Coinvolti università e gruppi di ricerca italiani, francesi, tedeschi e svizzeri

Pronti per il futuro? Potrebbe non essere così lontano...

Dall'Unione Europea 4 milioni di euro per un progetto sull'abbattimento dei consumi delle tecnologie dell’informazione

La mole di dati generati dai dispositivi portatili e scambiata nelle reti di telecomunicazioni è aumentata in modo esponenziale negli anni recenti, e continuerà a farlo nel contesto dei Big Data e della Artificial Intelligence (AI), con applicazioni di grande rilevanza che spaziano dal riconoscimento di linguaggio e immagini, alla guida autonoma, fino al monitoraggio sanitario la cui esigenza si è drammaticamente imposta durante la recente epidemia di Covid-19. Oggigiorno anche gli algoritmi più recenti e innovativi vengono normalmente eseguiti su piattaforme di calcolo con una struttura concepita negli anni settanta del secolo scorso, che per loro stessa natura dissipano molta energia.

Il consumo energetico pone seri problemi all’autonomia delle batterie dei dispositivi portatili (come smartphone e tablets). Inoltre, anche nei grandi centri di calcolo dei giganti in Internet dove l’energia è disponibile, il consumo delle tecnologie dell’informazione rappresenta una vera sfida e ha un impatto ambientale che viene spesso sottovalutato rispetto a quello di altri settori industriali.

Processori neuromorifici. I processori neuromorfici sono una nuova generazione di piattaforme di calcolo che si ispira all’organizzazione del cervello degli esseri viventi, organizzati come reti costituite da dispositivi sinaptici e neuroni. Questi processori mirano all’esecuzione degli algoritmi di AI con un consumo di potenza migliaia di volte inferiore a quello delle piattaforme convenzionali.

Il progetto BeFerroSynaptic si ripropone di sviluppare una nuova generazione di dispositivi sinaptici basati sui materiali ferroelettrici e di integrarli all’interno di processori neuromorfici completi. Il progetto è stato finanziato dalle Unione Europea nell’ambito del programma quadro H2020 con un budget di circa 4 milioni di euro.

Il consorzio si avvale di partner esperti in materiali e tecnologie per la nanoelettronica (fra cui NaMLab, Germania; Cea-Leti, Francia; Demokritos, Grecia), gruppi di progettazione e modellistica di dispositivi nanoelettronici (Università di Udine e Università di Modena e Reggio Emilia attraverso il Consorzio Iunet, Italia; Ethz, Svizzera), gruppi esperti nel progetto e prototipizzazione di processori neuromorfici (Universität Zürich, Svizzera, Universität Bielefeld, Germania), e importanti portatori d interesse industriali (Ibm Zurigo, Svizzera; Xfab, Germania). La lista dei partner è disponibile alla pagina del progetto, che include anche tutti i contatti social del progetto stesso.

Il progetto BeFerroSynaptic si articolerà in tre anni e l’Università di Udine ha ricevuto un finanziamento di circa 150 mila euro, sotto la responsabilità scientifica di David Esseni, professore di elettronica del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura (Dpia). L’ambizione del progetto non si limita allo sviluppo dei dispositivi sinaptici basati su materiali ferroelettrici, ma include la realizzazione di processori neuromorfici che includono questa innovazione tecnologica. Si intende arrivare fino ad una fase di valutazione delle prestazioni dei suddetti processori neuromorfici, con particolare riferimento alla efficienza energetica che sarà confrontata con quella di piattaforme di calcolo convenzionali.

Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito dedicato e nella press release ufficiale.

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