«Cerchiamo sempre il senso delle cose, l’ordine nel caos»

Discorrendo di Arte e Matematica con Alessio Corti

‘The Gray Tree’ (1912) di Piet Mondrian

 Multiverso incontra il matematico Alessio Corti. «Come esseri umani siamo animali interpretativi e cerchiamo sempre il senso delle cose, l’ordine nel caos: è un fatto che non esiste in altro luogo se non nella mente umana, è la capacità di dare significato a qualcosa». Già questa affermazione può darci un collegamento tra arte e matematica.


A parlarcene è stato Alessio Corti, matematico dell’Imperial College di Londra che, ospite della Città e dell’Università di Udine, ha tenuto una conferenza sulla sua collaborazione con Gemma Anderson, artista visiva con un particolare interesse per le scienze naturali.
Abbiamo innanzitutto chiesto ad Alessio Corti se la matematica sia già essa stessa arte, supportati da Bertrand Russell che ebbe a dire che «la matematica non contiene soltanto la verità ma la bellezza suprema, una bellezza fredda e austera […] e tuttavia pura e sublime, capace di quell’alta perfezione che è propria solo della più grande arte».
 
La matematica ci appare troppo fredda e rigorosa, eppure, è presente in tutte le forme dell’arte (musica, poesia, arti visive...). Da qui, altre domande: che rapporto c’è tra creatività e matematica? E tra forma e contenuto? Come in matematica, anche nell’arte ci sono regole e strutture (si pensi alla poesia con i suoi esametri, distici ed endecasillabi): quali sono i vantaggi e gli svantaggi di creare all’interno di strutture rigide? E che rapporti ci potrebbero essere tra i frattali e l’arte contemporanea?
L’arte, inoltre, si è sempre posta il tema della rappresentazione del silenzio, addirittura John Cage gli ha dedicato una sua composizione, «4’ 33”». Il silenzio può essere rappresentato matematicamente?
 
Ci siamo poi spostati sul ruolo che ha la matematica nella nostra società: pur mantenendo la sua autonomia, infatti, è fondamentale per le altre scienze e, in più, molte formule matematiche risultano spesso applicabili in maniera del tutto inaspettata in contesti empirici completamente diversi da quelli per cui quelle formule erano state ottenute. Questo suo aspetto, la pone in un ruolo privilegiato e trasversale rispetto a tutti gli altri saperi, contribuendo così a superarne iperspecializzazioni e frammentazioni. Abbiamo quindi chiesto, per chiudere, se il rapporto tra la matematica e le altre scienze cambia di scienza in scienza o è uguale per tutte? e cosa prende, invece, la matematica dagli altri saperi?

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