Appuntamento il 16, 17 e 24 giugno a palazzo Caiselli a Udine

Da Botticelli a Dolce&Gabbana: come mostrare le arti

Quattro conferenze con studiosi, curatori e conservatori di istituzioni accademiche e museali di fama internazionale

“Mostrare le arti. Conservare, esporre, guardare” è il tema di conduttore di quattro conferenze del dottorato di ricerca in Studi storico-artistici e audiovisivi dell’Università di Udine in programma a giugno nel Salone del Tiepolo di palazzo Caiselli a Udine (vicolo Florio 2). Interverranno studiosi, curatori e conservatori di istituzioni accademiche e museali di fama internazionale, coordinati da Donata Battilotti e Francesco Pitassio, referenti scientifici del ciclo di incontri (in lingua inglese). 

«Il ciclo di conferenze sarà l’occasione – Battilotti e Pitassio – per analizzare modalità e strumenti utilizzati e utilizzabili per mostrare l’arte, in particolare strategie, obbiettivi, strumenti concettuali e tecnologici per farci guardare un’opera d’arte, portando esempi vincenti a livello internazionale». 

I primi due appuntamenti si terranno giovedì 16 giugno. Alle 11 interverrà Ana Debenedetti, del Victoria & Albert Museum di Londra. “Botticelli Reimagined” è il tema del suo contributo in cui spiegherà come viene re-immaginata l’arte di Sandro Botticelli: da Andy Warhol a René Magritte, dai Preraffaelliti a Dolce&Gabbana. Debenedetti è curatrice dell’istituzione museale londinese, e nel marzo di quest’anno, insieme a Mark Evans, coordinatore della sezione di pittura e grafica, ha curato una grande mostra dedicata alla fortuna del maestro del Rinascimento fiorentino nell’arte figurativa dal XIX secolo in poi. 

Alle 15, Gudrun Swoboda, del Kunsthistorisches Museum di Vienna, dove si occupa delle collezioni di arte moderna spagnola e italiana, terrà una conferenza intitolata. “Feste Feiern. Celebrating 125 Years of the Kunsthistorisches Museum. Strategies, Assets, Obstacles”. L’intervento della studiosa e curatrice descrive le strategie espositive messe in campo per celebrare il 125° anniversario della fondazione del museo viennese, attraverso un tema emblematico: la festa. Attraverso gli occhi di artisti del calibro di Francisco Goya e Pieter Bruegel il Vecchio, sono le intere collezioni del Kunsthistorisches Museum a essere valorizzate nella mostra aperta fino all’11 settembre prossimo, e consentire al pubblico di festeggiare con il museo la propria storia e il patrimonio conservato. 

Venerdì 17 giugno, alle 11, appuntamento con Malte Hagener della Philipps-Universität di Marburgo (Germania) che parlerà su “Kubrick, Expo, the Beatles. The Dissolution of the Cinematic at Expo 67”. Hagener, fondatore dello European Network for Cinema and Media Studies e presidente della associazione tedesca di studi mediatici, da anni si occupa di archeologia dei media. Il suo intervento esamina l’esposizione universale di Montréal del 1967 per indagare come alcune infrastrutture e forme di visione – per esempio, gli schermi multipli – costituiscono una trasformazione cruciale della esperienza cinematografica. «Perché – sottolinea Pitassio – esporre l’arte non è una semplice occasione di riconsiderare il passato, ma determina in profondità presente e futuro». 

Infine, venerdì 24 giugno, alle 11, Michael Cowan della University of St. Andrews (Regno Unito) centrerà il suo intervento, “Film at the Exhibition: Trade Fairs and Screening Technologies in Interwar Germany and Austria”, sul ruolo che il cinema e le tecnologie di proiezione ebbero nelle fiere e nelle occasioni espositive in Germania e Austria. Oggetto di curiosità, invenzione moderna e strumento di visualizzazione, il cinema in quegli anni muta il modo di guardare e concepire l’esposizione dell’arte. Michael Cowan è uno dei massimi esperti di cinema e cultura visuale tedesca della prima metà del Novecento. Le sue ricerche hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti della Society for Cinema and Media Studies statunitense, della British Association of Film, TV, and Screen Studies, e il Willy Haas Preis in Germania.

 
 

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