Avanguardia russa 1910-1930

A Villa Manin il costruttivismo russo: in primo piano l'arte di Aleksandr M. Rodchenko

Marching column of the Dynamo Sports Club (1932) di Alexander Rodchenko

Per la prima volta visibile in Italia, approda a Villa Manin di Passariano (Udine) la collezione di George Costakis, il diplomatico russo di origine balcaniche che, definito dai suoi contemporanei «‘il greco pazzo’ che raccoglie spazzatura inutile», acquistò e conservò con cura le creazioni dei principali esponenti delle avanguardie russe del primo Novecento, lasciandoci in eredità un patrimonio artistico di inestimabile valore.

La mostra, articolata in dieci percorsi tematici, esibirà le oltre 300 opere conservate al Museo d’arte contemporanea di Salonicco e sarà arricchita di un ulteriore nucleo di prestiti dal museo greco, tra cui spicca la collezione fotografica di Aleksandr M. Rodchenko.
Esponente del costruttivismo, Rodchenko immortalò con la sua Leica oltre un centinaio di oggetti ordinari e comuni (scale, muri, balconi ecc.), che fotografò da angolazioni eccentriche e inconsuete, conferendo loro un aspetto e un significato simbolico radicalmente nuovi.
 
Prosegue dunque il viaggio nel cuore dell’arte novecentesca, la cui carica innovativa e di rottura con il passato è stata volutamente drastica e irriverente. «L’obiettivo del nostro progetto – spiega Piero Colussi, soprintendente di Villa Manin – è quello di accompagnare il pubblico in un viaggio attraverso il secolo che ha cambiato il corso della storia dell’arte. Continueremo così anche nei prossimi due/tre anni, coinvolgendo istituzioni e università, per renderlo più completo e appetibile».