Rebus Caravaggio

Il ‘San Francesco che riceve le stigmate’ di Udine

 Nella ricostruzione della fortuna di Caravaggio e delle sue composizioni, una vicenda straordinaria, perché documentata e ripercorribile nei dettagli, è quella che coinvolge l’abate friulano Ruggero Tritonio e il banchiere ligure Ottavio Costa all’alba del Seicento a Roma.

In questo video la prof. Linda Borean, docente di Storia dell’arte moderna all’Università di Udine, ricostruisce le vicende che legano la storia del dipinto con quella del Friuli.
Il legame Tritonio e Costa non riguardava soltanto la sfera degli affetti personali, ma toccava anche interessi culturali e artistici: in particolare condividevano la medesima passione per i pittori più all’avanguardia del momento, da Annibale Carracci a Caravaggio, di cui il banchiere era uno dei più importanti collezionisti.
 
Costa aveva manifestato il suo interesse per Caravaggio in anticipo rispetto all’unanime plauso pubblico che venne tributato all’artista dopo aver licenziato le tele della cappella Contarelli (1600). Uno dei suoi primi acquisti fu il San Francesco che riceve le stigmate (1595 c.; Hartford, Wadsworth Atheneum), il cui soggetto rimanda al clima religioso instauratosi con il Concilio di Trento e mostra l’attenzione di Caravaggio per la temperie spirituale del suo tempo e per la cultura dell’ambiente ecclesiastico nel quale era stato accolto.
 
Nel 1606 Costa, gravemente malato, dispose che Tritonio scegliesse un quadro della sua collezione, tra San Francesco e Marta e Maddalena. Pur mancando l’indicazione di paternità, il San Francesco è stato collegato al quadro ricordato da Tritonio nel suo testamento del 1607 come autografo di Caravaggio.
Una volta guarito dalla malattia che lo aveva spinto a dettare testamento, Costa aveva mutato le sue intenzioni omaggiando l'amico non della versione originale, rimasta presso gli eredi sino al 1846 e poi pervenuta a Hartford, ma di una copia ‘conforme’, cioè identica per iconografia e dimensioni ed eseguita tra 1606 e 1607 con l’autorizzazione del proprietario.
 
La vicenda rappresenta un tassello fondamentale nella ricostruzione della fortuna di Caravaggio e della diffusione della corrente del caravaggismo, attraverso la duplicazione delle sue composizioni: un fenomeno avviato mentre il maestro era ancora in vita e che assunse in breve tempo proporzioni all’epoca inusuali.
Le indagini diagnostiche condotte sul San Francesco di Udine nella primavera del 2014 apportano nuovi elementi al dibattito storiografico in corso sul tema delle copie da Caravaggio, con dati inediti sugli aspetti conservativi, le caratteristiche materiali, il procedimento esecutivo.
 
Galleria d’arte antica
Castello di Udine, sala XIII
Mostra a cura di Linda Borean e Massimo De Sabbata
Da martedì a domenica
dalle 10.30 alle 19 (fino al 30 settembre)
dalle 10.30 alle 17 (dall’1 ottobre)
Visite guidate: 0432 414749
didatticamusei@comune.udine.it

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