Con il Ministro Francesco Profumo e il Governatore Renzo Tondo

Inaugurato il trentaquattresimo anno accademico 2011/2012

Il Rettore Compagno: «Liberalizzazione, reti interateneo
internazionali, riequilibrio finanziario del sistema»

Liberalizzazione delle Università; regole chiare per la costituzione di reti interateneo internazionali fra atenei; riequilibrio finanziario del sistema universitario. Sono i temi che oggi, in occasione dell’inaugurazione del 34° anno accademico dell’Università di Udine, ha posto il rettore Cristiana Compagno, alla presenza del ministro dell’Università Francesco Profumo. Compagno ha esordito invocando il coraggio della semplificazione e della liberalizzazione, per un reale raggiungimento di efficienza ed efficacia. «L’anno accademico 2011/2012 – ha introdotto Compagno – vede le Università contemporaneamente impegnate ad attuare sia le epocali riforme della legge 240/2010, sia gli adempimenti del Dlgs 150/2009. Il rischio è che le spinte di ammodernamento delle Università che hanno visioni e potenzialità vengano sopraffatte dall’isterismo burocratico-normativo. Siano dati princìpi e regole stabili e uguali per tutti e siano poi valutati con rigore e trasparenza i risultati, rinunciando alla pretesa di determinare ex ante tutti i processi e di essi tutti i più minuti passaggi».

Reti interateneo internazionali. «Il potenziamento del sistema di cooperazione tra atenei» è, secondo Compagno, la ricetta «per lo sviluppo competitivo del sistema universitario e di intere aree e territori del nostro sistema Paese». Dunque, l’appello affinché «il Ministero non rimanga insensibile a questa istanza di innovazione istituzionale», per la costruzione, «nell’autonomia di ciascun ateneo, di un grande spazio di cooperazione nell’area alpino-adriatica, con Trieste, il Veneto e i Paesi confinanti. Udine vuole essere motore di questo processo, che porterebbe a università più focalizzate e competitive a livello internazionale e ancor più forti nella promozione dello sviluppo territoriale». Un progetto che l’art. 3 della legge 240/2010 introduce, prevedendo “università federate”. «Una grande intuizione – ha detto Compagno -, che va ora ripresa e rilanciata, chiarendo il quadro ordinamentale e finanziario. Quei “successivi decreti” che dovevano definire “criteri e modalità” di fusioni e federazioni, annunciati dal DM 50/2010, non sono mai stati emanati. E i termini “fusione” e “federazione” ricompaiono nello schema di D.lgs. sull’accreditamento, in un’accezione che suona essenzialmente punitiva, quasi come uno spauracchio per le sedi e i corsi che non raggiungano gli standard».

Da qui, la richiesta perché si creino «strumenti giuridici positivi e di incentivazione. Abbiamo bisogno di respiro e flessibilità, di quei gradi di libertà che i decreti attuativi della riforma ci hanno via via eroso secondo una visione punitiva e soffocante della macchina pubblica. Il Ministero ha stretto sempre più l’Università in una gabbia complicata e rigida di requisiti, regole, tecnicismi sofisticati, sorvegliati da inflessibili banche dati, che mettono la costruzione stessa dei percorsi formativi in contrasto con le esigenze di costruzione di gruppi di ricerca di alto livello, e ciò in modo platealmente incoerente con i proclami della costruzione di uno spazio europeo della formazione superiore». E poi l’augurio che «a rigidi e intricati requisiti tecnici si possano sostituire pochi indici qualificanti, uniti a una seria valutazione dei risultati formativi, e che questo sia l’approccio che guidi l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) nella definizione dei requisiti sull’accreditamento».

Riequilibrio finanziario del sistema. Sul fronte finanziario, il rettore ha riconosciuto gli elementi migliorativi già messi in campo. «Il progressivo spostamento verso criteri per il calcolo del FFO orientati all’equità e al riconoscimento del merito: l’ulteriore aumento della quota premiale riferita ai risultati della ricerca e della didattica, il mantenimento del processo di perequazione avviato nel 2011, la futura introduzione del costo standard per studente. Va dato merito al sistema politico di questa svolta virtuosa – ha detto Compagno - cui, sia concesso ricordarlo, ha contribuito fattivamente anche qualche parlamentare friulano seriamente impegnato sui temi della perequazione e delle premialità di sistema». Come «è di conforto sapere – ha aggiunto il rettore - che è obiettivo del MIUR ripartire il FFO per il 2012 entro il mese di marzo, e l’impegno del Ministro di ottenere quanto prima una definizione su base triennale del FFO, condizione imprescindibile per consentire una programmazione di più ampio respiro».

«Da questa impostazione – ha detto Compagno -, così come dall’accreditamento e dal decreto recante la disciplina per la programmazione, monitoraggio e valutazione delle politiche di bilancio e reclutamento, ci attendiamo un’occasione importante per il riequilibrio del sistema universitario, ci attendiamo che gli atenei più efficienti, ma fin qui penalizzati, possano cominciare a recuperare, o almeno a programmare il recupero, con risorse certe, degli investimenti mai realizzati, dei reclutamenti di personale non fatti e che ormai cominciano a farsi pesantemente sentire. In questa fase, dopo i durissimi sacrifici dell’ultimo triennio, l’Università deve uscire dalle secche del blocco del turn over, deve ricominciare a crescere. La posta in gioco è lo sviluppo dell’Italia e del suo ruolo dentro l’Europa».

Situazione finanziaria dell’Ateneo. Permane per l’Ateneo di Udine la situazione di cronico sotto finanziamento, con 9,5 milioni di euro mancanti dalle casse per l’anno 2011 che salgono a oltre 29 milioni dal 2009, anno in cui è iniziato il riparto della quota premiale. L’Ateneo ha ricevuto per l’anno 2011 un FFO pari a 74 milioni 588 mila euro. A fronte di un taglio di FFO medio di sistema pari a –2,4% (6 miliardi e 833 mila euro rispetto al 7 miliardi dello scorso anno) l’Ateneo di Udine è riuscito a contenere il taglio al -0,5% (410 mila euro in meno rispetto al 2010). Questo, grazie alla quota premiale di finanziamento, assegnata in base ai risultati di ricerca, didattica e all’avvio dell’intervento perequativo, superiore del +21,7% rispetto al 2010, che colloca l’Ateneo all’8° posto nella graduatoria degli atenei più virtuosi. Inoltre, l’Ateneo negli ultimi anni «ha incisivamente perseguito e anticipato il piano di spending review – ha ricordato Compagno -. Ciò ha permesso di attuare un riequilibrio economico, assorbendo completamente nel bilancio 2010 il disavanzo pregresso, in anticipo di 3 anni rispetto al piano concordato con il Miur».

Didattica. Positivi i risultati dell’Ateneo secondo le rilevazioni del Censis – con 7 facoltà su 10 tra i primi dieci atenei in Italia e, di esse, ben 3 al 1° posto (Lettere, Lingue e Scienze della formazione) – e di AlmaLaurea – con il 57,3% dei laureati udinesi occupati a un anno dal titolo a fronte del 48,7% a livello italiano -. Le immatricolazioni registrano un trend crescente con un +3% di immatricolati per il 2011/12. Si conferma la vocazione internazionale attraverso le esperienze di studio e lavoro all’estero e, al contempo, il forte legame dell’Ateneo con il territorio – oltre 4 mila i tirocini attivi nell’ultimo triennio nelle pmi regionali -. Sette i corsi di studio che rilasciano doppio titolo internazionale, cui si aggiunge un master internazionale nel settore della gestione dei sistemi sanitari. Tra gli obiettivi futuri «le azioni di potenziamento dell’internazionalizzazione – ha indicato Compagno – per aumentare sensibilmente il numero di studenti stranieri, soprattutto per le lauree magistrali e i dottorati».

Ricerca. L’alta qualità della produzione scientifica è confermata nel 2011 con l’incremento su base annua del numero di articoli scientifici pubblicati su riviste incluse nel database bibliografico e citazionale Thomson-Reuters Web of Science, che seleziona a livello mondiale pubblicazioni a elevati standard di qualità. Risulta incrementato l’impatto internazionale delle pubblicazioni d’Ateneo in termini di citazioni ricevute, con il 7% in più rispetto all’anno precedente e l’aumento su base annua dell’impact factor di ateneo del 19%. Da ricordare, l’ambizioso progetto di ricerca sul cancro, “Monalisa’s Quidproquo”, finanziato per quasi 3 milioni di euro dallo ERC nell’ambito degli Advanced Investigator Grants, e i 27 progetti PRIN 2009, di cui 8 coordinati dall’Ateneo. Sugli obiettivi futuri, «si lavorerà – ha detto Compagno - per ovviare alla carenza di grandi infrastrutture di ricerca che fungano da volano nei confronti del mondo industriale e da centro di attrazione per personale e finanziamenti. Intendiamo perseguire lo sviluppo delle infrastrutture nelle aree strategiche di ricerca dell’Ateneo, per aumentare ancora la competitività della nostra Università in Europa e nel mondo».

Studenti. «Si fa un gran parlare di abolizione del valore legale del titolo di studio. Io credo sia necessaria prima di tutto una seria e lungimirante riforma del diritto allo studio, tale da rendere veramente possibili la mobilità studentesca e una serena percorrenza degli studi senza indebitamenti». Così la presidente del Consiglio degli studenti, Alice Buosi, ha indicato questo come «un tema fondamentale per gli studenti, del quale sembra che nessuno voglia più occuparsi seriamente: tra lo Stato che non attualizza il sistema di erogazione dei benefici, nonostante la nuova soglia di povertà abbia raggiunto anche la cosiddetta “classe media”, e alcune Regioni che cercano di delegare le loro competenze in materia, gli studenti e le loro famiglie si sentono abbandonati». Buosi ha inoltre evidenziato le criticità riscontrabili a dieci anni dall’applicazione del cosiddetto “3+2” - che mostra un trend in peggioramento, a livello italiano, di fuori corso e tempo medio di percorrenza - auspicando, invece, «la realizzazione di percorsi di studio ben strutturati, migliorati anche sulla base della valutazione degli studenti».

Personale tecnico-amministrativo. Le difficoltà legate alla «burocratizzazione» sono state indicate anche da Maurizio Pisani che ha ricordato come «di recente è stata emanata una nuova legge di semplificazione delle attività amministrative: staremo a vedere perché troppo spesso la semplificazione è più annunciata che attuata e comunque dovrebbe avvenire anche a livello di burocrazia comunitaria, basti pensare a quanto richiesto dai Programmi Interreg. Riguardo ai ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, di cui ultimamente si è fatto un gran parlare, presto detto: finché le leggi continueranno a introdurre meccanismi di controllo esasperanti il problema non potrà essere risolto». Pisani ha ricordato «la riorganizzazione dell’amministrazione centrale, non ancora perfezionata, con l’accentramento dei molti Centri e Ripartizioni in 7 Aree e 3 Servizi». Nel merito, è stato rimarcato come «il miglioramento qualitativo del lavoro non può avvenire senza il riconoscimento e la valorizzazione delle professionalità esistenti». Quanto alla situazione occupazionale – 70 le unità in meno in 4 anni, dal 2007 - Pisani ha ricordato come «il prossimo spostamento della soglia all’80% delle retribuzioni sul FFO non porterà a grossi miglioramenti». Apprezzamento per «la scelta coraggiosa del CdA di assegnare un budget per gli straordinari: da qualche anno il servizio è stato garantito da troppe ore di straordinario non retribuito». E sulle prospettive di miglioramento, «le carriere – ha rimarcato Pisani - sono bloccate da troppo tempo a causa dell’abolizione delle mobilità verticali. E anche le progressioni orizzontali, che un tempo davano un po’ di respiro dal punto di vista economico, segnano il passo. Ci fa sorridere l’idea – ha concluso Pisani - che con retribuzioni, che per diversi colleghi non arrivano a mille euro al mese, si possa pensare di “far girare l’economia”».

Prolusione. Affidata ogni anno a rotazione a una delle dieci Facoltà dell’Ateneo, è stata tenuta da Ludovico Mazzarolli, ordinario di Diritto costituzionale, vicepreside della facoltà di Giurisprudenza e direttore del Dipartimento di scienze giuridiche. Nel suo intervento, intitolato “Ordinamenti in via di transizione. Dalla pretesa sovranità statale alla pretesa autonomia dell’Università. Considerazioni tra diritto sancito e diritto effettivo”, Mazzarolli ha illustrato l’ipotesi dell’esistenza di una motivazione di carattere generale e riferibile a ragioni economiche, in grado di spiegare le diverse modificazioni che caratterizzano - nel presente momento storico - tipologie tanto differenti di ordinamenti giuridici. Per addivenire alle sue conclusioni, è entrato nel vivo di argomenti attuali, toccando temi quali la riforma “Gelmini”, la nascita del governo “Monti” e il cambiamento della legge elettorale.

Riconoscimenti ai giovani ricercatori. Istituiti grazie al sostegno della Fondazione Crup e di Confartigianato Udine per incentivare e sostenere le eccellenze scientifiche presenti all’Università di Udine, sono destinati a giovani ricercatori non strutturati (dottorandi e assegnisti di ricerca). Il premio, per l’anno 2009/10, è stato assegnato a: Eleonora Aneggi per le Scienze dell’ingegneria industriale e dell’informazione; Mauro Carretta per le Scienze economiche, statistiche e giuridiche; Manuela Farinosi per le Scienze storico-filosofiche, pedagogiche e geografico-politiche; Barbara Frossi per le Scienze mediche; Margherita Pauletta per le Scienze chimiche, dell’ingegneria civile, dell’ambiente e dell’architettura; Ingrid Visentini per le Scienze Matematiche e Scienze Informatiche.

Intervento del presidente della Regione. Renzo Tondo ha ribadito la vicinanza alle università regionali «di assoluta eccellenza, come confermano le classifiche nazionali», e ha ricordato che per il sistema universitario la Regione ha stanziato oltre 34 milioni di euro e che «il capitolo di bilancio per l’alta formazione è in crescita nonostante i tagli dovuti alla contrazione delle entrate». Tondo ha quindi rimarcato «la sintonia per nulla scontata tra i due atenei di Udine e Trieste» e che «l’autonomia va preservata, ma dall’unione nasce la forza per competere in Europa e nel mondo». Quanto al diritto allo studio, Tondo ha ricordato che i processi in atto, volti «ad assicurare la sostenibilità nel medio periodo», sono «un cambiamento necessario che non intacca i servizi, ma li migliora a livello di integrazione e perequazione».

Intervento del Ministro. Francesco Profumo ha ricordato come l’Ateneo di Udine sia «un’università giovane, nata per iniziativa popolare e dunque frutto della scommessa di un popolo sul proprio futuro», e ha indicato questo territorio e la sua università «come esempio per gli aquilani». Il Ministro ha quindi sottolineato come «dalla crisi si esce soltanto con la cultura e con l’investimento sui giovani» e ha poi ringraziato «il rettore Compagno e questo Ateneo per l’avvio di un processo virtuoso inteso come elemento fondamentale per la crescita». Il 2012 sarà «un anno di transizione, in attesa dei risultati dell’Anvur, da cui si potrà pensare a un modo diverso di ridistribuzione dei fondi», ha detto il Ministro, annunciando la possibilità di «tornare a Udine in autunno, con un progetto elaborato insieme a voi».

Rispondendo poi alle istanze di sburocratizzazione del rettore, «di riforme ne abbiamo avute abbastanza – ha detto Profumo – e, nel grande rispetto della burocrazia, chi determina le cose deve essere la politica universitaria. Il Ministero non potrà più rapportarsi con la rete attraverso circolari, ma con indicazioni e valutando ex post i risultati: il governo si sta muovendo lungo le tre linee dell’oliatura del sistema, della semplificazione e della valutazione per assegnare il FFO entro la fine di marzo». E in merito al FFO, il Ministro ha sottolineato come esso vada inteso «non più soltanto come risorse destinate al personale, ma anche per le capacità di creare interazione con sistemi nazionali e internazionali» e da qui l’indicazione che «i finanziamenti all’università siano di tipo multi-fondo» e guidati dalla capacità «di individuare le priorità e il dove investire, mettendo in gioco risorse in modo trasparente».

Il Ministro ha anche ricordato come sia necessario dare ai giovani «la visione delle opportunità del futuro», annunciando «l’avvio al più presto dell’abilitazione per la seconda fascia e, in seguito, anche per la prima» e indicando «la necessità di programmazione, per dare una cadenza alle opportunità che saranno poste per il futuro».

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