10 Settembre 2007
Nel decennale di Scienze della formazione
Claudio Naranjo, l'educatore che vuole cambiare il mondo
Laureato honoris causa in Scienze della formazione primaria
Honsell: «Un maestro indiscusso del nostro tempo»
Cambiare il mondo? È possibile, partendo dall’educazione. Parola di Claudio Naranjo, 74 anni, cileno, uno dei massimi esponenti dell’integrazione fra educazione, psicoterapia e tradizioni spirituali che oggi l’Università di Udine ha insignito con la laurea honoris causa in Scienze della formazione primaria. «Per cambiare il mondo – ha spiegato Naranjo durante la lectio doctoralis – bisogna rinnovare i metodi educativi, a partire dalla formazione umana degli insegnanti, premessa indispensabile per un corretto e fecondo rapporto educativo». La cerimonia, svoltasi nell’aula magna gremita, ha inaugurato le celebrazioni per il decennale della facoltà di Scienze della formazione. Naranjo ha ricevuto il riconoscimento “per la significativa attività svolta – spiega la motivazione – nel settore della formazione e dell’educazione, per i meriti acquisiti e per le alte capacità dimostrate”.
Durante la sua lezione dedicata a “Promuovere lo sviluppo umano degli insegnanti”, Naranjo ha denunciato la situazione di disagio che vivono i docenti. «Dipende dal fatto – ha detto – che essi cominciano a prendere lentamente coscienza che la loro modalità di insegnamento è il più delle volte inutile, o addirittura dannosa, e che l’educazione attuale è prevalentemente una forma raffinata di addomesticamento dell’essere umano». La risoluzione di questa crisi epocale passa, secondo Naranjo, attraverso «la realizzazione di un equilibrio tra l’aspetto paterno, materno e filiale; nella famiglia, nella cultura e soprattutto nelle nostre menti. Si tratta di sviluppare un’educazione per la completezza, un’educazione del cuore». Naranjo definisce questo modello educativo “trifocale” o delle “tre persone interiori” a cui aggiungere l’intervento di un quarto elemento che le equilibra e le armonizza: «la capacità – ha spiegato – di creare uno spazio interiore dedicato alla spiritualità e alla meditazione».
«Un maestro indiscusso del nostro tempo», secondo il rettore Furio Honsell che ha individuato due passaggi «indispensabili», per la nostra società nell’azione di Claudio Naranjo. Lo studioso cileno ha trovato «una visione multidisciplinare dove – ha sottolineato Honsell – il rigore scientifico, ma al tempo stesso la convergenza della spiritualità in tutte le dimensioni, trovano un momento di dialogo». In secondo luogo, Naranjo ha avuto «la capacità di dimostrare – ha detto il rettore – che esiste un’unica sapienza, un’unica conoscenza, su questa terra, che è quella più profondamente umana».
Naranjo è «un vero educatore e un grande maestro», ha detto nella laudato il preside della facoltà di Scienze della formazione, Franco Fabbro. Integrando i saperi scientifici, umanistici e spirituali per dedicarsi alla cura del prossimo, alla promozione di uno sviluppo umano armonico, Naranjo ha interpretato la sua formazione originaria di medico psicoterapeuta come quella di “uomo di conoscenza” «che – ha spiegato Fabbro – ha le caratteristiche salienti dello sciamano, un uomo di conoscenza e di guarigione».
Durante la sua lezione dedicata a “Promuovere lo sviluppo umano degli insegnanti”, Naranjo ha denunciato la situazione di disagio che vivono i docenti. «Dipende dal fatto – ha detto – che essi cominciano a prendere lentamente coscienza che la loro modalità di insegnamento è il più delle volte inutile, o addirittura dannosa, e che l’educazione attuale è prevalentemente una forma raffinata di addomesticamento dell’essere umano». La risoluzione di questa crisi epocale passa, secondo Naranjo, attraverso «la realizzazione di un equilibrio tra l’aspetto paterno, materno e filiale; nella famiglia, nella cultura e soprattutto nelle nostre menti. Si tratta di sviluppare un’educazione per la completezza, un’educazione del cuore». Naranjo definisce questo modello educativo “trifocale” o delle “tre persone interiori” a cui aggiungere l’intervento di un quarto elemento che le equilibra e le armonizza: «la capacità – ha spiegato – di creare uno spazio interiore dedicato alla spiritualità e alla meditazione».
«Un maestro indiscusso del nostro tempo», secondo il rettore Furio Honsell che ha individuato due passaggi «indispensabili», per la nostra società nell’azione di Claudio Naranjo. Lo studioso cileno ha trovato «una visione multidisciplinare dove – ha sottolineato Honsell – il rigore scientifico, ma al tempo stesso la convergenza della spiritualità in tutte le dimensioni, trovano un momento di dialogo». In secondo luogo, Naranjo ha avuto «la capacità di dimostrare – ha detto il rettore – che esiste un’unica sapienza, un’unica conoscenza, su questa terra, che è quella più profondamente umana».
Naranjo è «un vero educatore e un grande maestro», ha detto nella laudato il preside della facoltà di Scienze della formazione, Franco Fabbro. Integrando i saperi scientifici, umanistici e spirituali per dedicarsi alla cura del prossimo, alla promozione di uno sviluppo umano armonico, Naranjo ha interpretato la sua formazione originaria di medico psicoterapeuta come quella di “uomo di conoscenza” «che – ha spiegato Fabbro – ha le caratteristiche salienti dello sciamano, un uomo di conoscenza e di guarigione».