I tumori che interessano utero e ovaie sono molto diffusi, ma spesso difficili da intercettare

Tumori ginecologici, servono più informazione e consapevolezza

Domenica 9 ottobre, nel mese della prevenzione, Ateneo e Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale promuovono una giornata di sensibilizzazione

Il team di Ginecologia, al centro Lorenza Driul e Giuseppe Vizzielli

Aderire ai test di screening e non abbassare mai la guardia. Gli strumenti per prevenire o comunque intercettare tempestivamente un tumore esistono, al giorno d’oggi, e devono essere utilizzati. Lorenza Driul, professoressa associata presso il Dipartimento di Area Medica UniUD e Direttrice della SOC di Ginecologia e Ostetricia dell’ASUFC, lo sottolinea ogni giorno e con ancora più vigore, se possibile, nel mese in corso, dedicato notoriamente alla prevenzione dei tumori femminili a tutto tondo. E lo fa puntando l’accento soprattutto su una categoria di neoplasie che godono di meno notorietà rispetto al cancro al seno pur configurandosi come tumori particolarmente diffusi e più difficili da riconoscere.

«È importante sapere che Ottobre è il mese rosa della prevenzione su cui è fondamentale continuare a fare informazione – sottolinea la prof.ssa Driul, che proprio sul tema ha organizzato una giornata di solidarietà, domenica 9 ottobre, al fianco di donne già operate – Oltre al carcinoma mammario esistono infatti anche altre neoplasie, quali il tumore ovarico, della cervice uterina, dell’endometrio e vulvare, di cui sono ancora poco noti, per esempio, i fattori di rischio e le cui manifestazioni non vengono sempre prese nella giusta considerazione. É fondamentale dunque imparare a riconoscere i campanelli d’allarme che il corpo invia senza mai sottovalutarne la possibile gravità».

Troppo spesso, infatti, le diagnosi sono purtroppo tardive e a carico di donne anche molto giovani, under 50, con una riduzione rilevante delle opportunità di sopravvivenza. Eppure farcela è possibile. Lo sanno bene quelle pazienti che hanno già subito interventi a causa di tumori ginecologici e che proprio domenica 9 ottobre ricorderanno l’importanza di prendersi cura di sé e la possibilità di continuare a godere di una buona qualità di vita, nonostante tutto. Saranno infatti loro, insieme ad un team di “amici delle donne” della SOC di Ginecologia dell’ASUFC di Udine a popolare la motonave della solidarietà che dal porto di Grado salperà verso Trieste, direzione Barcolana.

«Abbiamo organizzato questa giornata di condivisione per manifestare la nostra vicinanza alle pazienti già operate e guarite e per raccogliere fondi a sostegno della LILT (la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), con il patrocinio di LOTO onlus, associazione no profit che nasce con l’intento di colmare il vuoto informativo e di consapevolezza sul carcinoma dell’ovaio - aggiunge, ricordando che l’evento, data la presenza dei medici a bordo, sarà anche una preziosa occasione per migliorare la conoscenza sui fattori di rischio, sulle possibilità di diagnosi e sulle strategie preventive disponibili.

«Ciò che le donne spesso ignorano rispetto ai tumori femminili è che buona parte di essi ha un esordio subdolo; è quindi fondamentale riuscire a coglierne le prime avvisaglie che possono essere anche aspecifiche – raccomanda il Prof. Giuseppe Vizzielli, Professore associato presso il Dipartimento di Area Medica UniUD e Dirigente medico ASUFC, mentre ricorda che il tumore all’endometrio, secondo dopo il cancro al seno, registra ogni anno, in Italia, 8700 nuovi casi circa mentre il tumore ovarico, per cui non esistono ad oggi test di screening, colpisce una donna su 72, con 106 nuovi casi annui in regione. Nonostante questo, negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti grazie alla medicina di precisione, che si avvale sia del supporto tecnologico di piattaforme robotiche e di una chirurgia sempre meno invasiva, sia dell’innovazione farmacologica, grazie all’utilizzo di nuovi farmaci a bersaglio molecolare che mirano a rallentare o bloccare la crescita delle cellule tumorali. L’importante è rivolgersi a Centri di riferimento, dove la cura e la prevenzione (effettuando almeno una visita di controllo ginecologica annuale) si abbinano all’innovazione, alla ricerca e alla multidisciplinarità».

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