4 Novembre 2008
Ateneo e Airc insieme nella Giornata
per la ricerca sul cancro
Ricerca contro il cancro: porte aperte nei laboratori dell'ateneo friulano
Visite guidate per conoscere come funziona
la ricerca oncologica e convegno sulle innovazioni
terapeutiche antitumorali
Porte aperte nei laboratori dell’Università di Udine per spiegare la ricerca sul cancro. L’ateneo friulano sarà quest’anno al centro della “Giornata per la ricerca sul cancro” promossa dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). Nella mattinata di sabato 8 novembre in piazzale Kolbe 4 (via Chiusaforte), a Udine, sarà infatti possibile visitare i laboratori di ricerca del dipartimento di Scienze e tecnologie biomediche impegnati nel definire i meccanismi molecolari responsabili della crescita tumorale e a identificare nuove strategie terapeutiche. I laboratori, diretti dai professori Claudio Brancolini e Luigi Xodo, sono finanziati dall’Airc che, insieme all’Ateneo, ha dato vita all’iniziativa.
La visita è organizzata come un percorso. Sarà possibile fare domande ai giovani ricercatori coinvolti nello studio del cancro, guardare attraverso microscopi e prendere confidenza con le tecniche utilizzate nel campo dell’oncologia molecolare, vedere e comprendere come si osserva e viene sequenziato il DNA e come si studiano le cellule tumorali in laboratorio. Sarà anche possibile osservare dal vivo l’azione della proteina fluorescente GFP la cui scoperta è stata premiata con il premio Nobel 2008 per la Chimica attribuito al giapponese Osamu Shimomura e gli americani Martin Chalfie e Roger Tsien.
Alle 10, nell’Aula magna di piazzale Kolbe 4 si terrà il convegno dal titolo “Il valore dell’esperienza. Il bisogno dell’innovazione”. Si discuterà dell’importanza della sinergia tra esperienza e innovazione per il progresso della ricerca oncologica. Diego Serraino, del Centro di riferimento oncologico di Aviano, e Gabriella Paroni, ricercatrice friulana dell’Istituto Mario Negri di Milano, illustreranno le principali innovazioni terapeutiche in oncologia.
«Forti del motto che la scienza deve essere toccata con mano – spiegano Brancolini e Xodo – abbiamo voluto aprire le porte dei laboratori alla società, e ai giovani in particolare, perché la riteniamo un’azione importante per far crescere la consapevolezza del ruolo fondamentale della ricerca di base nella cura del cancro».