Il Dna della vite: il vino veramente biologico passa per la genetica

Iga e Università di Udine a Superquark

La terza puntata del nuovo ciclo di Superquark, il più popolare magazine televisivo di scienza, natura e tecnologia, ideato e condotto da Piero Angela, andrà in onda giovedì 17/07/2014 alle 21.20 su RAI1. Uno dei servizi della puntata è stato girato a Udine, nei campi sperimentali dell’Azienda Agraria Universitaria “A.Servadei” dell’Università di Udine e presso il laboratori dell’Istituto di Genomica Applicata dove, più di 10 anni fa, gli scienziati e gli agronomi hanno iniziato a sviluppare uno nuovo studio sul DNA della vite per creare oggi 10 varietà naturalmente resistenti ai funghi e alle malattie che possono produrre vini che proteggono meglio la salute e l'ambiente.

Il settore vitivinicolo è tra i più importanti e strategici del sistema agroalimentare nazionale ed europeo. Questo mercato che occupa appena il 3 % della superficie agricola europea consuma il 65% di tutti i fungicidi usati in agricoltura. Sono circa 90% le aziende vitivinicole italiane, ovvero circa 400.000 aziende registrate, che effettuano trattamenti di difesa fitosanitaria e trattano quasi il 95% per cento della superficie coltivata a vite. In tutta l’Europa sono circa 68.000 tonnellate l’anno di pesticidi che vengono utilizzati per i trattamenti. Questi sono i numeri che fanno riflettere e preoccupare gli operatori agricoli, chi vive o frequenta gli ambienti circostanti alle coltivazioni ed, in fine, i consumatori.

Sorta come spin-off dell’Università di Udine nel 2006, IGA – Istituto di Genomica Applicata è oggi uno dei più rinomati e più importanti centri di ricerca europei nell’ambito della genetica e genomica degli organismi viventi. L’Istituto partecipa al progetto con l’identificazione dei geni che controllano la resistenza a peronospora in vite e con la selezione assistita da marcatori delle nuove varietà, mentre i ricercatori dell’Ateneo Udinese programmano ed eseguono gli incroci, fanno la selezione per la qualità dei vini e si occupano della produzione delle nuove piante presso l’Azienda agraria dell’Università di Udine, la quale ospita attualmente circa 8.000 incroci di vite in vari stadi di selezione.

Dopo 15 anni di lavoro, abbiamo ottenuto 10 nuove varietà che hanno superato la valutazione in varie aree viticole del nostro Paese e sono in fase di registrazione al Ministero dell’Agricoltura a Roma, in modo da ottenere l’inserimento nel Catalogo Nazionale, necessario per la coltivazione - spiega Raffaele Testolin, docente universitario presidente e cofondatore dell’Istituto. - I vini di queste nuove varietà sono stati testati e degustati da un panel degli esperti nazionali. La nostra ricerca prosegue grazie a fondi pubblici con il sequenzinamento del genoma di vitigni autoctoni e anche con la realizzazione di nuove generazioni di incroci che accumulano resistenze multiple, capaci di tenere a bada più malattie e in modo più duraturo - aggiunge Gabriele Di Gaspero, ricercatore universitario e cofondatore dell’Istituto. Grazie alla genetica molecolare, il processo di selezione sul quale si è sempre basata l’agricoltura, viene accelerato in laboratorio – spiega invece il prof. Michele Morgante, docente universitario, Socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal 2007, cofondatore e direttore scientifico dell’IGA. - Nel DNA la vite non solo conserva la resistenza o meno ai funghi, ma anche le basi genetiche della qualità del vino, che è controllata da altri geni.

Conoscendole meglio, si potrebbero scoprire subito, fra centinaia di incroci, quali sono destinati a produrre un gran vino. I produttori ci chiedevano continuamente quali sarebbero state le ricadute del progetto per il mondo vitivinicolo. Eccone una importante! - aggiunge il professore.

Per vedere il promo della puntata di Superquark http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2409c884-4963-499d-93e2-5e287227176e.html. Per saperne di più vedi l’allegato approfondimenti.

Fonte: Istituto di genomica applicata

 

 

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