Presentato il progetto internazionale di Ateneo
e Soprintendenza per i beni archeologici del FVG

Anaxum: archeologia e storia fluviale dello Stella

Dal 6 giugno campagna di ricerca di relitti e reperti e campo scuola universitario
di archeologia subacquea e navale con studenti italiani e americani

Partner: università di Texas A&M, Macquarie di Sidney e Trieste, ProMare, Cnr, comuni di Palazzolo dello Stella e Precenicco, Autorità di bacino FVG, Gruppo subacqueo Cassis Faraone, GeoSigma

Un progetto internazionale di archeologia subacquea e navale per la ricerca di relitti e reperti di epoca romana nei fondali del fiume Stella, la più importante arteria di risorgive del Friuli, tra i comuni di Palazzolo dello Stella e Precenicco. E, contemporaneamente, un campo scuola universitario di archeologia e storia di un ambiente fluviale in cui si potranno confrontare e formare ricercatori e studenti di diversi continenti. È il progetto pluriennale “Anaxum”, antico nome latino dello Stella, nato dalla collaborazione tra il dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università di Udine e la Soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Il progetto interdisciplinare, presentato oggi a palazzo Caiselli a Udine, è coordinato da Massimo Capulli, docente di Archeologia subacquea all’ateneo friulano.

Obiettivo della prima campagna di ricerche sarà il rilievo dello scafo del relitto Stella 1, imbarcazione romana del I sec. d.C., e delle pile del ponte sulla via Annia. Sarà inoltre effettuata una prospezione strumentale dei fondali per fornire all’equipe archeologica possibili siti da verificare. Le operazioni inizieranno il 6 giugno e dureranno quattro settimane. La rilevanza del progetto sta anche nel suo utilizzo didattico quale campo scuola universitario nel settore dell’archeologia subacquea e navale in ambiente fluviale. Alla campagna 2011 parteciperanno infatti una decina di studenti e dottorandi di Archeologia subacquea delle università di Udine e di Texas A&M. È stata inoltre aperta su Facebook una pagina ufficiale del “Progetto Anaxum” grazie alla quale sarà possibile seguire gli sviluppi delle ricerche.

AI progetto collaborano importanti istituzioni scientifiche: le americane Texas A&M University e fondazione ProMare, che finanzierà le prime ricerche, specializzate nel settore dell’archeologia subacquea; il dipartimento di Geofisica dell’università di Trieste e l’Istituto di Scienze marine (Ismar) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Bologna per le prospezioni strumentali, e l’australiana Macquarie University di Sydney per il telerilevamento. “Anaxum” si avvale inoltre del supporto tecnico del Gruppo subacqueo Cassis Faraone di Precenicco e della GeoSigma di Pordenone. Sul territorio ha già trovato le adesioni dei Comuni di Palazzolo dello Stella e Precenicco e dell’Autorità di bacino del Friuli Venezia Giulia. La proposta didattica del progetto è sostenuta anche dall’Associazione universitaria archeologia Udine.

«Anaxun è un progetto strategico per l’Ateneo – ha sottolineato alla presentazione il rettore Cristiana Compagno – poiché unisce ricerca e didattica nel segno dell’internazionalizzazione e della piena condivisione e partecipazione di istituzioni e soggetti del territorio con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità storico-archeologiche delle aree umide e subacquee della regione». E questo, ha evidenziato Compagno, «ancora una volta conferma l’importante ruolo dell’università del Friuli nella promozione dello sviluppo territoriale».

«Un’operazione di ampio respiro e di grande progettualità – ha evidenziato Luigi Fozzati, Soprintendente per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia – destinata a varcare i confini territoriali della regione, portando i risultati delle sue ricerche all’attenzione di un pubblico internazionale di studiosi».

«Anaxum – ha detto Simonetta Minguzzi, delegata dell’ateneo per gli Scavi archeologici – è il primo grande progetto di archeologia subacquea della nostra università, in pieno accordo con la Soprintendenza archeologica, e si affianca e integra l’articolata attività di ricerca che caratterizza da sempre l’operato dei nostri archeologi in campo nazionale e internazionale per una sempre maggior conoscenza e valorizzazione del territorio».

«I fiumi – ha spiegato Massimo Capulli – sono stati per secoli le principali vie di comunicazione. Ciò nonostante la ricerca archeologica subacquea è ancora agli albori in questo ambiente di lavoro a causa delle sue oggettive difficoltà operative. Ma sono proprio queste ultime a rendere ancora più formativa per gli studenti questa esercitazione didattica offerta dal nostro Ateneo, nonché a fare dello Stella un fertile settore di studi».

Alla presentazione sono inoltre intervenuti il direttore del dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali,Neil Anthony Harris; il preside della facoltà di Lettere e filosofia, Andrea Tabarroni; il rappresentante della fondazione ProMare, Dante Bartoli, e Michele Pipan, docente di Geofisica all’ateneo di Trieste.

Lo Stella 1

Il relitto dell’imbarcazione romana naufragata nel I secolo d.C. nell’alveo dello Stella, a circa 7 km dalla foce, fu trovato nel 1981 da un gruppo amatoriale di subacquei. Si tratta di una barca con scafo piatto costituito da tavole di olmo e quercia, assemblate secondo la tecnica cosiddetta “cucita”. Il carico, in parte recuperato nelle campagne effettuate dalla ditta Idra tra il 1998/99 e dirette da Francesca Bressan e Serena Vitri, era costituito principalmente da coppi e tegole con i marchi di fabbrica dei luoghi di produzione, le fornaci della bassa friulana.

L’antico Anaxum

Il fiume Stella nasce dalle risorgive del Basso Friuli in un'area acquitrinosa. Diviene presto navigabile da piccole imbarcazioni e sfocia dopo circa 47 chilometri nella laguna di Marano. Lungo la fascia perilagunare della pianura friulana ci sono tracce di insediamenti umani risalenti a oltre 2300 anni a.C. (Bronzo antico). Una decisa crescita dell’area si ha in epoca romana quando si sviluppano numerose attività economiche preesistenti legate soprattutto alla produzione e al commercio della ceramica e dei laterizi. Il sistema fluviale della pianura friulana imperniato sull’Anaxum consentiva poi un rapido trasporto dei materiali verso il porto di Aquileia e l'intero Adriatico.

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