Simposio martedì 7 e mercoledì 8 settembre a palazzo Antonini

Come formare gli insegnanti di lingue: convegno europeo all'ateneo friulano

Kick off del progetto EUNoM per costruire una nuova
politica linguistica da presentare a Bruxelles

“Gli insegnanti di lingue: verso un nuovo paradigma per la formazione”. È il tema del simposio europeo che si terrà martedì 7, dalle 9.30, e mercoledì 8 settembre nella sala convegni di palazzo Antonini a Udine, organizzato dal Centro internazionale sul plurilinguismo (Cip) dell’ateneo friulano. Aprirà i lavori Tullio De Mauro, uno dei maggiori studiosi di linguistica italiani. A conclusione si svolgerà una tavola rotonda alla quale parteciperà anche Mauro Giacomo Dutto, Direttore generale per lo Sviluppo dell’autonomia scolastica del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Gli indirizzi di saluto iniziali saranno portati, fra gli altri, dal rettore dell’università di Udine, Cristiana Compagno, dal sindaco di Udine, Furio Honsell, e dal direttore del Cip, Carla Marcato. Al simposio parteciperanno esperti e studiosi di Belgio, Danimarca, Regno Unito, Slovenia, Spagna e Ungheria. Alla conclusione dei lavori di ogni giornata sarà rilasciato, a chi lo desidera, un attestato di frequenza. Sarà inoltre attivo un servizio di traduzione simultanea.
 
L’incontro darà il via al progetto europeo EUNoM (European universities’ network on multilingualism) che ha come obiettivo la costruzione di linee guida per una nuova politica linguistica da presentare alla Commissione europea. L’iniziativa, di durata triennale, è promossa dall’ateneo udinese e da altre sei università e centri di ricerca di Belgio, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Regno Unito. Al progetto collaborano 38 atenei e centri di ricerca appartenenti a 15 stati membri dell’Unione europea più la Turchia. «Il progetto – spiega la direttrice del Cip, Carla Marcato – indagherà sulle complesse relazioni che intercorrono tra il multilinguismo da un lato e l’economia della conoscenza e la società dell’informazione dall’altro, all’interno del processo di globalizzazione».
 
«La politica linguistica ed educativa – sottolinea Marcato – vive chiaramente uno stato di incertezza». Nell’insegnamento si usano costantemente le lingue, ma raramente si riflette sul loro impiego: quali lingue, per quali scopi, per quali contenuti, in quali ambienti, con quali interlocutori. «Le lingue – spiega Marcato – innervano tutti i contenuti e tutte le discipline e chiedono quindi una condivisione di principi linguistici e di modalità di insegnamento». E tale condivisione, evidenzia Marcato, «poggia su una comune preparazione professionale di base di tutti coloro che si dedicano all’insegnamento e che deve essere propedeutica ai diversi settori disciplinari».

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