Domani, 2 dicembre, dalle 9.30, Sala della vite e del vino, via Sondrio 2/a a Udine

Progetto Agrilana in pellet, i risultati finali

Presentazione delle sperimentazioni del fertilizzante azotato ricavato dalla lana di pecora e degli sviluppi imprenditoriali

Le sperimentazioni sull’efficacia del fertilizzante organico ricavato dalla lana di pecora, un concime azotato utilizzabile su qualsiasi pianta, e gli sviluppi imprenditoriali dell’attività di trasformazione del vello degli ovini in pellet. Saranno questi i temi al centro del convegno finale del progetto dell’Università di Udine “Agrilana in pellet” che si terrà domani, venerdì 2 dicembre, dalle 9.30, nella Sala della vite e del vino del Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali (via Sondrio 2/a, Udine). Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Friuli, è nato nell’ambito di una più ampia collaborazione tra il Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a) dell’Atene e l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc).

Il progetto fa il bilancio di un anno e mezzo di attività presentando, in particolare, i risultati di due prove sperimentali sull'utilizzo del pellet fertilizzante in una rotazione orticola e sul fagiolo di Lamon IGP. Verrà inoltre presentata la ricerca di “Citizen Science”, cioè l’attività di ricerca fatta dal basso, dai semplici cittadini, alla quale hanno partecipato una ventina di persone, che hanno sperimentato e valutato il pellet nei loro orti familiari. Un esempio di economia circolare sostenibile e innovativa, nata da un progetto ideato e sperimentato dall’Ateneo friulano e poi trasformato in start up (la Agrivello) dall’agronoma Chiara Spigarelli, dottore di ricerca in Scienze e biotecnologie agrarie dell’Ateno udinese.

Perno fondamentale del progetto è anche l’impianto, unico in Italia, di trasformazione della lana di pecora in pellet con una capacità di produzione di circa 30-40 chilogrammi all’ora. Il macchinario è in grado di trasformare il 100 per cento della lana, con un rapporto uno a uno, cioè un chilogrammo di lana viene convertito in uno di fertilizzante. L’impianto è destinato, almeno inizialmente, agli allevatori di ovini del Friuli Venezia Giulia, prevalentemente dell’area montana.

«Chiara Spigarelli – sottolinea Edi Piasentier, direttore del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali – è un esempio, piuttosto raro, di presenza femminile in un settore molto impegnativo come quello della pastorizia. Comporta, infatti, non solo la lavorazione della lana, ma anche la tosatura delle pecore, che lei effettua in allevamenti di piccole, ma significative, dimensioni. Si tratta di realtà direttamente impegnate in attività sociali, come fattorie didattiche e sociali, e, più in generale, di aziende che concorrono a mantenere vive le comunità rurali in ambienti marginali e difficili, quali sono le aree interne e montane del Friuli Venezia Giulia».

Il programma della giornata prevede l’apertura dei lavori da parte del rettore, Roberto Pinton, del presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini, e di Massimo Di Giusto, della Direzione Servizi sociosanitari dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale.

A seguire, Edi Piasentier presenterà il progetto, mentre Chiara Spigarelli illustrerà la sostenibilità del progetto e della start up Agrivello.

L’ottica One Welfare sarà invece spiegata da Adriana Bressan e Sandro Venturini dell’Asufc, mentre Anna Zuliani, sempre dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, illustrerà il passaggio da rifiuto a fertilizzante della lana nell’ambito della normativa nazionale e dell’Unione europea.

Prenderanno poi la parola i ricercatori dell’Università di Udine. Luisa Dalla Costa e Matteo Frandoli presenteranno la valutazione agronomica della fertilizzazione con pellet di lana di una rotazione orticola, mentre Lucia Piani illustrerà le esperienze di “Citizen Science”. Paolo Ermacora invece farà il punto sull’utilizzo del pellet di lana di pecora nella concimazione di precisione del fagiolo di Lamon IGP.

Seguirà l’illustrazione del progetto Wool Interreg Adrion e delle sinergie con “Agrilana in pellet” da parte di Diego Santaliana del Polo tecnologico “Alto Adriatico” di Pordenone.

Nel pomeriggio, dalle 14.30, si terrà una sessione di formazione presso la sede di Pagnacco (via San Mauro 2) dell’Azienda agraria “Antonio Servadei” dell’Università di Udine. Saranno esaminati gli sviluppi innovativi del prodotto lana con il progetto Wool Interreg Adrion. In particolare, saranno affrontati i concetti legati alla valorizzazione della lana di scarto come fertilizzante. Sarà poi effettuata una visita guidata agli impianti di pellettura della Sezione zootecnica dell’Azienda agraria.

L’attività di formazione rientra nel programma europeo Interreg Adrion, nell’ambito del progetto Wool, grazie alla collaborazione tra il Polo tecnologico “Alto Adriatico” e l’Ateneo friulano.

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