Mercoledì 27 febbraio si è tenuto il quinto appuntamento di “UniudForAll” a Gorizia

Empowerment dei cittadini, delle associazioni e delle imprese: quando, come e a quali condizioni?

Cosa dovrebbe fare il decisore pubblico e quale il ruolo delle persone comuni per far sentire la propria voce

Spesso i cittadini si lamentano delle “scelte calate dall’alto” e non vedono l’ora di essere coinvolti in prima persona, di fare sentire la propria voce e partecipare alle decisioni riguardanti il loro futuro. Concretamente come possono partecipare i cittadini alle decisioni pubbliche? Soprattutto, vi siete mai chiesti a quali condizioni possono essere realmente ed efficacemente coinvolti? Infine, invitare tutti gli interessati è la scelta migliore? Caso che indubbiamente tutti conoscono è “Brexit”: quasi il 52% del popolo inglese scelse liberamente di uscire dall’Unione Europea con non poche conseguenze e nessuna certezza per il paese. Erano tutti consapevoli?

Queste sono state le principali tematiche affrontate mercoledì 27 febbraio al polo Santa Chiara di Gorizia nell’ambito del quinto incontro di “UniudforAll- incontri divulgativi su temi di ricerca” dal titolo “Coinvolgere i cittadini nei processi decisionali: dalla teoria alla pratica” con il professore Luca Brusati, Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università degli Studi di Udine.

Sicuramente il tema della partecipazione del cittadino è molto sentito, ma il vero scenario è che tutta questa dimostrazione di democrazia venga ricondotta a mera retorica senza trovare un’effettiva soluzione operativa. Infatti, generalmente, quando si intende coinvolgere i cittadini si tende a far partecipare, volontariamente o involontariamente, solamente quelli che hanno un interesse specifico; il classico esempio è la modifica del piano urbano del traffico al quale il cittadino medio non partecipa.

Per verificare tutto ciò e tentare di rispondere alle domande iniziali è stato utilizzato un metodo induttivo: un gioco di ruolo che ha reso parte attiva tutti i partecipanti. È stata simulata una riunione per prendere delle decisioni in merito alla gestione della politica sanitaria che coinvolgeva diversi attori con interessi contrastanti.

I risultati? Oltre a essersi calati nella parte ed essersi resi conto che farsi ascoltare e decidere non è facile come sembra, i partecipanti hanno capito che, dal lato del decisore pubblico, bisogna tenere conto di vari aspetti. Innanzitutto, è fondamentale capire di che cosa si sta parlando poiché alcune tematiche sono troppo complesse per essere deliberate dai cittadini. In secondo luogo, fare in modo di rilanciare la partecipazione portando la rappresentanza ad essere bilanciata. Infine, essere chiari con i cittadini: da subito è loro diritto sapere che cosa gli sto domandando: suggerimenti, commenti o decisioni su una materia.

Dal lato dei cittadini, delle associazioni e delle imprese il “segreto” per fare sentire la propria voce ed essere ascoltati è proporre soluzioni quadro a problemi complessi; in questo modo essi stanno aiutando il decisore pubblico a bilanciare interessi diversi e in conflitto fra loro.

In tutto questo non dobbiamo dimenticare il ruolo dei social network nell’influenzare questo processo: hanno un potere molto forte e la questione principale è che tendono a banalizzare i problemi complessi.

Il prossimo incontro di “UniudforAll - incontri divulgativi sui temi di ricerca” - iniziativa coordinata da Antonina Dattolo, delegata del rettore all’Inclusione Digitale, si terrà mercoledì 13 marzo 2019 dalle 15 alle 17 al polo Santa Chiara di Gorizia per parlare di “Neuroscienze e linguaggio” con il professore Andrea Marini, Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e società.

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