Progetto del dipartimento di Biologia
e protezione delle piante

Moria delle api: al via ricerca dell'Ateneo di Udine per individuare le possibili cause

Finanziata con 180 mila euro dal ministero delle Politiche agricole
Saranno inventariati i principali patogeni negli alveari italiani

Individuare e studiare le malattie e i parassiti che potrebbero essere fra le cause della vasta moria di colonie di ape mellifera in corso da alcuni anni in Italia e in altri Paesi. È l’obiettivo del progetto di ricerca biennale avviato da un gruppo di esperti del dipartimento di Biologia e protezione delle piante dell’Università di Udine, finanziato con 180 mila euro dal ministero delle Politiche agricole. I ricercatori friulani realizzeranno, inoltre, un inventario dei più importanti patogeni presenti negli alveari italiani grazie alla collaborazione con l’Istituto di genomica applicata del Parco scientifico e tecnologico di Udine.
 
Lo studio dell’Ateneo friulano fa parte del programma di ricerca nazionale ApeNet promosso dal ministero, e coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, per cercare le cause del fenomeno e pianificare strategie di intervento adeguate. La moria di colonie d’api ha probabilmente diverse cause, anche concomitanti, oltre alle malattie: parassitosi, agrofarmaci, pratiche apistiche, modificazioni ambientali e climatiche e la gestione del territorio.
 
«La nostra unità di ricerca – spiega il coordinatore, Francesco Nazzi – si occuperà delle malattie delle api e, in particolare, del loro sistema immunitario. Gli agenti patogeni, come i virus, infatti, diventano dannosi solo quando riescono a prevaricare le difese innate dell’ape». Benché prive di meccanismi di difesa specifici come i nostri anticorpi, questi insetti possiedono infatti particolari meccanismi di protezione in grado di combattere i patogeni. Il gruppo udinese studierà i meccanismi che regolano il passaggio dallo stadio di infezione latente, ossia quando il patogeno c’è ma non nuoce, allo stadio di malattia conclamata, quando cioè si verificano i danni. «A questo scopo metteremo a punto metodi per infettare artificialmente api di diversa età per verificare le modificazioni indotte dai patogeni e dai parassiti a tutti i livelli: dal genoma fino alla colonia di api per individuare i punti deboli di questa catena». La principale avversità degli alveari è costituita dall’acaro Varroa destructor che si nutre dell’emolinfa (il sangue) delle api debilitandole e trasmettendo virus. Altre avversità importanti sono il virus delle ali deformi, che determina gravi malformazioni nelle api e quello della paralisi acuta, la nosemiasi e la peste americana.
 
Il gruppo di ricerca dell’Ateneo friulano è composto da Desiderato Annoscia, Fabio Del Piccolo, Giorgio Della Vedova e Mauro D’Agaro e si avvale del contributo di Franco Frilli. Il team collaborerà con i ricercatori delle università di Firenze e Federico II di Napoli. L’ape mellifera è allevata in tutto il mondo per il miele e gli altri prodotti dell’alveare e contribuisce all’impollinazione di molte colture agrarie e piante spontanee. Nel 2008 in provincia di Udine, secondo i dati del Consorzio apicoltori provinciale, gli alveari erano più di 15 mila, in calo del 16 per cento rispetto al 2005. La maggior parte si trova in pianura e in collina. Gli apicoltori sono quasi 700, per lo più piccoli, cioè con meno di 10 alveari.

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