In un seminario i risultati di 10 anni di ricerche dell’Ateneo sulla frana del Vajont

Al via il master che forma esperti in prevenzione e gestione del rischio idrogeologico

Inaugurazione del corso sabato 24 aprile a Gorizia

I risultati di 10 anni di ricerche condotte dai geologi dell’Università di Udine sulle caratteristiche della catastrofica frana del Vajont saranno illustrati sabato 24 aprile, alle 9, nell’aula magna ex Fermi, in via Diaz 20 a Gorizia, in occasione dell’inaugurazione della seconda edizione del master “Analisi e valutazione del rischio idrogeologico” (Avamiri). Il master, attivato a Gorizia dall’Università di Udine con il sostegno della Regione, forma esperti in prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.
 
Alla cerimonia di apertura del corso è prevista la partecipazione del direttore del Centro polifunzionale dell’Ateneo di Udine a Gorizia, Mauro Pascolini; dell’assessore all’Igiene e tutela ambientale del Comune di Gorizia, Francesco Del Sordi; del direttore della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Guglielmo Berlasso; del presidente del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario di Gorizia, Enrico Agostinis; del vice preside della facoltà di Ingegneria, Marco Petti, di Fabrizio Kranitz, del Servizio geologico della Regione, e del presidente dell’Ordine dei Geologi del Friuli Venezia Giulia, Fulvio Iadarola.
 
A seguire, il direttore del master, Paolo Paronuzzi terrà un seminario per presentare “Un nuovo modello geologico tecnico per l’interpretazione della catastrofica frana del Vajont”. Le nuove indagini svolte dai ricercatori dell’ateneo friulano hanno permesso di comprendere, per la prima volta, alcuni aspetti del gigantesco scivolamento dal versante meridionale del monte Toc avvenuto il 9 ottobre 1963. Tra questi, in primo luogo, il comportamento idrogeologico del monte in rapporto alle operazioni d’invaso e di svaso del bacino artificiale e, soprattutto, la grande unitarietà del corpo roccioso franato nel lago.
 
«I risultati più significativi – spiega Paronuzzi – sono stati acquisiti grazie alle nuove modellazioni idrogeologiche e geomeccaniche sulla nicchia di distacco e sul grande corpo di frana». Il dramma del Vajont «rappresenta – sottolinea il direttore del master – un momento tragico di grande importanza culturale poiché di fatto segna la nascita della “meccanica delle rocce” e, più in generale, della moderna geologia applicata». Il seminario è aperto a tutti gli interessati, in particolare, agli iscritti agli ordini professionali di ingegneri, geologi e architetti. Per ulteriori informazioni: http://avamiri.dgt.uniud.it/.

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