Il rettore: “Puntiamo a fare di Aquileia un’esperienza unica”

Cinque partner per un progetto di archeologia pubblica ad Aquileia coordinato da Uniud

La firma della convenzione al Rettorato, per rendere protagonisti studenti e cittadini e valorizzare il territorio

Coinvolgere gli studenti della scuola secondaria superiore nelle attività di supporto agli scavi archeologici di Aquileia, per educarli al valore del patrimonio e al rispetto che deriva dall’aver maneggiato di persona gli oggetti del passato, e permettere ai cittadini della città romana di vivere lo scavo "accanto a casa" dall’interno, partecipando, invece di subirlo dall’esterno come un’interferenza nella propria quotidiana. Questi due tra gli obiettivi prioritari della convenzione siglata nella sede del Rettorato dell’Università di Udine, tra l’ateneo friulano, il Comune di Aquileia, l’IISS della Bassa Friulana, la Soprintendenza ABAP del Friuli Venezia Giulia, la Fondazione Aquileia.
 
Alla firma per l’Università il rettore Alberto De Toni, per il Comune di Aquileia il sindaco Gabriele Spanghero, per l’IISS Bassa Friulana la professoressa Anna Adamo in rappresentanza del dirigente scolastico Adriano Degiglio, per la Soprintendenza ABAP Friuli Venezia Giulia, la soprintendente Simonetta Bonomi (che ha firmato digitalmente) e per la Fondazione Aquileia il presidente, ambasciatore Antonio Zanardi Landi. All'atto hanno presenziato anche diversi 'supporter' dell'operazione, tra i quali il delegato del rettore all'archeologia prof. Daniele Morandi Bonacossi.
 
Lo scopo comune è realizzare, sulla base delle rispettive missioni, il progetto Archeologia pubblica ad Aquileia, cioè uno scavo “aperto” agli studenti, alla comunità e al territorio nella misura in cui la legge lo consente. E non solo se possibile: il progetto punta anche a realizzare una valorizzazione integrata del territorio, trasformando lo scavo in un elemento di attrazione turistica mediante specifici accordi con le imprese dei comparti dell’ospitalità ed enogastronomico, per la costituzione di percorsi turistici coordinati”. L’attività oggetto della convenzione si svolgerà nell’area archeologica delle Grandi Terme o Terme Felici Costantiniane, dove dal 2003 l’Università di Udine ha la concessione di scavo, della quale la responsabile scientifica è la dr.ssa Marina Rubinich. Nel concreto, gli studenti parteciperanno alle indagini preliminari (ricognizione di superficie, indagini strumentali non invasive, campagna fotogrammetrica), collaboreranno al trattamento dei materiali, al rilievo delle strutture scavate e alla preparazione della cartografia per la pubblicazione.
 
Secondo il rettore De Toni, che ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro degli archeologi dell'ateneo questa firma è importante per «integrare lo scavo archeologico in un sistema di valorizzazione del territorio che offra ai turisti l’esperienza di tutto ciò che rende Aquileia un posto unico al mondo: entrare in un cantiere di scavo, esperienza che certo non capita tutti i giorni, e poi visitare una cantina, infine assaggiare le specialità della Bassa significa vivere l’essenza di Aquileia, legarla a un’esperienza impossibile altrove. E conservarne il ricordo per sempre, come di un luogo che rappresenta anche tutto il Friuli e il resto della regione. Da qui lancio oggi una sollecitazione – ha concluso – valorizziamo gli scavi, ma pensiamo anche a realizzare dei building multimediali dove i turisti possano immergersi nella seconda più importante città dell'Impero romano ricostruita virtualmente».
 
«Lo scopo della convenzione è valorizzare il patrimonio antico di Aquileia attraverso lo scavo condotto con le regole dell’Archeologia Pubblica», ha spiegato il responsabile del progetto per l’ateneo prof. Ludovico Rebaudo, professore associato di Archeologia Classica del DIUM. «Uno scavo scientifico che si conclude conla pubblicazione dei risultati – ha aggiunto -, ma che consente a tutti coloro che sono interessati di vivere l’esperienza dell’archeologia militante, anche se non sono degli specialisti, dai cittadini di Aquileia ai turisti, persino ai semplici curiosi. Il Comune – ha aggiunto -, con l’aiuto del nostro ateneo punta ad avvicinare gli aquileiesi all’archeologia, per capire come funziona, se possibile a divertircisi, dato che comunque ci dovranno sempre convivere».
Il presidente della Fondazione Aquileia, ambasciatore Antonio Zanardi Landi, ha sottolineato che «vi è un aspetto particolarmente positivo che sottende l’iniziativa promossa grazieall’accordo che abbiamo finalizzato oggi in Rettorato.  Ed è quello – ha spiegato - che vuol favorire lo sviluppo di un sentimento di appartenenza e direi anche di “proprietà” dei giovani nei confronti del patrimonio culturale della Regione. Credo che chi avrà dedicato tempo e un po’ di fatica alla riscoperta di un grande monumento dimenticato – ha aggiunto - sentirà come sue le memorie di Aquileia e desidererà proteggerle, valorizzarle, farle visitare, diffonderne la conoscenza sui social media, considerarle parte essenziale della propria identità culturale e morale.  Speriamo tutti molto che sarà effettivamente così – ha concluso - e tutti lavoreremo per questo».
 
Plauso per l'iniziativa è stata espressa dal sindaco di Aquileia. «Per la comunità di Aquileia non è stato facile vivere in un una città caratterizzata da scavi archeologici – ha rilevato – e dunque come amministrazione comunale abbiamo operato per aprire sempre di più l'area degli scavi grazie anche alla ormai consolidata collaborazione con l'università di Udine, dunque abbiamo accolto questo nuovo progetto con entusiasmo e con la massima disponibilità a collaborare, auspicando – ha concluso – che possa svilupparsi anche nella direzione del turismo esperienziale». 

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