Animali per stimolare la vita sociale

In casa di riposo si sperimenta la Pet Therapy

Una sperimentazione dell’Università
di Udine e Comune di Pordenone

            Alla luce dei recenti risultati soddisfacenti che la Pet therapy ha prodotto in residenze socio-assistenziali per anziani, l’Università di Udine e il Comune di Pordenone hanno deciso di introdurre questa pratica in Casa serena. E’ risaputo, infatti, che gli ospiti di una casa di riposo hanno alcune difficoltà, ad esempio di dialogo che si può manifestare sia all’interno dei gruppi che si formano in maniera più o meno spontanea, che con il personale di servizio. Molti anziani, inoltre, risentono del distacco dai famigliari e dalla propria casa in cui hanno vissuto la maggior parte della vita. Capita che si trovano demotivati e, quindi, poco collaborativi durante lo svolgersi delle attività di animazione.


            Così accade che sono le stesse case di riposo a cercare continuamente nuovi stimoli che possano attivare il desiderio di partecipazione e il dialogo. “E’ dimostrato – ha spiegato Cristina Fassone, psicologa e responsabile del progetto di Pet therapy a Casa Serena – che l’ingresso di cani in case di riposo provoca diversi benefici, come il risveglio della memoria remota, la disponibilità al dialogo e al confronto. A cadenza settimanale, quindi, entrano dei cani (pastori tedeschi, labrador e golden retriver), opportunamente addestrati,  in Casa serena e si procede con le attività di conoscenza dell’animale. Gli anziani vengono costantemente seguiti e monitorati da un équipe composta da un medico, uno psicologo, un ricercatore universitario, assistenti sociali, fisioterapisti, un veterinario, un addestratore cinofilo e animatori. Saranno loro a tracciare i risultati della co-terapia sperimentale basata su protocolli di natura scientifica”.


            “Il programma sperimentale – ha indicato il ricercatore del Dipartimento di Scienze della Produzione Animale della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’ateneo udinese, Stefano Filacorda – si concentra sia sugli anziani senza particolari problematiche; su un gruppo di depressi e su malati di Alzheimer”.


            “La presenza di animali per quanti ne vogliono usufruire – ha spiegato il veterinario Antonio Coceancig, consulente dell’ateneo udinese per il progetto di Pet therapy – costituisce una novità di particolare interesse, inoltre gli ospiti della casa di riposo hanno la possibilità di risvegliare il proprio vissuto, recuperando sensazioni accantonate e riscoprendone di nuove; naturalmente gli effetti sulle persone vanno costantemente rilevati e dovranno essere tenuti sotto controllo pure gli animali sotto il profilo igienico-sanitario e comportamentale”.   In alcuni casi, inoltre, la Pet therapy può gradualmente consentire la diminuzione dei farmaci e concorrere ad agire sull’aspetto terapeutico oltreché benefico.

            “L’Università di Udine – ha spiegato Filacorda – intende favorire la partecipazione di studenti che potranno nel tempo diventare dei veri e propri collaboratori delle strutture in cui si attua la sperimentazione”. “Il Comune di Pordenone è molto lieto di collaborare con l'Università di Udine – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali del comune di Pordenone, Giovanni Zanolin – in questo progetto volto a migliorare le condizioni di vita degli anziani di Casa Serena. Si tratta di una esperienza che viene dopo l'approvazione del Regolamento per la Tutela degli Animali che significativamente contiene per la prima volta indirizzi sulla Pet Therapy”.

            Se i primi esiti del progetto, come i soggetti interessati auspicano, daranno esiti positivi, verrà valutata la possibilità di una presa in  cura di animali domestici, come canarini o gatti. Il progetto pilota della Destra Tagliamento sta, inoltre, per essere esportato in un’altra casa di riposo, quella che fa riferimento al Comune di Buia. Anche in questo caso, come per le sperimentazioni pordenonesi, il percorso che sta facendo attualmente il personale coinvolto nel progetto dell’Università di Udine, nel tempo potrà essere certificato in modo che gli operatori siano preparati e che questa loro professionalità venga riconosciuta, ad esempio attraverso uno specifico brevetto.