Ricerca nel Web: tra scienza e fake

Seminario online giovedì 14 maggio dalle ore 11

I motori di ricerca sono ormai punti di riferimento per l’informazione, considerati indispensabili e affidabili. Facilità e velocità sono elementi chiave per raggiungere contenuti online. Ma quanto davvero questi risultati possono essere ritenuti attendibili? Come mai siamo in molti ad avere creduto ad almeno una fake news e ad averla condivisa? Queste domande ci condurranno nel seminario “Ricerca e Web: tra la scienza e la caccia di fake”, un percorso tra vantaggi e criticità dei motori di ricerca che si svolgerà on line il 14 maggio dalle ore 11. All’evento è possibile iscriversi entro mercoledì 13 alle ore 11, inviando una mail con oggetto “Evento 14 maggio” all’indirizzo mail tutor.cego@uniud.it.

Il relatore sarà Andrea Cuna, docente dell'Università di Udine di Catalogazione e Information Science presso il Corso di laurea in Beni culturali e di Applicazioni e servizi digitali per il Web, presso la laurea magistrale in Storia dell'arte e conservazione dei beni storico-artistici.

L’intervento si svolge nella serie di incontri organizzati dall’Università di Udine, patrocinati e in collaborazione con il Comune di Gorizia, l’Ordine dei Giornalisti e Uni-Ferpi Gorizia (la sezione universitaria-giovani della Federazione Relazione Pubblica Italiana). Gli eventi si svolgono nell’ambito dell’insegnamento di Comunicazione mobile e nuovi media del docente Nicola Strizzolo, con il supporto del Progetto Identità Digitale RP, WE are Uniud, delle tutor Cego e delle studentesse Maria Mattaloni e Federica Vassallo.

La scaletta di eventi si concluderà il 18 maggio con l’intervento di Giulio Lughi sulle forme dell'interattività nell'arte e nello storytelling, partendo da “AI Aesthetics”, l’ultimo saggio di Lev Manovich, interprete e precursore della cultura mediatica digitale che si occupa del rapporto tra il digitale e la persona, teoria della new media art e studi di software. Lughi, già professore di Media Digitali nell’Università di Torino, è uno dei primi studiosi in Italia dell'impatto del digitale in ambito umanistico, formazione dell’immaginario e creatività digitale.

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