Una memoria, mille voci. Una mostra dedicata a Charlotte Delbo

A palazzo di Toppo Wassermann

 Fino al 6 marzo si potrà visitare la mostra dedicata a Charlotte Delbo (1913–1985), una delle più alte voci della lotta europea al nazismo, allestita al velario di Palazzo di Toppo Wassermann. Di origini francesi, Charlotte Delbo sposa nel 1936 Georges Dudach, con il quale svolge un’intensa attività clandestina nel corso dell’occupazione nazista della Francia.

 
Nel marzo del 1942 viene arrestata dai tedeschi insieme al marito che, di lì a poco, sarà fucilato, mentre lei, dopo un breve soggiorno in carcere, il 23 gennaio verrà deportata con altre 229 donne prima ad Auschwitz e poi a Ravensbrück. Nella sua opera letteraria ha spaziato dal saggio all’articolo di giornale, dalla poesia alla pièce teatrale, lasciandoci una grande testimonianza di vita e di resistenza. La mostra, aperta ogni giorno dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20, prevede anche visite guidate per scuole e gruppi, a cura dell’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (info: tel. 0432 295475; mail: didattica@ifsml.it).
 
Voi che sapete

O voi che sapete
sapevate che la fame fa luccicare gli occhi
che la sete li offusca

O voi che sapete
sapevate che si può vedere sua madre morta
e restare senza lacrime

O voi che sapete
sapevate che al mattino si vuole morire
che alla sera si ha paura

O voi che sapete
sapevate che un giorno è più di un anno
un minuto più di una vita

O voi che sapete
sapevate che le gambe sono più vulnerabili degli occhi
i nervi più duri delle ossa
il cuore più solido dell’acciaio

sapevate che le pietre del camino non piangono
che c’è una sola parola per lo spavento
una sola parola per l’angoscia

sapevate che la sofferenza non ha limiti
l’orrore non ha frontiere

Lo sapevate
voi che sapete