Appuntamento sabato 18 maggio presso la Biblioteca di Buja (Ud)

Giovanni Ragagnin: convegno di studi a dieci anni dalla scomparsa dello scrittore

Vita, impegno e scrittura dell’esploratore friulano delle neo-avanguardie letterarie

A dieci anni dalla scomparsa dello scrittore friulano Giovanni Ragagnin, il Comitato organizzatore celebrazioni decennale Giovanni Ragagnin con il Dipartimento di studi umanistici dell’ateneo di Udine, in collaborazione con il Comune di Buja e la Società Filologica friulana, organizzano il convegno di studi “Dire no al nulla. GIovanni Ragagnin: vita, impegno, scrittura”. L’appuntamento è per sabato 18 maggio alle 17 presso la sala della Biblioteca comunale di Buja (Ud), in via Santo Stefano 92/a, paese natale dello scrittore. Attraverso gli interventi di sette relatori, sarà analizzato il percorso letterario metodico e originale del dotato scrittore nato a Buja nel 1926, scomparso nel 2003.

Rodolfo Zucco, dell’ateneo friulano, traccerà un’introduzione all’autore. Rudi Fasiolo, del Liceo scientifico ‘Magrini’ di Gemona del Friuli, ripercorrerà la guerra partigiana e gli articoli giovanili, basi dell’impegno politico di Ragagnin. Carlo Londero, dell’ateneo di Udine, discuterà dei racconti giovanili e delle tematiche presenti nella produzione matura dello scrittore. Marina Marcolini, dell’ateneo friulano, ricostruirà la genesi della scrittura sperimentale. A Laura Nascimben, dell’università di Udine, spetteranno le osservazioni linguistiche delle opere mature, mentre Renato Calligaro, pittore e vignettista, porterà i suoi ricordi sull’amicizia e le discussioni di arte, impegno e letteratura con Ragagnin, e la regista Rossana Valier proporrà una lettura scenica di brani tratti dai libri. Interverrà Carmen Fornasiere, moglie di Giovanni Ragagnin.

Giovanni Ragagnin nasce a Buja (Ud) nel 1926. Diciottenne partecipa alla Resistenza nel battaglione “Libertà” della “Osoppo” e nell’estate del 1944 fonda assieme ad altri coetanei l’“Accademia Bujense degli Accesi” la cui attività, da allora e fino agli anni Cinquanta, è indirizzata ad esortare i concittadini a una ricostruzione sociale, attraverso dibattiti, incontri, mostre d’arte e l’edizione della rivista “Richiamo”. Alle attività culturali degli accademici Ragagnin affianca la scrittura di articoli e racconti destinati a quotidiani e settimanali regionali. Nell’immediato dopoguerra, con il cessare delle attività dell’Accademia, Ragagnin inizia a concepire un grande romanzo sulla Resistenza.

Avvicinatosi alle neo-avanguardie degli anni ’60, Ragagnin trasforma radicalmente il suo stile. Nel 1975 pubblica, per la Cooperativa Scrittori di Roma, il suo primo libro Rattle!, smilzo e difficile libretto sulla guerra partigiana sul Carso. Dai movimenti della neo-avanguardia, Ragagnin raggiunge caratteristiche stilistiche e poetiche originali, espressionistiche e sperimentali. Nel 1991 appare sulla videorivista «Videor». Nel 1994 il secondo libro, con cui inizia la collaborazione con Manni Editori (Lecce): A Pla Tà, che con il suo ormai consueto e originale stile, narra dello spaventoso terremoto del 6 maggio 1976 in Friuli. Nel 1996 esce Vibrido, allucinata storia di incesti e atmosfere oniriche. Pubblica, inoltre, stralci e brani delle sue opere su riviste letterarie («L'immaginazione») e durante i convegni di ricerca letteraria ha modo di tenersi aggiornato e conoscere gli scrittori che promuovono una cultura militante e sperimentale della letteratura. Muore il 2 giugno 2003, dopo una lunga malattia e dopo aver ultimato Il tipo, che esce postumo nel 2005.

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