Parco scientifico e tecnologico 'Luigi Danieli': posata la prima pietra dei nuovi edifici

L’opera sarà all’insegna del rispetto per l’ambiente e del risparmio energetico

«Friuli Innovazione, grazie anche ai nuovi spazi di cui oggi posiamo simbolicamente la prima pietra, può e vuole essere un elemento fecondante di un nuovo modello di sviluppo del nostro territorio, se la comunità regionale sceglierà di puntare sull’innovazione e la competitività». Sergio Cecotti, presidente di Friuli Innovazione, ha detto questo salutando la folta platea stamattina, convenuta per la cerimonia inaugurale della posa della prima pietra dei nuovi edifici del Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine.

«Abbiamo volutamente aspettato un po’ per fare questa cerimonia – ha continuato Cecotti – perché non volevamo rischiare che dopo la posa della prima pietra, come troppo spesso accade in Italia, i lavori si fermassero per qualche ragione. Oggi noi posiamo la prima pietra, ma due dei tre nuovi edifici sono già quasi ultimati. Il che vuol dire –ha continuato il prof. Cecotti – che verosimilmente i tempi della gara d’appalto saranno rispettati e i lavori conclusi prima della fine di quest’anno».

Nella giornata che vede le istituzioni del Friuli Venezia Giulia raccolte in via Linussio per testimoniare questo importante momento per il Parco Scientifico e Tecnologico friulano ma anche del modello di sviluppo basato sull’innovazione che i principali attori territoriali si sono proposti con la sua istituzione nel 2004, non sono mancati i riferimenti alla difficile situazione attuale e i richiami alla competitività che deve fare il paio con l’innovazione. Tanto per le imprese nuove e neocostituite come per quelle tradizionali della manifattura, che, grazie all’innovazione, devono essere in grado di relazionarsi con le economie più forti, europee e non.

Così Fontanini, presidente della provincia, ma che Giovanni Da Pozzo, presidente della CCIAA di Udine e Furio Honsell, sindaco del capoluogo, che hanno rimarcato l’importanza del sistema della conoscenza del FVG. Gli ha fatto eco il rettore dell’Università di Udine, Cristiana Compagno: «I nuovi immobili sanciscono chiaramente una nuova fase evolutiva di questa struttura, fortemente voluta dall’Università a suo tempo su intuizione dell’allora rettore Marzio Strassoldo. Oggi Friuli Innovazione è un’eccellenza, come lo sono altri tasselli del sistema regionale della conoscenza, però l’obiettivo è quello di innalzare la capacità media di innovazione del sistema, non sommare le sue eccellenze, perché solo così si potrà fronteggiare la crisi attuale».

In sintonia con i saluti delle istituzioni anche le parole dell’arcivescovo di Udine, presente per impartire la benedizione di rito alla prima pietra e al cantiere. «Sebbene le qualità di Dio non possano essere investigate scientificamente – ha detto monsignor Mazzocato – è evidente che la divina Provvidenza sia ispiratrice delle intelligenze, così come è evidente che la sfida più importante oggi sia quella di creare posti di lavoro, che è il vero fattore di sviluppo».

Presente alla cerimonia anche il presidente della Regione FVG Renzo Tondo, insieme all’assessore all’innovazione Roberto Molinaro. Il governatore Tondo ha ricordato come sia compito della politica e delle istituzioni rimuovere gli ostacoli alla creazione di impresa, a sua volta responsabile della creazione di posti di lavoro e di come, proprio sul tema dell’innovazione le forze politiche si siano dimostrate coerenti a prescindere dal loro avvicendarsi.

Il direttore di Friuli Innovazione, Fabio Feruglio, ha infine illustrato i tratti salienti del progetto di ampliamento del Parco scientifico che comporta la costruzione di tre nuovi edifici entro il 2012.

I nuovi edifici avranno una superficie complessiva di circa 3.700 mq e saranno realizzati all’insegna del rispetto per l’ambiente e del risparmio energetico. Due di essi saranno costruiti nello standard Casa Clima Classe A, con un fabbisogno energetico più che dimezzato rispetto a quelli di vecchia concezione. Saranno inoltre realizzati un impianto fotovoltaico e un sistema di recupero delle acque piovane, che prevede l’accumulo e il loro successivo riutilizzo sia nei servizi igienici sia per l’irrigazione degli spazi verdi. L’opera costerà circa 5 milioni di euro e premetterà una nuova fase di crescita del Parco, che amplierà l’offerta di spazi per la ricerca scientifica e tecnologica sul territorio regionale. «Si tratta di un passo importante – afferma il direttore di Friuli Innovazione Fabio Feruglio – perché rappresenta, nella difficile situazione congiunturale, un sostegno concreto alla ricerca industriale e all’innovazione, una scommessa sul futuro e un’opportunità per il territorio, proprio nella direzione che tutti indicano per avviare e sostenere un nuovo processo di sviluppo e crescita. Ci tengo a sottolineare - ha ribadito Feruglio – che non è un’operazione semplicemente immobiliare ma un investimento per lo sviluppo del nostro territorio».

FONTE: UFFICIO STAMPA FRIULI INNOVAZIONE

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