Nell’ambito dei corsi di letteratura slovena della facoltà
di Scienze della formazione

Letteratura e vita: Boris Pahor all'Università di Udine

Giovedì 17 maggio, alle 17.30, aula 7 del polo di via Margreth 3 a Udine

Incontro pubblico con lo scrittore di lingua slovena Boris Pahor alla facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Udine, giovedì 17 maggio, alle 17.30, nell’aula 7 del polo di via Margreth 3 a Udine. L’appuntamento sarà coordinato da Roberto Dapit, professore di Lingua e letteratura slovena all’ateneo friulano. Nell’occasione gli studenti di letteratura slovena leggeranno dei brani tratti dai libri dell’autore. Sarà inoltre sarà allestita una mostra dei suoi libri, sia in italiano che in sloveno.

«Nei suoi incontri pubblici – spiega Dapit – Pahor, che ha vissuto in prima persona la realtà disumana provocata dai regimi totalitari del Novecento, ama rivolgersi ai giovani non soltanto per testimoniare la tragedia europea di un'epoca, ma soprattutto per riflettere con loro sulla libertà e sul ruolo svolto in questo senso dalla letteratura e dall’arte».

Boris Pahor è nato nel 1913 a Trieste dove attualmente vive. Già in contatto con le organizzazioni antifasciste dalla fine degli anni Trenta, durante la seconda guerra mondiale si unisce alle forze della Resistenza del Litorale sloveno, ma viene arrestato e deportato nei campi di concentramento nazisti. Simili esperienze rappresentano la materia di quasi tutta la sua ampia opera letteraria (romanzi, novelle, scritti memorialistici) in lingua slovena. Rientrato a Trieste, si laurea in Lettere all’Università di Padova dedicandosi all'insegnamento della letteratura italiana nella scuola superiore slovena della città natale.

Pahor è stato insignito di importanti premi e onorificenze, anche a livello internazionale. Fra gli altri, nel 1992 ha ricevuto il Premio Prešeren, massimo riconoscimento per i risultati ottenuti in campo artistico in Slovenia, mentre nel 2007 gli è stata attribuita la Legion d’Onore da parte del Presidente della Repubblica Francese. Più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, nel 2009 il suo nome è stato proposto anche dalla cattedra di Lingua e letteratura slovena dell’Università di Udine.

Della sua affermazione a livello internazionale sono prova anche le traduzioni in numerose lingue europee. Nel panorama letterario sloveno contemporaneo Pahor è l’autore più tradotto in lingua italiana. Nel 2008 il romanzo Necropoli ha vinto il Premio Internazionale Viareggio-Versilia. Fra le altre sue opere tradotte in italiano spiccano Una primavera difficile (2009), Qui è proibito parlare (2009), Piazza Oberdan (2010), fino alla recente Dentro il labirinto (2011). In collaborazione con Cristina Battocletti ha inoltre pubblicato Figlio di nessuno: un’autobiografia senza frontiere (2012).

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