Inaugurato l’anno accademico 2008/2009, XXXI dell’Ateneo

Riequilibrio degli Atenei sottofinanziati e perequazione delle risorse regionali

Il Rettore: «Abbiamo risanato i nostri conti. Ora chiediamo un governo equo delle diversità nel rispetto di qualità e merito»

«Avviare un processo di perequazione nell’allocazione delle risorse regionali alle Università per un governo equo delle diversità, nel rispetto dei principi della qualità e del merito». È la sfida che il rettore dell’Ateneo di Udine, Cristiana Compagno, ha affidato al presidente della Regione Renzo Tondo in occasione dell’inaugurazione del XXXI anno accademico 2008/2009. «Non è giusto – ha ribadito il rettore - proporre misure uguali per posizioni diseguali o strategie di integrazione a partire da situazioni sperequate. Questo non si chiama “campanilismo”, come si cerca di farlo passare, ma Giustizia Distributiva, concetto istituito da Aristotele quale condizione base dell’esistenza di ogni Stato». Al Governo, invece, l’appello e la proposta affinché la metà di quel 7% di fondo di finanziamento (Ffo) che dal 2009, secondo la legge Gelmini, va ripartito tra gli Atenei italiani per criteri di qualità, «sia assegnato – ha chiesto Compagno - sulla quota di accelerazione del riequilibrio soltanto alle Università sotto finanziate. È questa l’ultima occasione per ridare credibilità ai meccanismi di riparto dei finanziamenti ministeriali».
 
Tagli e sottofinanziamento. In un quadro di tagli lineari previsti dalla Finaziaria 2008 «che prescindono – ha ricordato Compagno – da merito e qualità», l’università di Udine è ancor più penalizzata alla luce del cronico sottofinanziamento, che dal 2000 a oggi si attesta a ben 95 milioni di euro. Il modello di valutazione ministeriale «certifica – ha ricordato Compagno – che l’Ateneo, in base ai risultati di merito, avrebbe dovuto ricevere nel 2008 l’1,22% dell’Ffo, ma ne riceve soltanto l’1,04%. Ossia, abbiamo prodotto risultati in didattica e ricerca per 88 milioni di euro, finanziati soltanto per 76, con 12 milioni che sono stati re-immessi nel sistema universitario per compensare inefficienze altrui». L’Ateneo, insomma, «ha dimostrato un livello di efficienza raro nel panorama nazionale; a fronte di finanziamenti pari a 1 ha prodotto mediamente attività (risultati) pari a 1,1 all’anno».
 
Appello alla Regione. Il sottofinanziamento che da anni dissangua l’Ateneo di Udine «è una prova dura – ha detto Compagno – che questa Università non si meritava. La stiamo affrontando, con rigore amministrativo e visione strategica, perché non possiamo accettare di lasciar arretrare, in termini di coesione e competitività, di crescita sociale e culturale, tutto il territorio friulano. Questo non sarebbe perdonato a nessuno di coloro che hanno alte responsabilità politiche in questa Regione e, prima di tutti, al Rettore dell’Università del Friuli. Con una dolorosissima manovra finanziaria di 11 milioni di euro abbiamo risanato i nostri conti, senza aver mai pensato di chiedere interventi alla Regione per farlo».
 
Indotto dell’Ateneo. Nel delineare un quadro di sintesi dei risultati raggiunti dall’Ateneo, il rettore ha presentato anche l’analisi di indotto dell’Università di Udine, evidenziando come la presenza dell’Ateneo sul territorio ha effetti diretti e indiretti sulla struttura socioeconomica provinciale e regionale «con un impatto economico – ha affermato Compagno - di circa 160 milioni di euro l’anno. Molto più del plafond anticrisi destinato alle Pmi e messo a disposizione il mese scorso da alcune grandi banche presenti in Regione». Un importo che viene annualmente re-immesso nel sistema regionale «alimentando – ha detto il rettore - la domanda di beni e servizi, dando costante e significativo impulso all’economia locale, e che consente alle famiglie friulane che beneficiano dell’opportunità di far laureare i propri figli a Udine un risparmio di 40 milioni di euro all’anno».
 
Azioni programmatiche. Le azioni del nuovo governo di Ateneo «si sviluppano – ha detto il rettore – attorno ai principi di qualità, efficienza e sostenibilità, entro un chiaro processo di pianificazione strategica». Le aree di intervento sono state, in particolare, la ricerca, la didattica e l’internazionalizzazione, «in un quadro di ristrutturazione organizzativa e di definizione di una politica rigorosa di bilancio». In tema di ricerca, sono stati avviati: procedure di valutazione; processi di razionalizzazione dei Dipartimenti; politiche per favorire i giovani ricercatori; ripristino dei fondi dipartimentali. La didattica prosegue nel processo di applicazione del DM 270/2004, attraverso la fase di revisione complessiva dell’offerta formativa, con l’applicazione di severi criteri basati su sostenibilità e qualità dei corsi, nella prospettiva di un forte rilancio qualitativo dell’offerta didattica d’Ateneo. La sfida dell’internazionalizzazione «sarà la quarta missione dell’Ateneo – ha detto Compagno -, accanto a ricerca, didattica e trasferimento tecnologico. La nostra Università è al centro di una Euro Regione verso la quale intendiamo potenziare e strutturare forti rapporti di partnership».
 
Programmazione, organizzazione e valutazione. L’obiettivo generale perseguito dall’Ateneo è quello di «raccordare le azioni – ha spiegato Compagno - in un quadro programmatico unitario e coerente con particolare riferimento alla dimensione finanziaria e organizzativa, con un progressivo rafforzamento dei meccanismi di valutazione intesi anche come leva di cambiamento e miglioramento». Gli obiettivi principali sono tre: riequilibrio economico finanziario e rafforzamento del metodo della programmazione; riassetto organizzativo; rafforzamento della valutazione come meccanismo operativo. In questo impegnativo e difficile momento di evoluzione il rettore ha sottolineato «con forza e gratitudine – ha detto – la straordinaria capacità di reazione della nostra comunità accademica, nelle sue diverse componenti, personale docente e ricercatore, personale tecnico-amministrativo, con le loro rappresentanze sindacali, e gli studenti».
 
La voce degli studenti. L’intervento del presidente del Consiglio degli studenti, Giovanni Benedetti, si è focalizzato sulla aspettativa che «il governo – ha detto – ci valuti e assegni le risorse economiche e umane sulla base dei risultati di qualità raggiunti». Nel riconoscere al rettore Compagno «l’immenso lavoro di rientro di bilancio e di revisione dell’offerta formativa che ha coinvolto anche noi studenti», Benedetti ha rimarcato come «anche noi studenti abbiamo accettato molti sacrifici, ad esempio riguardo alle tasse o alle biblioteche, certi di contribuire al risanamento della nostra situazione. Spero – ha concluso Benedetti – che questo momento di crisi dell’Università diventi un’opportunità di analisi e di cambiamento».
 
Personale tecnico-amministrativo, investire su persone e futuro. «La crisi economica nonché i tagli ai finanziamenti a livello di sistema universitario ci impongono un nuovo scottante tema: quello della sopravvivenza». Così ha esordito la rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Carla Bressani, indicando come «i problemi finanziari dell’Università si riversano soprattutto sulla parte più debole del personale: quello precario». Su 63 persone con diritto di stabilizzazione, «soltanto 22 – ha sottolineato Bressani – sono state assunte al tempo indeterminato, ma al 75%, con remunerazioni che spesso non superano gli 850 euro al mese». Per gli altri 41 «si attendono notizie, guardando con preoccupazione alla scadenza del 30 giugno dopo la quale i processi di stabilizzazione potrebbero essere annullati». Un’altra parte del personale, «sta perdendo il lavoro – ha proseguito Bressani – man mano che i contratti vengono i scadenza; di questi, 26 avrebbero avuto diritto alla stabilizzazione 2008, mai avvenuta per problemi di bilancio». Da qui un appello. «Vorremmo - ha affermato Bressani – che si cominciasse a parlare di investimento sulle persone e sul futuro,mentre sentiamo sempre parlare solo di tagli e con questi dobbiamo fare i conti. Tagli che portano a effetti positivi sul bilancio nel breve periodo, ma danneggiano l’economia nel suo insieme e alla lunga portano ulteriore impoverimento e crisi». L’intervento ha toccato anche i temi della riorganizzazione dell’amministrazione, che, secondo il personale tecnico-amministrativo potrebbe mettere a rischio i servizi da rendere all’utenza, e dell’inadeguatezza dei rinnovi contrattuali a livello nazionale.
 
Dopo gli interventi del Rettore e dei rappresentanti degli studenti e del personale tecnico amministrativo, la cerimonia è proseguita con la prolusione, che viene affidata ogni anno a rotazione a una delle dieci facoltà dell’Ateneo. Massimo Bazzocchi, docente di Diagnostica per immagini e radioterapia, ha parlato de “L’immagine del corpo umano nel XXI secolo: da Röentgen all’imaging molecolare”. Quindi, l’intermezzo audiovisivo, realizzato dagli studenti dei corsi di laurea di Scienze e tecnologie multimediali e Linguaggi e tecnologie dei nuovi media coordinati da Marco Rossitti, ha proposto un montaggio di sequenze tratte da film che ricostruiscono momenti della storia dell'umanità in cui i libri sono stati messi al rogo.
 
La risposta della Regione. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha esordito ricordando come «il momento di crisi e difficoltà comune, nazionale e internazionale, in cui è coinvolta anche la nostra regione vada affrontato – ha detto - con impegno e tenacia, affrontando, senza recriminazioni, i nodi strutturali che per troppo tempo la politica ha lascito al proprio destino». In questo «non è estraneo – ha affermato Tondo – il nostro sistema formativo; il sistema universitario va rivisto e riformato e adeguato al mondo che cambia: l’Università non può essere statica, ma deve guardare al futuro. L’Università di Udine, nel Friuli del post terremoto, è nata proprio sentendo fortemente questa esigenza». Per contrastare la crisi «è necessario agire – ha detto Tondo – sia sulle infrastrutture materiali, sia, in modo strategico, su quelle immateriali; l’Università è una di queste». In particolare, «nella finanziaria 2009 – ha ricordato Tondo – abbiamo dato sospensione alla regola, considerata anacronistica, dell’assegnazione di risorse al 50% per Udine e Trieste, puntando a un progetto di riforma del sistema di fondo unico regolato da meccanismi che premino i comportamenti virtuosi». Infine Tondo ha ricordato i due progetti messi in atto dalla Regione « l’unificazione dei due Erdisu e la fondazione che supporti – ha detto Tondo – didattica e ricerca. Essa non è un fine, ma uno strumento per trovare risorse aggiuntive per lo sviluppo». «Accolgo il grido di dolore – ha concluso Tondo – e apprezzo lo sforzo titanico fatto. Si apre una stagione interessante, in cui dobbiamo dare maggiore fiducia e responsabilità ai nostri giovani».
 
L’intervento di Zanardi Landi. «Uomo di questa terra friulana, ma portatore dei più ampi valori europei e di cooperazione internazionale», così il rettore Compagno ha presentato l’ambasciatore in Santa Sede, Antonio Zanardi Landi. «Onorato della scelta innovativa e coraggiosa del magnifico rettore – ha detto l’ambasciatore – di invitare un funzionario dello Stato che ha la sola caratteristica di essere friulano», Zanardi Landi ha messo in evidenza il sentimento che a Udine si percepisce di «fede nella ragione di esistenza di questa Università. Una Università come questa – ha detto -, proattiva, competitiva, aperta e convinta della propria missione culturale e spirituale, sarà necessaria in questo momento di crisi in cui il Friuli, esposto ai mercati dell’Est, è più vulnerabile, sebbene abbia maggiori capacità di ripresa fondate sulle sue doti di fiducia in sé e nel proprio lavoro».

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