VivaBioCell, exit per lo spin off biotech

Grazie allo sviluppo di un processo innovativo per la lavorazione delle staminali

 Si chiama "Good manufacturing practice – Gmp in a box" la macchina in grado di automatizzare i processi di crescita delle cellule staminali, che, dunque, trasforma in un lavoro in serie quello che fino ad oggi è stato, invece, un processo lento e complesso ed estremamente costoso, in quanto finora necessariamente eseguito in cleanrooms.

La macchina è stata inventata e messa a punto da VivaBioCell, l’azienda biotecnologica spin off dell’Università di Udine che, nel campo della medicina rigenerativa, si occupa di individuare, sviluppare e commercializzare terapie innovative basate sull'utilizzo di cellule staminali e sulle tecnologie dell'ingegneria tissutale.
 
Oggi lo spin off VivaBioCell, grazie all’innovativa invenzione della "Gmp in a box", è stato acquistato dal colosso statunitense NantCell, azienda focalizzata in scoperta e sviluppo a livello molecolare di terapie cellulari innovative, fondata da Patrick Soon-Shiong.
Un traguardo straordinario per lo spin off biotech made in Friuli VivaBioCell, che permetterà ora ulteriori nuovi importanti sviluppi per il lavoro dei ricercatori che vi operano, che, in soli otto anni, sono stati capaci di sviluppare un processo del tutto innovativo per il perfezionamento del processo di lavorazione delle staminali.
 
Vincitrice del premio Start Cup Friuli Venezia Giulia e successivamente del Pni - Premio nazionale innovazione, VivaBioCell nasce nel 2007 come spin off dell’Università di Udine, grazie a Francesco Curcio, professore ordinario di patologia generale, e ad alcuni ricercatori dell’ateneo friulano. Il core business dello spin off si concentra nella ricerca sulle cellule staminali autologhe, ovvero prelevate dal paziente e reimpiantate nella stessa persona.
 
Nello scenario attuale quello di VivaBioCell è un settore altamente competitivo e in fortissima crescita, con prospettive di sviluppo eccezionali e fatturati a nove zeri. E per VivaBioCell, grazie all’acquisizione da parte di NantCell, il futuro si mostra decisamente positivo. La cessione ha previsto che la componente di ricerca e sviluppo di VivaBioCell rimanga a Udine, così come l’headquarter per lo sviluppo del mercato in Europa.
Finora le sperimentazioni sono state condotte da VivaBioCell su staminali animali, in particolare sui cani affetti da osteoartrite, e gli effetti delle cure individuate e sviluppate si sono rivelati duraturi. E se i ricercatori udinesi ipotizzavano l’avvio della sperimentazione clinica a partire dal 2016 e la possibilità di commercializzazione della “Gmp in a box” nel 2018, ora, grazie all’apporto di NantCell, i tempi potrebbero essere ancor più veloci.

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