Raccolta conservata presso il dipartimento di Scienze agrarie e ambientali

6400 farfalle da ammirare: completato il riordino della Collezione entomologica "Norberto Milani"

L’Ateneo, con il sostegno di Fondazione Crup e Provincia di Udine,
mette a disposizione degli studiosi un patrimonio scientifico
unico nel suo genere

Oltre 6400 farfalle raccolte nell’arco di 30 anni, perfettamente conservate e identificate, raccolte nel nord Italia e, in particolare, nel Friuli Venezia Giulia. È il nucleo principale della Collezione entomologica “Norberto Milani” che l’università di Udine, terminata l’opera di riordino, conservazione e valorizzazione grazie al sostegno di Fondazione Crup e Provincia di Udine, mette ora a disposizione di studiosi e appassionati. Si tratta di una raccolta specialistica di rilievo scientifico nazionale iniziata negli anni ’60, che conta complessivamente 6610 esemplari, in grande maggioranza lepidotteri (farfalle diurne e notturne), ma anche ortotteri (cavallette, grilli, locuste) e altri insetti. Numerose delle specie raccolte sono attualmente a rischio d’estinzione e appartengono a quelle protette da specifiche normative. La collezione, donata all’ateneo dalla famiglia del professor Milani prematuramente scomparso nel 2008, è conservata presso il dipartimento di Scienze agrarie e ambientali. Il suo risanamento e riordino, durato due anni e mezzo, è stato eseguito da un team coordinato da Franco Frilli e Pietro Zandigiacomo, e composto da Iris Bernardinelli, Filippo Michele Buian e Alessio Polo.
 
La grande maggioranza degli esemplari raccolti, 6152, sono lepidotteri ropaloceri (farfalle diurne) e sono rappresentative di quasi tutte le specie dell’Italia settentrionale. Molti esemplari sono stati raccolti nelle zone di Faedis (Udine) e Sesto al Reghena (Pordenone) e, in Veneto, nel Padovano e sui colli Euganei. Il secondo raggruppamento per consistenza numerica, 280 esemplari, è quello dei lepidotteri eteroceri (farfalle notturne o falene). Anche gli ortotteri sono ben rappresentati, con 127 esemplari provenienti soprattutto dalle aree montane del Friuli Venezia Giulia (dall’Alta Val del Torre al monte Plauris). Sono presenti anche 31 esemplari di coleotteri e 20 di altri ordini.  
 
La collezione è arricchita dalla ingente quantità di informazioni che il professor Milani annotò per ogni esemplare: giorno, ora, località e altitudine di raccolta e, in molti casi, anche su quale pianta era stato catturato a la temperatura dell’aria al momento della raccolta. Una miniera di dati utile per ricostruire gli ecosistemi in cui, decine di anni fa, gli insetti vennero raccolti, ambienti che in molti casi sono stati successivamente distrutti o alterati. La risistemazione della collezione ha richiesto dapprima un lavoro di crio-disinfestazione per eliminare eventuali infestanti e poi il restauro del materiale danneggiato. Si è quindi proceduto al riordino generale: è stata completata l’identificazione degli insetti non ancora classificati e verificate le identificazioni già effettuate, collocando poi tutta la raccolta in nuove scatole entomologiche e in nuovi armadi ad hoc per la conservazione. Infine, è stato realizzato un archivio informatico contenente tutti i dati di ciascun esemplare provenienti, per la maggior parte, dai registri cartacei del professor Milani.
 
Sin da ragazzo Norberto Milani (Sesto al Reghena, 1950 – Udine, 2008) dedicò il tempo libero alla raccolta di insetti, in particolare farfalle. Aveva due lauree, in Fisica e in Scienze naturali, conseguite all’Università di Padova dove iniziò anche la sua carriera accademica. Nel 1984 il trasferimento all’Università di Udine, presso l’allora Istituto di difesa delle piante. Ricercatore nel 1986, nel 1998 divenne professore associato di Discipline entomologiche e zoologiche. Si spense a Udine il 4 aprile 2008 per le gravi conseguenze di un incidente in montagna. Come entomologo fu uno dei maggiori esperti europei sulla biologia dell’ape domestica e del suo principale parassita, l’acaro varroa. Per la sua appassionata opera nella ricerca e nella didattica l’ateneo friulano gli ha dedicato la nuova aula di microscopia del polo scientifico in via Sondrio.