerca e usufruire degli articoli scientifici pubblicati dai ricercatori. Questo sistema sta diventando sempre più diffuso negli ambiti accademici, dove si producono molte pubblicazioni sui risultati della ricerca che possono così essere più agevolmente al servizio dell’innovazione e del progresso dell’intera società.

Per promuovere la diffusione e promozione della propria attività di ricerca, gli atenei di Udine, Trieste e Sissa, nell’aderire all’Open Access, stanno seguendo un percorso di crescita comune. All’interno di questa collaborazione è stato realizzato il seminario intitolato “Comunicare la produzione scientifica del Friuli Venezia Giulia – Accesso aperto e cataloghi della ricerca”, che si è tenuto il 19 ottobre presso la Sissa – Scuola Internazionale Superiore degli Studi Avanzati. L’iniziativa è avvenuta in occasione dell’International Open Access Week, l’evento mondiale (alla sua ottava edizione) che introduce e diffonde nel senso più ampio possibile il mondo Open Access e i benefici che lo contraddistinguono: la diffusione dei risultati scientifici è importante non solo per pubblicizzare il ricercatore o team che ha ottenuto i risultati, ma anche per innestare nuove conoscenze su quelle esistenti, in un processo a spirale di crescita continua.
 
La giornata è stata un momento di approfondimento e scambio di idee tra i vari rappresentanti degli atenei di Udine Trieste e Sissa; in mattinata è intervenuta anche Elena Giglia, in rappresentanza dell’Università degli Studi di Torino.
 
Fabio Benedetti, coordinatore della Commissione di Ateneo per l’accesso aperto dell’Università di Trieste, ha sottolineato che il vantaggio economico esiste anche se minimo: l’accesso aperto si è aggiunto alla forma di pubblicazione già esistente mentre una riduzione concreta dei costi è auspicabile solo quando altre forme di pubblicazione si sostituiranno a quella attuale. Di più ampia portata invece è il vantaggio etico, ovvero permette alla società di beneficiare dei risultati della ricerca. Benedetti ha concluso l’intervento ribadendo che “l’Open Access non ha cambiato la forma della comunicazione scientifica, ma semplicemente il modo di comunicarla”.
 
Dello stesso parere è stata la professoressa Carla Piazza, delegata per l’Open Access dell’Università degli Studi di Udine, che ha sostenuto l’importanza dell’adozione del sistema O.A., il quale è conseguenza naturale dell’evoluzione digitale. Il suo intervento si è concentrato sugli obiettivi, sul percorso di formazione che ha portato alla costituzione dell’O.A. nell’Università di Udine, le caratteristiche della policy e sulle problematiche del sistema che sono in corso di risoluzione.
 
A seguire, Liliana de Bernardis, responsabile dei Sistemi informativi per la ricerca e coordinamento del Sistema bibliotecario di Ateneo dell’Università di Udine, ha fornito un quadro più dettagliatamente tecnico evidenziando quanto è già stato predisposto, come ad esempio la ripartizione distinta tra l’archivio delle tesi di dottorato e il catalogo della produzione scientifica, e la collocazione dei ben 46.000 prodotti divisi secondo la tipologia MIUR. La presentazione ufficiale dell’archivio ad accesso aperto dell’Università di Udine è avvenuta nel 2015, tuttavia è stata solo una prima fase di un percorso che deve ancora essere compiuto.  L’archivio, dal momento in cui è stato aperto fino ad oggi, espone soltanto gli atti descrittivi mentre gli allegati sono rimasti finora ad accesso ristretto, ma è imminente la predisposizione della configurazione per esporre anche gli allegati.  La giornata si è conclusa con l’esperienza della Sissa con l’Open Access, raccontata da Maria Pia Calandra.
 
Gli atenei friulani hanno aderito al sistema Open Access in momenti differenti e adottando policy diverse. L’innovazione è in corso d’opera, i primi risultati ottenuti confermano l’importanza di integrare l’accesso aperto nel proprio ateneo e, anche se molto è stato fatto, molto ancora c’è da fare. Poiché è importante ricordare che l’adozione dell’Open Access coinvolge un interesse generale che inizia nell’ambito accademico e si protende nelle categorie più o meno connesse a esso: risultati scientifici “aperti” interessano gli studenti nell’ambito del loro percorso di studio e di eventuale ascesa professionale, riguardano le imprese perché possono innovare, infine coinvolgono il territorio, perché i cittadini possono beneficiare dei prodotti concreti che derivano dalla concretizzazione di idee innovative in prodotti finiti.

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