Da capitali balcaniche a città europee

Il dipartimento di Scienze storiche e documentarie dell’Università di Udine organizza martedì 4 maggio alle 16.30 nella sala convegni di palazzo Antonini a Udine, la presentazione del volume “Città dei Balcani, città d’Europa” (Lecce, 2009). Interverranno Marco Dogo, docente di Storia dell’Europa orientale all’Università di Trieste e Bojan Mitrović. Introdurrà Gianluca Volpi, docente di Storia dell’Europa orientale all’ateneo friulano. Al centro dell’incontro sarà il tema del rinnovamento urbano, architettonico, economico e sociale di capitali post-ottomane come Atene, Belgrado, Bucarest, Budapest e Sofia avvenuto tra il 1820 e il 1923. Il libro è curato da Marco Dogo e Armando Pitassio.

 

Nel periodo che va dal Congresso di Vienna allo scoppio della prima Guerra mondiale, l’assetto politico della penisola balcanica conobbe una profonda trasformazione. «Là dove si espandeva da secoli il dominio diretto o indiretto dell'Impero ottomano – spiega Volpi – sorsero una mezza dozzina di stati indipendenti». A questo punto, spiega Dogo, «le nuove élite politiche e intellettuali, influenzate dalla cultura laica dell’Europa illuministica e romantica, guardarono con ammirazione e invidia ai modelli di società e stato dell’Europa occidentale». In particolare, sottolinea Dogo, «la trasformazione ebbe come protagoniste le città, e soprattutto le nuove capitali, che dovevano proporsi come modello». Nell’assumere un aspetto moderno ed europeo, aggiunge Dogo, «le capitali balcaniche erano incoraggiate a disfarsi delle vestigia “ottomane e orientali” dal comune sentire urbanistico del tempo, che guardava agli avanzi del passato come a un intralcio al risanamento delle città».