Incontro pubblico mercoledì 27 novembre a palazzo di Toppo Wassermann

Il terremoto del Friuli, dal dramma alla rinascita: storia, memoria e ricerca scientifica

Presentazione dei due volumi che raccontano gli sviluppi e i risvolti sociali, culturali e scientifici che ebbe quel tragico evento

Il racconto dello sviluppo della protezione civile, della sensibilità al rischio, della comunicazione e, in particolare, i cambiamenti nel rapporto tra scienza e società a seguito del terremoto in Friuli del 1976. Sono i contenuti dei due volumi The 1976 Friuli earthquake: lessons learned, a cura di Dario Slejko, Ina Cecić e Marcello Riuscetti (Forum, Udine 2019), e Il terremoto del 1976 in Friuli fra storia, memoria e ricerca scientifica, a cura di Paolo Giurco e Dario Slejko (Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata, OGS, Trieste 2019).

Le due pubblicazioni saranno presentate mercoledì 27 novembre in un incontro pubblico dal titolo “Il terremoto del Friuli. Dal dramma alla rinascita”, in programma alle ore 17 nella sala Pasolini di palazzo di Toppo Wassermann, in via Gemona 92 a Udine.

Porteranno i saluti il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, il direttore della Fondazione Friuli, Luciano Nonis, e la presidente dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (OGS) di Trieste, Maria Cristina Pedicchio. Interverranno quindi Marcello Riuscetti, già professore di sismologia applicata dell’università di Udine, Dario Slejko, dirigente di ricerca all’OGS di Trieste, Stefano Grimaz, docente di sismologia applicata all’ingegneria e titolare della Cattedra Unesco, Mauro Pascolini, docente di geografia e delegato del rettore per il progetto “Cantiere Friuli”.

«Il terremoto in Friuli Venezia Giulia ha portato - evidenzia Marcello Riuscetti - alla riorganizzazione nazionale degli studi sugli eventi sismici e sul loro impatto sul sociale e rappresenta la prima collaborazione istituzionalizzata fra geologi, sismologi, ingegneri per la mitigazione del rischio sismico e la creazione di un sistema istituzionalizzato di protezione civile ad uso delle regioni. Il cosiddetto “modello friulano”».

Il volume in inglese raccoglie i contributi scientifici emersi dalla 35^ Assemblea Generale della Commissione Sismologica Europea e pubblicati inizialmente sul Bollettino di Geofisica teorica e applicata dell’OGS del dicembre 2018.

«Si tratta – spiega Riuscetti - dei risultati delle principali ricerche sismologiche in Friuli, ad uso primario dei ricercatori italiani, e non solo, che continuano a manifestare interesse per un evento che ha presentato alcune singolarità di grande rilievo per chi volesse affrontare il problema della difesa dai terremoti in modo efficace».

Il secondo volume, in italiano, è una selezione degli stessi lavori, scelti tra quelli con valenza maggiormente divulgativa, adattati per lettori non necessariamente esperti in materia e impreziosito da un forte impianto iconografico, grazie a molte immagini gentilmente concesse dal Museo ‘Tiere Motus’ di Venzone.

«Il volumetto in italiano – dice Riuscetti - vorrebbe convincere soprattutto i decisori pubblici della necessità, anche morale, di mettere tutti gli abitanti della regione nelle medesime condizioni di sicurezza di quelli che vivono nei comuni del terremoto del 1976. In Friuli Venezia Giulia ci sono tutte le conoscenze per affrontare il problema in modo efficace e con costi compatibili con le risorse proprie».

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