Nel foyer del Teatro Verdi fino al 19 aprile

L’immaginario di D’Osualdo tra storia e miti della tradizione friulana

In mostra a Pordenone 40 anni di attività del “papà” di Tarvos

Il Teatro Verdi di Pordenone rende omaggio ad un artista poliedrico e creativo che, con il suo lavoro di illustratore e non solo, ha promosso e valorizzato la cultura e la lingua friulana. La mostra “D’Osualdo_Di Suald. Storie e illustrazioni dal Nordest. Contis e pipins di soreli jevat” ripercorre quarant’anni di attività editoriale di Alessandro D’Osualdo, conosciuto ai più per aver creato il personaggio di Tarvos, da lui scritto e disegnato. Il fumetto, uscito in otto albi tra il 1978 e il 1980, è stato il primo a essere pubblicato in friulano e ha accompagnato l’infanzia di molti bambini friulani negli anni ’80.
 
Tra i personaggi nati dalla sua fantasia si ricordano inoltre il topolino Relé, protagonista anche di pubblicazioni dedicate alla storia dell’arte, e Tzan le Valdotaine, protagonista di storie trilingue scritte per i valdostani.
 
L’esposizione pordenonese comprende fumetti, caricature, illustrazioni tradizionali, virtuali e fotografiche, e una cinquantina fra libri e stampati. Per la prima volta sono esposte anche le illustrazioni originali dei libri dedicati a “Tarvos”, “Arrivano i Longobardi”, “Relé va al Guggenheim”, realizzate con varie tecniche. 
 
D’Osualdo opera da diversi decenni nei settori della comunicazione e della cultura. In quest’ultimo campo ha realizzato libri illustrati su vari argomenti in ambito didattico, formativo e universitario, oltre a mostre su diversi soggetti. La sua poetica si basa sulla funzione “didattica” dell’illustrazione: le sue opere sono rivolte soprattutto all’infanzia, alla scuola e alle famiglie e si intrecciano alla storia locale del Friuli, anche linguistica. «Una scelta – spiega lo stesso autore – conseguente a un preciso indirizzo informativo e formativo perché, pur essendo ricchissima anche di stimoli non solo culturali, la storia locale è sconosciuta alla gran parte dei nostri corregionali. Ciò che mi propongo, sempre, è di renderla accessibile a ogni lettore desideroso di capire meglio il nostro passato e le influenze apportate a livello internazionale». 
 
Come sottolineano i curatori della mostra, nell’arte di D’Osualdo «la Storia sconfina nel mito mentre il mito può sconfinare nelle storie popolari. In questa mostra le varie parti si confondono anche visivamente, come nel caso dei Longobardi passando dall’illustrazione al fumetto». L’arte di D’Osualdo permette al pubblico di immergersi nel flusso della storia locale, una storia fatta di eventi e miti poco (o a volte per niente) conosciuti. 
 
Per la sua attività D’Osualdo ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Alpe Adria “per l’aiuto dato alla comprensione tra i popoli”. La sua produzione è rivolta soprattutto all’ambito locale, utilizzando anche le lingue regionali (friulano, sloveno, tedesco). La mostra “D’Osualdo_Di Suald. Storie e illustrazioni dal Nordest. Contis e pipins di soreli jevat” rimarrà aperta fino a mercoledì 19 aprile, tutti i giorni dalle 16.30 alle 19 e in concomitanza con gli spettacoli e gli eventi in programmazione nel teatro.