A Mishrifeh, l’antica capitale Qatna del II millennio a.C.

Siria, affidata a Udine l'apertura di una nuova promettente area di scavo

Rinnovata all’università friulana la licenza di scavo e tutela del sito
Asma al-Assad all’inaugurazione del restauro dell’antico palazzo reale

Compagno: «Missione scientifica di portata mondiale,
volano di prestigio internazionale per l’intero territorio regionale»

Il rettore dell’università di Udine Cristiana Compagno ha sottoscritto con la Direzione generale delle antichità e dei musei di Siria la nuova licenza quinquennale di scavo per l’ateneo nel sito dell’antica capitale siriana Qatna. La stipula dell’accordo è avvenuta nel corso della visita istituzionale in occasione della cerimonia di inaugurazione di ieri, alla presenza della first lady siriana Asma al-Assad, grande sostenitrice della ricerca archeologica nazionale e internazionale in Siria, della prima fase dell’importante progetto di restauro del palazzo reale di Qatna. Il progetto, frutto della collaborazione tra gli atenei di Udine e Tübingen con Damasco, permetterà l’apertura dell’antico palazzo e del sito al turismo internazionale. La rinnovata licenza dell’ateneo di Udine prevede anche l’apertura di una nuova, vasta e promettente area di scavo, a oggi inesplorata.

La missione archeologica nella Siria centrale, 18 chilometri a nord-est della città di Homs, sul sito dell’antica Qatna, capitale che nel II millennio a.C. reggeva le sorti di un vasto regno e regolava il traffico delle vie carovaniere, «è – sottolinea con soddisfazione il rettore Compagno - una tra le maggiori e più ambiziose campagne di scavo e valorizzazione del patrimonio culturale a livello mondiale, di cui l’università di Udine, dall’inizio, è protagonista». L’ateneo è coinvolto in questa impresa sin dall’avvio, nel 1999, della Missione, co-diretta da Daniele Morandi Bonacossi dell’università di Udine e da Michel Al-Maqdissi della Direzione generale delle antichità e dei musei di Siria.

«Quest’anno – sottolinea Compagno - la Provincia di Udine ha assegnato un finanziamento alla nostra Missione, che, seppur insufficiente a coprire le esigenze di un progetto così vasto e articolato, consentirà di affrontare le prime operazioni di scavo nella nuova area assegnataci dal Governo siriano». Tuttavia, «per mantenere – aggiunge Compagno - la posizione di primato scientifico mondiale sul sito, sono necessari ulteriori finanziamenti e sostegni anche di tipo territoriale. La reputazione internazionale acquisita dal nostro ateneo nell’archeologia orientale si trasforma, a questi livelli, in reputazione di un intero territorio, con più ampi benefici effetti per la nostra città e per la nostra regione».

«Il rinnovo della licenza – spiega Morandi Bonacossi – permetterà di continuare questa straordinaria avventura dal punto di vista scientifico e culturale, di proseguire nello scavo dei palazzi della Città Bassa e Orientale satellite al palazzo reale e di aprire una nuova grande area di scavo presso la monumentale porta occidentale di accesso alla città, non ancora esplorata e molto promettente».

L’equipe dell’università di Udine è composta da una squadra internazionale di specialisti in diversi campi della ricerca - archeologia, architettura, restauro, topografia, informatica, antropologia, archeozoologia, archeobotanica, palinologia, geomorfologia, pedologia, archeometria, geofisica - e da una decina di studenti delle università di Udine, Aleppo e Damasco.

La continuazione delle ricerche dell’ateneo di Udine a Qatna «è resa possibile – ricorda Morandi Bonacossi – dal sostegno costante che riceviamo soprattutto dal nostro ateneo, ma anche dal ministero degli Affari Esteri, oltre che dagli sponsor che sostengono e hanno sostenuto le attività della nostra Missione, come la Fondazione Crup, lo Studio Giorgiutti e Associati (Ud), la ditta di spedizioni internazionali Barbon (Ve) e la catena di ristoranti “Le mille e una notte” (Ud)».

Alla missione istituzionale in Siria per l’università di Udine con il rettore Compagno erano presenti il delegato per la valutazione e il controllo, Stefano Miani, e il direttore della missione archeologica udinese, Daniele Morandi Bonacossi. Ieri, all’inaugurazione della prima fase del progetto di restauro dell’antico palazzo di Qatna, con la first lady siriana Asma al-Assad, hanno partecipato anche il ministro della Cultura della Repubblica Araba di Siria Riad Naasan Agha, il direttore generale delle Antichità e dei Musei di Siria Basam Jamous, il governatore della provincia di Homs Yad Ghazal, l’ambasciatore d’Italia in Siria Achille Amerio, il vice-rettore dell’università di Tübingen Stephanie Gropper.

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