Sarà discussa giovedì 11 marzo a Palazzo Alvarez a Gorizia

"Vi racconto la mia Nassirya"

L'esperienza del capitano friulano Mattia Zuzzi nella sua tesi di laurea
Un'attenta analisi dei rapporti con la popolazione irachena

            All'Ateneo di Udine la missione italiana a Nassiriya diventa una tesi di laurea. A raccontarla, in presa diretta, uno dei protagonisti friulani dell'operazione Antica Babilonia: il Capitano dell'Esercito Mattia Zuzzi, 29 anni, di Plaino, che, inviato in Iraq con l'unità Cimic centre del Cimic Group South di Motta di Livenza, da fine giugno a fine ottobre 2003 ha lavorato al Centro di cooperazione civile e militare di Nassiriya, a stretto contatto con la popolazione irachena. Oggi, per la sua seconda laurea in Relazioni Pubbliche (la prima, in Scienze politiche internazionali, gli è valsa un ragguardevole 110) ha scelto di trasformare la sua esperienza da ufficiale nella sua tesi da studente, dedicata a "Il centro di cooperazione civile e militare. Il caso "Operazione Antica Babilonia" in Iraq", che discuterà domani, giovedì 11 marzo, nella sessione del pomeriggio, davanti alla commissione riunita a Palazzo Alvarez, in via Diaz 5 a Gorizia, sede del Centro polifunzionale goriziano dell'Ateneo di Udine.
            Una tesi che suona come un omaggio ai militari e ai carabinieri italiani morti nell'attentato di Nassiriya. Come il luogotenente Enzo Fregosi, con cui Zuzzi aveva lavorato fianco a fianco nei suoi mesi iracheni. «L'ho conosciuto a Nassiriya: una persona estremamente aperta, acuta, intelligente, con notevoli doti umane. I ricordi che ho di lui sono ancora molto vivi. Lavoravamo assieme al Centro di cooperazione civile e militare, a 500 metri da dove è avvenuto l'attentato: un fatto che non mi sarei mai aspettato, per quello che erano le premesse. E' difficile inquadrare l'attentato di Nassiriya. Nei mesi in cui ho lavorato in Iraq ho sempre notato un'ottima predisposizione nei nostri confronti: il rapporto con la popolazione civile è sempre stato improntato alla massima armonia. Nei loro occhi vedevo una sorta di benevolenza nei nostri confronti: sapevano che noi eravamo lì per portargli un aiuto tangibile».
            Laureando modello (ha chiuso il ciclo in soli tre anni, nonostante gli impegni lavorativi), a dispetto della giovane età, Zuzzi vanta un curriculum professionale da "veterano": prima dell'Iraq aveva già partecipato alla missione in Bosnia nel 2002 e nel 2003 è stato scelto per rappresentare l'Italia al corso Civil Affairs negli Usa alla scuola delle forze speciali "John F. Kennedy". «Nella mia tesi, che vede come relatore il professor Bruno Tellia e come correlatrice la professoressa Renata Kodilja, ho voluto raccontare la mia esperienza diretta in Iraq, mostrando come ho applicato la dottrina nell'ambito della cooperazione civile e militare alla missione italiana a Nassiriya, nei rapporti con la popolazione irachena. Ma ho anche inquadrato l'argomento, facendo un'analisi della situazione socio-politica dell'Iraq e della trasformazione delle forze armate, che punta ad una sempre maggiore professionalità e ad un sempre maggior impegno nelle missioni italiane all'estero. Il corso di laurea in Relazioni Pubbliche è stato molto interessante: mi ha consentito di approfondire temi vicini al mio lavoro. Lo consiglierei senz'altro». Ma l'analisi accademica non potrà mai esaurire il bagaglio di ricordi che l'ufficiale friulano, incaricato all'epoca di tenere i collegamenti con le autorità locali, si porterà dentro per sempre. Sarà difficile dimenticare l'incontro con uno degli sceicchi più potenti della provincia di Nassiriya, «sotto la tenda, in pieno deserto iracheno»,  o le temperature torride mai sperimentate prima, un una situazione climatica estrema, in cui «abbiamo rasentato i 60 gradi all'ombra». Anche questo è l'Iraq visto con gli occhi di un friulano.