17 Luglio 2018
Dal 16 al 30 luglio, dedicate a Particle Physics e Modern Mechatronic
Al via a Udine le due prime Summer school dedicate a studenti universitari cinesi
Frutto del rinnovato impegno dell’Ateneo nelle relazioni con la Cina
Provengono dalle due università cinesi Beijing Normal University e Beijing university for civil engineering and architecture i 39 studenti cinesi, accompagnati da 2 loro docenti, che fino al 30 luglio frequenteranno le due prime summer school italo-cinesi, rivolte a studenti universitari cinesi, organizzate dall’Università di Udine. In particolare, 23 studenti della Beijing Normal University frequentano la summer school di Particle Physics, diretta da Marina Cobal, e 16 studenti della Beijing university for civil engineering and architecture la summer school Modern Mechatronic, diretta da Roberto Petrella. Le due iniziative, che affiancano la didattica tradizionale a quella in laboratorio, cui si aggiungono visite guidate in azienda, vedono coinvolti oltre 20 docenti dell’Università di Udine, supportati da otto studenti dell’ateneo, di cui quattro di madrelingua cinese. Tutte le attività si svolgono in lingua inglese.
All’inaugurazione delle due summer school, con i due direttori Marina Cobal e Roberto Petrella, sono intervenuti ieri Alessandro Gasparetto per il Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, Gianluca Foresti direttore del Dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche e Andrea Vacchi per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Le due iniziative didattiche sono frutto del rinnovato impegno dell’Ateneo nelle relazioni con la Cina, che nel 2017 hanno visto l’avvio di collaborazioni strutturate con il sistema universitario cinese nell’ambito del progetto sulla promozione delle eccellenze universitarie italiane nella “Terra di mezzo”. «La consapevolezza – spiega Manuela Croatto, responsabile dell’Area Servizi agli studenti dell’Università di Udine - che un sistema composto da oltre 2.900 università, distribuite su un territorio grande trenta volte l’Italia, con politiche di sviluppo locale diverse richieda un approccio integrato e trasversale si è rivelata vincente».
Le varie missioni svolte dall’Università di Udine in Cina hanno coinvolto soggetti qualificati che operano in Cina da tempo, come la Fondazione Monserrate di Milano, università, scuole superiori con percorsi di lingua italiana curricolare, aziende italiane con sedi produttive in Cina e infine il Fogolar furlan di Shanghai che ha un direttivo composto da molti laureati dell’Università di Udine. Anche la dinamicità delle rappresentanze diplomatiche italiane in Cina è stata di grande aiuto.
«La Cina – aggiunge Croatto - è un interlocutore necessario per i processi di internazionalizzazione del sistema universitario. Non solo in termini di reclutamento di studenti cinesi, ma anche di percorsi di mobilità per gli studenti italiani. Per questo, dal 2016 l’Università di Udine ha attivato tre insegnamenti gratuiti e volontari di lingua e cultura cinese, finalizzati all’acquisizione di un livello linguistico di base e soprattutto della conoscenza del contesto socio-culturale cinese che riscuotono grande successo tra gli studenti dell’Ateneo. La presenza in Ateneo di quaranta studenti universitari cinesi – conclude Croatto - sarà un’ulteriore occasione di arricchimento e confronto anche per gli studenti dell’Ateneo, soprattutto per quelli che stanno programmando un periodo di mobilità in Cina».
All’inaugurazione delle due summer school, con i due direttori Marina Cobal e Roberto Petrella, sono intervenuti ieri Alessandro Gasparetto per il Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, Gianluca Foresti direttore del Dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche e Andrea Vacchi per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Le due iniziative didattiche sono frutto del rinnovato impegno dell’Ateneo nelle relazioni con la Cina, che nel 2017 hanno visto l’avvio di collaborazioni strutturate con il sistema universitario cinese nell’ambito del progetto sulla promozione delle eccellenze universitarie italiane nella “Terra di mezzo”. «La consapevolezza – spiega Manuela Croatto, responsabile dell’Area Servizi agli studenti dell’Università di Udine - che un sistema composto da oltre 2.900 università, distribuite su un territorio grande trenta volte l’Italia, con politiche di sviluppo locale diverse richieda un approccio integrato e trasversale si è rivelata vincente».
Le varie missioni svolte dall’Università di Udine in Cina hanno coinvolto soggetti qualificati che operano in Cina da tempo, come la Fondazione Monserrate di Milano, università, scuole superiori con percorsi di lingua italiana curricolare, aziende italiane con sedi produttive in Cina e infine il Fogolar furlan di Shanghai che ha un direttivo composto da molti laureati dell’Università di Udine. Anche la dinamicità delle rappresentanze diplomatiche italiane in Cina è stata di grande aiuto.
«La Cina – aggiunge Croatto - è un interlocutore necessario per i processi di internazionalizzazione del sistema universitario. Non solo in termini di reclutamento di studenti cinesi, ma anche di percorsi di mobilità per gli studenti italiani. Per questo, dal 2016 l’Università di Udine ha attivato tre insegnamenti gratuiti e volontari di lingua e cultura cinese, finalizzati all’acquisizione di un livello linguistico di base e soprattutto della conoscenza del contesto socio-culturale cinese che riscuotono grande successo tra gli studenti dell’Ateneo. La presenza in Ateneo di quaranta studenti universitari cinesi – conclude Croatto - sarà un’ulteriore occasione di arricchimento e confronto anche per gli studenti dell’Ateneo, soprattutto per quelli che stanno programmando un periodo di mobilità in Cina».